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22/02/2019 06:00:00

Davide Faraone: "Il Pd deve tirar fuori gli attributi"

 

Davide Faraone, senatore e segretario regionale del Pd, parliamo di questa autonomia fiscale e legislativa delle regioni del nord, che ne pensa?

 

E’ una secessione a tutti gli effetti, non lo ha compreso la classe politica siciliana oppure lo ha compreso ma non ha la forza di reagire. Da giorni chiedo al presidente Nello Musumeci di prendere una posizione netta contro questa secessione voluta da Salvini e dai presidenti di Regione Fontana e Zaia. Vogliono trattenersi le tasse, non vogliono ridistribuire alle regioni più povere che non vogliono assistenzialismo ma solamente poter ripartire in questa competizione con le regioni autonome dallo stesso punto di partenza. Vogliono aumentare gli stipendi ai loro insegnati, vogliono continuare a mantenere gratuiti i loro farmaci ai pazienti mentre noi qui li paghiamo. Io credo che questa Repubblica sia unica, sia una Repubblica democratica per cui tutti i cittadini devono avere gli stessi servizi in ambito sanitario e scolastico.

 

Questo, però, è un percorso che non inizia con la Lega ma con Paolo Gentiloni presidente del Consiglio…

 

Infatti io ce l’ho pure con il mio partito, non si è compreso che bisogna chiedere al Presidente della Repubblica di rispettare la Costituzione, chiedere che ci sia la possibilità di emendare il provvedimento. E’ scandaloso che vogliono votare il provvedimento dentro una stanzetta del Consiglio dei Ministri e non vogliono consentire ai parlamentari di emendare. Il Pd deve uscire gli attributi, il Pd parla di tutto tranne che di questa secessione.

 

E’ difficile questa legislatura?

 

Complicatissimo, le due forze di governo stanno governando in maniera pessima mettendo in discussione dei paradigmi come quelli dell’unità della Nazione. Ci aspettavamo dal movimento Cinque Stelle, che hanno preso tantissimi voti al Sud, maggiore attenzione. Noi siamo pochi in parlamento, noi siamo all’opposizione e lì’ staremo per tutta la legislatura, perché lì ci hanno mandato gli elettori. Stanno mettendo a rischio la Costituzione, non ci hanno fatto nemmeno votare la legge di bilancio, siamo con in principi democratici messi in discussione.

 

Oggi il Pd vive un periodo difficile, ci sono praterie da percorrere, quali le mosse dei dem?

 

Bisogna aprire, aprire il più possibile. Questa idea secondo cui uno è il tutore di una casa e non fa entrare nessuno è sbagliata. Dobbiamo andare fuori le appartenenze del passato e fuori le ideologie, il tema è come costruire un contenitore per il futuro.

 

Il reddito di cittadinanza è una misura di assistenzialismo?

 

Assolutamente si, è una misura che non garantisce il lavoro. Quando addirittura ti propongono tre lavori, e in Sicilia è difficile pure trovarne uno, è l’emblema dell’idea farlocca di questa misura. Hanno mischiato tutto, ci sono persone che percepivano il reddito di inclusione e ora non lo percepiranno più e non avranno nemmeno il reddito di cittadinanza.

 

Lo avete pubblicizzato veramente male questo reddito di inclusione….

 

Si, è vero ma c’era lo strumento e bastava solo raddoppiare le risorse e al contempo fare politiche attive per il lavoro. Preferisco di più tagliare le tasse per tutte le imprese, che investono al Sud, per venti anni per garantire più posti di lavoro.

 

Il governo giallo-verde è a trazione leghista. Non teme l’onda verde anche per le europee di maggio?

 

Che il governo sia a trazione leghista lo si è visto per il quesito grillino sull’autorizzazione a procedere per Salvini, un quesito contorto, dove tutto era orientato ad indurre in errore l’elettore grillino. I siciliani devono svegliarsi: i leghisti non sono cambiati, hanno solo tolto la parola Nord ma continuano a fare gli interessi del settentrione e hanno utilizzato gli immigrati come arma di distrazione di massa.

 

Faraone, Berlusconi dice di essere pronto a governare il Paese con la Lega, un centrodestra compatto?

 

A me l’opposizione di Forza Italia sembra una opposizione debole, non si può calibrare l’opposizione sulla paternità di un provvedimento. Noi facciamo una opposizione seria contro i grillini e contro i leghisti.

 

Parliamo di partito regionale, lei torna in piazza e incontra i siciliani. Questa svolta c’è oppure assisteremo, come sempre, all’inciucio e all’abbraccio con la casta e con i notabili del partito?

 

Non possiamo accettare che vengano stanchi burocrati da Roma a dirci quello che dobbiamo fare, lo decidiamo noi. E anche quando faranno una opposizione silenziosa noi glielo diremo, il cambiamento è garantito anche a furia di scontrarci. La mia candidatura è nata proprio per questo, diversa da quella di Teresa Piccione che è scappata con il pallone in mano, e che cerca la difesa del paparino romano. Dobbiamo costruire una comunicazione più sociale e meno affidata ai social, bisogna costruire una nuova classe dirigente, quelli che non dicono le cose in maniera chiara sono dirigenti che non ci interessano.

 

La provincia di Trapani è una delle più difficili, troppe faide interne, correnti e correntucole…

 

No, la tutta la Sicilia è così’, da Enna ad Agrigento è così.

 

Da dove si parte da Trapani?

 

Si parte da una classe dirigente nuova, che non balbetta.

 

Rossana Titone