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02/03/2019 06:00:00

Birgi, Angius/1: “Continuità territoriale? Serve a poco, ecco perchè”

La Regione Siciliana ha annunciato che lo Stato ha messo a disposizione 52 milioni di euro per la continuità territoriale. Ossia misure per le zone disagiate e isolate per aumentare i collegamenti con il resto d'Italia. Per l'aeroporto di Trapani Birgi, vista la vicinanza con Palermo, le destinazioni che possono essere finanziate non sono poi così appetibili: Trieste, Napoli, Brindisi, Ancona, Parma e Perugia. Il sindaco di Trapani Tranchida ha detto che con questo sistema non si va da nessuna parte. Paolo Angius, presidente di Airgest, la società che gestisce l'aeroporto di Birgi, lei è d'accordo?

 

Sono d'accordo al 100%. Noi abbiamo coinvolto i comuni della provincia, li abbiamo incontrati nei giorni scorsi e abbiamo partorito queste rotte. Che non sono le migliori che si potessero richiedere ma sono le uniche conformi ai principi della continuità territoriale.

 

Perchè non c'è il collegamento con Roma o con Milano?

 

Per due ragioni. Intanto perchè già ci sono. Ma soprattutto perchè ci sono già su Palermo, che dista meno di un'ora da Trapani, per quelli che sono i principi giurisprudenziali sulla continuità territoriale, anche se noi non li avessimo già di nostro, non potremmo comunque metterli. Per la continuità territoriale, che ha molti vizi, che si ha in Sardegna si vola a Milano e Roma con un range di cifre tra 50 e 70 euro a tratta per i passeggeri. E' un gran prezzo rispetto a quelli a cui siamo abituati in Sicilia. Purtroppo in Sicilia non è stata mai trattata la continuità in questi termini. C'è da dire che per l'ottusità della Comunità Europea la Sicilia è meno isola della Sardegna. Ma per quello che è lo stato degli aeroporti, Trapani avendo meno di un'ora di strada da Palermo, più di questo non può chiedere. Devo dire che Trieste è abbastanza richiesta, anche Parma.

 

Questo discorso sulla continuità territoriale, fortemente voluta dai 5 Stelle, con la gara che è stata vinta da Alitalia con l'arrabbiatura di Meridiana e Ryanair, fa parte di una politica sovranista. L'impressione è che tutto nasca per aiutare Alitalia più che per garantire continuità.

 

Sarebbe grave se così fosse e non mi pronuncio. Mi limito a un dato. Essendo il presidente di un aeroporto che, visto il quadro normativo, ha difficoltà ad ottenere voli, qualunque cosa porti a traffico aereo sono destinato ad accettarlo. Anche questi passeggeri, anche se non troppi, sono utili. Da contribuente osservo che il rapporto costi-benefici di queste rotte non è dei migliori.

 

Quanto paga lo Stato, e quindi noi, per queste rotte?

 

Per essere ottimisti, e fare un calcolo, lo Stato pagherà tra i 50 e i 60 euro a passeggero di queste rotte.

 

Significa che per chi va, ad esempio, a Brindisi, paga 60 euro e 60 euro li mette lo Stato.

 

Il concetto è questo. Se Trapani dovesse avere circa 22 milioni di euro, che è quello stanziato dal Ministero delle Infrastrutture, noi consideriamo che ogni passeggero costerà circa 50 euro allo Stato.

 

Si parla da tempo di una fusione di Birgi con Palermo, o ancora di un polo regionale, o ancora di due poli, uno per la Sicilia Orientale e uno per la Occidentale. Lei ci crede?

 

Io ci credo, non da ora ma da dieci anni. Da quando insegnavo all'Università e parlavo di poli aeroportuali. Ne ho creato uno che è il Polo degli aeroporti Toscani, ho lavorato al Polo Veneto. Quindi sono d'accordo ma da tempo. La migliore delle cose sarebbe che la Regione spingesse pre la creazione di un Polo unico regionale. Se questo non fosse possibile dovrebbe prevedere come primo passo il Polo con Palermo e Trapani.

 

E Pantelleria?

 

Volendo anche Pantelleria e Lampedusa. Che sono gestiti direttamente dall'Enac, però.

 

 

 

Il tema aeroporto di Trapani Birgi richiama sempre molta attenzione. Che fine hanno fatto tutti quei collegamenti che si dovevano attivare con la gara d'appalto? Solo poche tratte sono state affidate, che già tra l'altro c'erano, e tutte le altre? Con la continuità territoriale non c'azzecca nulla?

 

La partita del co-marketing, della gara, è diversa ed è molto più interessante rispetto alla continuità territoriale. Sia in termini di numeri che di passeggeri che dovrebbero arrivare Trapani-Birgi.

 

A che punto siamo con questa partita.

 

C'è stata un primo risultato che ha portato all'assegnazione degli slot su Roma Milano e Torino, che parte adesso, e devo dire che dal punto di vista nazionale Trapani non è messa male, perchè copriamo tutto il territorio.

 

Mancano i voli internazionali, che sono quelli che portano turisti.

 

Mancano questi. Che sono quelli che portano più turismo e ricchezza al territorio. A proposito della gara devo dire grazie al Comune di Marsala, Comune capofila. Si sta lanciando adesso la seconda tranche che è una procedura negoziata.


Cosa succederà?

 

La Cuc Trinakria, che è l'ente pubblico che sta gestendo questo bando, incaricato dal sindaco di Marsala, provvederà ad invitare almeno 5 compagnie per tutti quelli che sono i lotti rimanenti.

 

Quanti sono?

 

Sono 22 lotti, 22 aree geografiche da raggiungere.

 

 

Sanno già chi invitare?

 

Noi come aeroporto abbiamo avuto una richiesta di aiuto dal sindaco di Marsala, e abbiamo indicato 50 compagnie aeree. La Cuc inviterà non meno di 5, dovrebbero essere le più rappresentative. Speriamo nella capacità della Cuc Trinakria nel riuscire tirar fuori qualcosa di buono.

 

Anche se è un aspetto che segue la Cuc e i Comuni lei questa vicenda la segue con attenzione?

 

La seguo con bonaria attenzione. Il nostro piano industriale si basa anche sull'esito delle trattative.

 

Quello che tutti si chiedono riguarda i tempi.

 

Speriamo il più veloce possibile. La Cuc nella prima fase è stata veloce ed efficiente.

 

Ci si mangia le mani per il tempo perso nella prima gara, quella impugnata da Alitalia al Tar e poi bocciata.

 

Abbiamo perso un anno, se non ci fosse stato quel pronunciamento non saremmo in questa situazione. Fece ricorso, l'Alitalia, in uno stato di amministrazione straordinaria, su cui giuristi e amministrativisti possono dibattere per anni. Quello che grida vendetta è però che l'aeroporto di Trapani è praticamente al 100% pubblico, Palermo quasi del tutto pubblico, Alitalia è anche statale (oltre che essere una piaga pubblica). Tutti soggetti pubblici che anziché remare insieme si fanno la guerra. Questo significa che c'è una carenza di politica nazionale che non rema a favore degli interessi del territorio.