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02/04/2019 06:31:00

Mafia, Mazara: la villa a Tonnarella di Totò Riina. La storia / 2

 Ieri abbiamo iniziato a raccontarvi ciò che emerge dalla lettura delle 33 pagine del decreto di confisca, nei confronti del capo mafia Salvatore Riina – deceduto il 17 novembre 2017 – e dei suoi eredi. Oggi continuiamo il racconto che si concluderà domani.

LA QUERELLE PER LA ‘RESTITUZIONE’ DELLA CASA A NINETTA BAGARELLA –  “Inoltre – come si legge sempre nella sentenza di confisca nei confronti di Totò Riina – l’identificazione della persona che pretende la restituzione della casa e che afferma di esserne proprietaria (Ninetta Bagarella) trova indiscutibile conferma nella successiva risposta della Cardinetto, la quale proseguendo nel discorso affermava che, se la casa fosse stata restituita alla richiedente, sarebbe stata sicuramente oggetto di sequestro patrimoniale”; ed infatti, la circostanza che la casa potesse essere oggetto di confisca conferma indiscutibilmente che chi ne pretendeva la restituzione non era certamente il formale proprietario (Vito Calandrino), ma chi con certezza sarebbe stato destinatario di confisca della casa, come la moglie del capomafia Riina Salvatore. Tale ricostruzione è ulteriormente avvalorata dal prosieguo del dialogo, laddove il fratello di Totò ‘u curtu’, Gaetano, parlando sempre della richiesta di restituzione della casa, si riferiva esplicitamente al di lui fratello e proponeva alla moglie di trasferirsi subito ad abitare nella “casa di Concetta” portando via solo il necessario e lasciando tutto il resto nell’immobile per una forma di ripicca’; a sua volta.

V. Si…

R: Perché l'altra volta non me l'ha fatto capire che lei va...

V: Si... ma ti ha detto che la vuole?... questo sento a dire...

R: Si..si.....si

V: E da quel punto in poi gliela prendono....diglielo...di allora in poi...poi gliela prendono perché giù...gli macinano poi le corna...

R: Siccome lei... problemi non ne ha perché ti ho detto... lei problemi non ne ha... siccome io...ora lei sente questo discorso... lei ti faccio vedere mi impone che vuole...la...

V: Uhm...eh...

R: Questo per dispetto...ed io so quello che le devo dire...quello che le devo rispondere... e le dico...a giugno del 2012 tu avrai... però le chiavi non gliele porto a lei... glielo dirò pure in faccia... guarda che le chiavi le devo portare a chi le devo portare...

R: Mi è stato detto: Vedi che tu qua non centri...

V: Va bene...

R: ...e quindi non è che posso dire... ed io non me ne rimancio…

V: Ti hanno detto si...

R: no... me lo ha detto mio fratello... me lo ha detto...

V: Eh!

R: (incomprensibile ndr) che c'avevo la mia quota...

V: Perciò!!!

R: non sò quanto... perché non si è stabilito quanto... però in parte...

V: In parte ti tocca....

R: Ma (incomprensibile ndr) stabilisco io quanto... non mi salutano più... ed io che ci posso fare... mi metterà... mi metterà il puntiglio che ...va bene... già io ho i piani per i fatto miei... ce ne andiamo ad abitare nella casa di Concetta ... quello che non ci serve le lasciamo tutte cose qua dentro...

Dal suddetto dialogo, secondo gli inquirenti, emerge chiaramente la riconducibilità di detto immobile a Salvatore Riina. Ma gli ascolti clandestini degli investigatori non finiscono qui.

INTERCETTAZIONI IN CARCERE ANCHE COL ‘CAPO DEI CAPI’ – La rassicurazione, alla nipote Maria Concetta, sulla casa di Tonnarella, arriva direttamente da Totò ‘u curtu’: “duoco” (cioè dove i predetti adesso abitavano, e quindi nella casa di via degli Sportivi) potevano stare tranquilli, purché continuassero a pagare un “affitticieddu”. Tale riferimento al pagamento di un “piccolo canone di locazione” quale condizione per evitare il sequestro dell’immobile pare effettivamente spiegabile sul piano logico nel senso, cioè, che il contratto di locazione era soltanto uno strumento utilizzato al fine di evitare l’apprensione da parte dello Stato di un altro bene a lui indirettamente riconducibile. Tale ricostruzione è emersa dalla intercettazione ambientale (operata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo) all’interno della sala colloqui della Casa Circondariale di Milano – Opera, realizzata il 27/10/2007 ed intercorsa tra Salvatore RIINA, la nipote Maria Concetta (figlia di Gaetano), avvenuta alla presenza anche dei genitori di quest’ultima.

 

Alessandro Accardo Palumbo

www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo

         Twitter: @AleAccardoP