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19/03/2019 09:06:00

Marsala: assolto da lesioni e minaccia a ex moglie, condannato per mancato mantenimento

Il 49enne tunisino Ahmed Zormati è stato assolto dalle accuse di lesioni e minaccia all’ex moglie, ma condannato ad un mese di reclusione per non aver erogato i “mezzi di sostentamento” al nucleo familiare. Dall’accusa di minaccia è stato assolto “perché il fatto non sussiste”, mentre per le lesioni il giudice ha dichiarato il non doversi procedere per “ne bis in idem”. Per questa seconda accusa, infatti, il nordafricano, difeso dall’avvocato Salvatore Bilardello, era stato recentemente processato e assolto in un processo parallelo.

I fatti contestati erano gli stessi. Nel processo davanti al giudice monocratico Iole Moricca, lo scorso 4 febbraio, era stata ascoltata l’ex moglie di Zormati, Fathma, di 13 anni più giovane del marito. La donna, che aveva deciso di separarsi, aveva sporto denuncia alla fine del 2013. E in quel periodo, insieme ai suoi due bambini, era andata ad abitare nella casa di un’amica, anche lei con due bambini, in via dei Normanni, nella zona dello stadio municipale di Marsala. E qui, il 22 dicembre 2013, sarebbe arrivato, insieme ai suoi fratelli, Ahmed Zormati. “Mio marito – ha dichiarato Fathma in aula – mi ha colpito alla spalla e al braccio destro con un bastone di ferro. La mia amica, poi, mi ha portato al Pronto soccorso di Marsala. E qui sono arrivati i carabinieri, ai quali ho raccontato tutto quello che era accaduto. Poi, sono state avviate le pratiche per il divorzio”.

La donna ha, inoltre raccontato che poco tempo prima aveva prestato del denaro al marito e quando l’aveva visto arrivare gli aveva chiesto di ridarglieli. “Sempre con una bastone di ferro – ha continuato Fathma – i suoi fratelli hanno rotto la porta e la finestra della casa della mia amica”. Anche quest’ultima è stata ascoltata in aula. “Quando è arrivato Ahmed Zormati – ha detto – io ero a letto. Ho sentito le grida, poi anch’io sono stata aggredita. E pensare che qualche tempo prima ero pure andata a pulire e sistemare casa sua perché dovevano venire le assistenti sociali e che quando veniva a casa mia gli facevo il caffè e ascoltavo tutto quello che mi diceva…”. In difesa delle due donne è, poi, intervenuto un libico, che si è azzuffato con Zormati e che per questo era finito per essere indagato come lui. La posizione del libico, però, è stata poi stralciata. 



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