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25/02/2019 17:27:00

Scrive Vincenzo Forti, su Pellegrino, Frazzitta e la solidarietà della Camera penale

 Egr. Sig. Direttore,

le scrivo in merito a quanto fatto dal mio collega Giacomo FRAZZITTA che ha ritenuto opportuno, se non addirittura doveroso, intervenire con la Camera penale di Marsala in difesa dell’on. avv. Stefano Pellegrino.

Le vicende che vedono Stefano PELLEGRINO indagato dalla Direzione Distrettuale antimafia di Palermo nulla hanno a che vedere con il suo ministero di difensore. Nulla è contestato dalla DDA al PELLEGRINO che abbia anche solo indirettamente a che fare con la sua professione di avvocato. Le vicende oggetto dell’ indagine lo coinvolgono nella qualità di “rappresentante del Popolo”. Solo ed esclusivamente in questa qualità. L’inchiesta, le intercettazioni che si trovano on line e le dichiarazioni rilasciate dall’ottimo penalista marsalese Stefano Pellegrino dimostrano in modo finora chiaro ed incontestabile che i sacchetti della spesa (beneficenza in periodo elettorale secondo il Pellegrino) siano stati consegnati a dei poveri disgraziati in cambio del voto, e che il Pellegrino interagisse con dei mafiosi al punto da richiedere loro dei curriculum vitae di soggetti ai quali conferire incarichi in seno all’ARS.

A questo punto non me ne frega assolutamente niente del processo penale e del relativo esito perché prima della responsabilità penale esiste, in capo ad un Rappresentante del Popolo, una responsabilità etica.

Rappresentare il Popolo è l’onore più alto che un cittadino possa ricevere e Stefano Pellegrino, con le sue poco opportune frequentazioni, se ne è reso, a mio parere, indegno.

E’ per questo che accuso Giacomo FRAZZITTA di avere autonomamente, personalmente ed arbitrariamente utilizzato la Camera penale per la difesa di un soggetto che non ha operato nella qualità di avvocato.

Lo accuso di non avere avuto il coraggio di firmare personalmente quello che io definisco un aborto giuridico ed etico,

Lo accuso di avere gettato discredito sull’intera categoria alla quale entrambi apparteniamo oltraggiando la nostra Toga, quella dei Magistrati e, cosa ancor più grave, l’intelligenza dei cittadini. Ha infangato anhe i giornalisti, i quali svolgono un servizio di fondamentale importanza in una democrazia: il controllo sui tre poteri. Parlare di macchina del fango per avere riportato quanto oggettivamente incontestabile inclusa la “difesa “ di Pellegrino è vergognoso.

Qui invece il fango si getta su tutti quegli avvocati onesti, preparati e dignitosi che in silenzio, spesso anche gratis, combattono contro l’arroganza del potere costituito. Avvocati, questi ultimi, che non fanno comunella per raggiungere altri fini se non quelli costituzionalmente previsti per la nostra categoria. Questi Avvocati credono nella sacralità della Toga che indossano e nella cogenza del giuramento fatto prima di potere indossare la Augusta Toga.

Vincenzo Forti