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06/02/2019 18:00:00

Marsala, una raccolta fondi per l'acquisto di gilet riscaldabili per i senza fissa dimora

Lodevole l’iniziativa del giovane medico marsalese, Enrico Alagna, classe 1987, già volontario di strada con la Croce Rossa Italiana, che, in occasione del suo 32esimo compleanno, ha istituito una raccolta fondi su Facebook per acquistare alcuni gilet riscaldabili da donare ai senza fissa dimora del Comune di Palermo e di altre città italiane affinché questi possano affrontare meglio l’emergenza
freddo di questi giorni.

“Ispirandomi all’iniziativa del giornalista palermitano, William Anselmo, ho voluto, in occasione del mio 32esimo compleanno, sensibilizzare i cittadini nei confronti di questa triste realtà, istituendo una raccolta fondi per acquistare alcuni gilet riscaldabili da donare ai senza fissa dimora
del Comune di Palermo. Sono tante le associazioni che aiutano i senza fissa dimora, ma alcuni di loro preferiscono comunque dormire per strada e non andare nei dormitori. Per questo motivo, una delle cose più importanti da fare è proteggerli dal freddo, soprattutto la notte, quando la temperatura scende anche sotto i 5°C, spesso con vento, pioggia e addirittura neve” afferma Enrico Alagna sul suo profilo
Facebook; “la tecnologia può aiutarci! Questa raccolta fondi servirà, infatti, ad acquistare dei gilet speciali, riscaldabili, che potranno garantire almeno 10 ore ininterrotte di calore (dai 20°C ai 50°C) a chi è costretto a dormire per strada.
Questi gilet hanno, al loro interno, delle piastre che si riscaldano una volta collegato il terminale usb del gilet ad un powerbank. La mattina i fratelli senza fissa dimora dovranno recarsi presso un qualsiasi esercizio commerciale che gli consentirà di ricaricare il powerbank per poterlo così riutilizzare la sera successiva”.

Alla domanda “in che modo ci si può rendere utili per i senza fissa dimora?”, Enrico sostiene che “se per strada notiamo una persona che dorme per terra, tra cartoni e coperte zuppe e umide, si è già andati oltre l’indifferenza. Ma se ci chiediamo anche cosa poter fare per questa persona, vuol dire che non solo non siamo più indifferenti ma sentiamo anche una certa responsabilità. Sono tanti i Fratelli che
dormono per strada e che non riescono a superare notti con temperature così rigide. Seguire alcune semplici indicazioni quando si vedono dei senza fissa dimora, però, può evitare che si verifichino altre tragiche morti. E’ di fondamentale importanza, innanzitutto, allertare i servizi
comunali competenti, gli uffici che si occupano di marginalità adulta, le varie organizzazioni della tua città che si occupano di aiutare i senzatetto (enti municipali, Caritas, Croce Rossa Italiana, Comunità di Sant’Egidio, rifugi, mense, etc...)”.

L’etichetta di “persona senza dimora” probabilmente evoca in chi la pronuncia o in chi si trova ad imbattersi in essa un immaginario culturalmente stereotipato. L’immagine ricorrente del “barbone” è quella di un uomo di una certa età, alcolista o con problemi psichiatrici, estremamente trasandato, che trascorre le proprie giornate per strada chiedendo l’elemosina.
Altro diffuso stereotipo è quello del “clochard”, senza tetto in parte poeta e in parte ribelle, che sceglie la vita in strada come opposizione alle regole della società. L’immagine del barbone che sceglie autonomamente di vivere in strada e ne è soddisfatto, che rifugge qualunque rapporto interpersonale, che si sostenta chiedendo l’elemosina e che ha costantemente problemi con la giustizia sembra non rispecchiare più la realtà dei fatti.
“Nella realtà dei fatti -continua Enrico- le cose non sono proprio così semplici, evidenziando come spesso gli stereotipi e i pregiudizi, tendenti a mantenersi stabili nel tempo, siano lontani dalla realtà delle cose, che nell’esperienza quotidiana sono molto più mutevoli, soggette a fenomeni socio-culturali e diversificate a seconda delle specifiche caratteristiche individuali, di quanto non si immagini.
Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di persone costrette alla vita di strada sicuramente non per scelta, ma per contingenze varie e che non sono per nulla soddisfatte del proprio stile di vita. Anche l’immagine del senza dimora schivo e riluttante verso qualsiasi contatto interpersonale viene scalfita dai dati tratti dalle esperienze dei volontari di strada, in quanto le persone homeless, nella maggior
parte dei casi, si mostrano aperte alla relazione con gli altri e accettano l’aiuto che viene loro offerto dalle strutture. È vero, tuttavia, che spesso i pregiudizi che agiscono a livello sociale influenzano il modo in cui ciascun individuo si muove nel mondo e intrattiene le sue relazioni con gli altri, attivando dei processi di stigmatizzazione di cui spesso non è consapevole.”
La raccolta fondi terminerà la prossima domenica, il 10 febbraio. Chiunque volesse contribuire alla causa di Enrico può aiutarlo inviando una piccola donazione a questo link.

“Tutte le spese saranno rendicontate e rese pubbliche, conclude Enrico Alagna. Una volta acquistate le giacche riscaldabili e i powerbank, i senza fissa dimora alle prese con l'emergenza freddo saranno raggiunti tramite le associazioni che da anni si occupano di questo settore, che conoscono i casi specifici e, soprattutto, che hanno la sensibilità per approcciarsi a loro.”