Quantcast
×
 
 
24/02/2019 06:00:00

A Marsala la colpa è sempre del sindaco

 Sono esasperato. Non ne posso più di sentir ripetere dai soliti idioti la frase fatale: “È colpa del sindaco”. Ci sono escrementi di cane sul selciato di via Garibaldi? “È colpa del sindaco”. In via Mazzini ci sono degli incivili che parcheggiano in doppia fila? “È colpa del sindaco”. A Porticella degli sporcaccioni abbandonano su un marciapiede una carrettata di rifiuti di ogni genere? Ma è colpa del sindaco, naturalmente! Sì, avete letto bene: questa è l'ultima bestialità che mi è toccato udire con le mie orecchie. E badate bene: non si tratta di quisquilie, di battute da bar pronunciate con leggerezza. Si tratta, a mio parere, di affermazioni intollerabili, che attengono a una questione di importanza vitale. Cerco di spiegarmi con chiarezza.

Da qualche settimana i cittadini di Marsala sono alle prese col nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti. Il Comune ha fornito a ogni utente un set di bidoncini colorati, giallo per la plastica, marrone per l'umido, eccetera. Al tempo stesso, a tutti sono state fornite adeguate istruzioni riguardo ai modi, ai giorni e agli orari per l'esposizione dei rifiuti davanti al portone di casa. Ebbene, che cosa c'è di strano e di difficile in tutto questo? Cosa c'è che non va? Io dico: viva il Comune, per l'avvento di un progresso che assolutamente ci voleva, e che potrebbe dare il via a una vera svolta ecologica per questa città da troppo tempo vanamente in lotta contro i devastatori dell'ambiente.

Ma il problema è proprio lì, in quel verbo al condizionale: “potrebbe”. Potrebbe, perché in realtà si tratta ancora, per adesso, di una pura speranza. Speranza che in questi giorni, purtroppo, si sta infrangendo su un desolante fenomeno di rigetto: molti cittadini, sì, ripeto: MOLTI, hanno reagito male al nuovo sistema imposto dal Comune. I soliti incivili che si farebbero uccidere per difendere l'integrità del loro sacro e inviolabile bene privato, e considerano invece il bene pubblico alla stregua di una semplice materia da usare e sfruttare, terra di nessuno da sporcare e rapinare, questi incivili hanno “mal digerito” il nuovo sistema dei bidoncini colorati, dei giorni, degli orari, eccetera. E per quale motivo? Ma perché loro, gli orgogliosi incivili, non possono concepire l'idea di doversi piegare a un “sistema”, a delle regole, a un modo ordinato, rispettoso, virtuoso di vivere nella società umana.

Egoismo, ignoranza e individualismo patologico sono la norma esistenziale di questi incivili, e dei loro sciocchi alleati che osservano la scena inerti, per poi incolpare il sindaco di tutti i mali. Per loro il bene comune, l'ambiente, la pulizia, il decoro urbano non sono affatto dei valori positivi. Anzi, per loro questi valori non esistono, e basta. Trovano più giusto e naturale ammassare le loro immondizie in sacconi e sacchetti e andarle furtivamente a scaricare di notte sul lungomare dello Stagnone, o sui bordi dei campi, o nei vicoli del centro storico, piuttosto che compiere l'enorme sforzo di differenziare con un po' di pazienza i loro rifiuti, riporli negli appositi bidoncini, e infine (sforzo titanico!) collocarli nei giorni e nelle ore giuste davanti alla porta di casa.

Con imbecilli di questo genere, che cosa si può fare? Cosa, se non ricorrere con fermezza implacabile ai controlli, alle telecamere nascoste, alle sanzioni, agli strumenti punitivi? Questa è gente ineducabile, indegna di clemenza. Si tratta, diciamolo senza timore, di veri delinquenti ambientali che si possono correggere solo con la tolleranza zero. E quando sentiamo dire in giro per le strade: “È colpa del sindaco”, per favore, indigniamoci, e tronchiamo le vane chiacchiere ribattendo: “Il sindaco sta solo facendo il suo dovere. La colpa del degrado è di chi ancora non capisce che gli usi e costumi dell'epoca medievale (quando si rovesciavano anche i vasi da notte nelle strade, lanciando magari gli escrementi dalle finestre) non sono più concepibili in un mondo che produce quantità immani di rifiuti di ogni tipo. Ammesso e non concesso che quei luridi sistemi fossero accettabili anche nel Medioevo, quando nelle terribili condizioni dell'igiene pubblica sguazzavano e trionfavano indisturbati i bacilli della peste e del colera.

 

Selinos