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24/03/2019 06:00:00

I poliziotti infedeli che scambiavano favori e informazioni top secret con Lo Sciuto

 Ci sono anche tre poliziotti infedeli arrestati nell’operazione Artemisia, che ha fatto luce su una sorta di super loggia segreta che partiva dalla provincia di Trapani e coinvolgeva esponenti politici regionali.

Organizzatore di questa “cosa nuova” era Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale, componente della commissione parlamentare antimafia.
Tra i 27 arrestati ci sono anche tre poliziotti. Avrebbero rivelato notizie riservate in cambio di favori, come assunzioni o trattamenti economici in favore di mogli e parenti.

A finire in manette Salvatore Passanante, ispettore al Commissariato di Castelvetrano, Salvatore Virgilio, assistente capo in servizio alla Dia di Trapani, Salvaotre Giacobbe, assistente capo alla Questura di Palermo.


Fornivano informazioni segrete soprattutto all’ex deputato Lo Sciuto, ma avevano anche dei rapporti di corruzione con i vertici di Inps e Anfe, sempre attraverso il politico di Castelvetrano.
Tra tutti spicca Salvatore Passanante, in servizio a Castelvetrano, in strettissimi rapporti con Lo Sciuto. Si scambiano informazioni e commenti su quello che succedeva nel gruppo “criminale”, sui rapporti che si erano sviluppati direttamente con il Ministero dell’Interno allora guidato da Angelino Alfano. E proprio Lo Sciuto avrebbe contattato il Ministero degli Interni al fine di caldeggiare l’assegnazione di Passanante all’Agenzia di Informazione per la Sicurezza del Ministero.


Passanante figura spesso nelle oltre mille pagine di ordinanza sull’inchiesta Artemisia. I suoi rapporto con Lo Sciuto erano solidi e frequenti. Lui e altri poliziotti fornivano informazioni riservate, come le operazioni di bonifica dalle cimici e indagini in corso. Scrivono i magistrati su Passanante:


non aveva nessuna remora a riferire al politico dell’esistenza di un procedimento penale, pendente presso la Procura di Marsala, che vedeva coinvolto l’addetto alla DIA per l’attività di bonifica ambientale effettuata. Il PASSANANTE, invero, alterava volutamente la realtà per allontanare quanto più possibile le proprie responsabilità in merito all’avvio dell’indagine in corso, riferendo che la genesi della vicenda era da ricercarsi in un esposto anonimo giunto in Procura e nella successiva delega di indagine assegnatagli dal Procuratore…”


Il Funzionario della Dia è Salvatore Virgilio, in servizio a Trapani. Alle mogli di Passanante e Virgilio, Giovanni Lo Sciuto avrebbe fatto ottenere l’assunzione presso l’Anfe di Paolo Genco, che Passanante e il politico a telefono chiamavano “il tonno”.

Uno scambio di favori continuo. Passanante tramite Lo Sciuto e Rosario Orlando, funzionario dell’Inps di Trapani, aveva fatto ottenere il riconoscimento dell’invalidità al suocero. Il funzionario e il politico poi ricevono in regalo due monili d’oro.

L’altro poliziotto beccato con le mani in pasta è Salvatore Giacobbe, assistente capo della polizia alla Questura di Palermo. Nel mezzo ci sono anche gli affari sull’accoglienza. La moglie di Giacobbe è a capo di una cooperativa per la gestione di un centro di accoglienza per minori migranti. Lo Sciuto su indicazione del poliziotto si sarebbe attivato per far accelerare l’esame di una pratica per l’approvazione delle tabelle diabetologiche indispensabili per l’accreditamento alla Regione della cooperativa. In cambio di questi favori Lo Sciuto avrebbe ricevuto informazioni riservate dal poliziotto, tramite il cugino. Informazioni importanti e segrete, cioè che l’ex onorevole era sottoposto a intercettazioni telefoniche in un’inchiesta presso la Procura di Palermo e poi a Trapani. L'inchiesta riguardava proprio le intercessioni del politico verso Asp e Inps di Trapani.

Poliziotti, che dovevano servire lo Stato, i cittadini, ma invece - da quello che emerge dall’inchiesta - svendevano la divisa.