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04/04/2019 08:36:00

Operazione antimafia “Scrigno”. Torna in libertà anche il marsalese Biagio Bianco

  Per “mancanza dei gravi indizi di colpevolezza”, il Tribunale della Libertà ha disposto la scarcerazione per un altro dei presunti mafiosi marsalesi arrestati, lo scorso 5 marzo, nell’operazione “Scrigno”.

A tornare in libertà è stato Biagio Bianco, di 51 anni, non nuovo all’arresto per fatti di mafia. Nel 1993, infatti, era finito nella maxi “retata” seguita alla guerra di mafia che l’anno precedente aveva insanguinato le strade di Marsala. Poi, però, venne assolto. Un mese fa, con l’operazione “Scrigno”, un nuovo inciampo giudiziario, anche se adesso è tornato in libertà su richiesta dell’avvocato difensore Giacomo Frazzitta. Secondo l’accusa, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata un mese fa dal gip di Palermo Piergiorgio Morosini, Biagio Bianco, insieme a Diego e Salvatore Angileri, padre e figlio, di 82 e 46 anni, scarcerati lo scorso 26 marzo (su istanza dell’avvocato difensore Luigi Pipitone), farebbe parte di Cosa Nostra. In particolare, i pm della Dda gli contestano di “aver fatto parte della famiglia mafiosa di Marsala, mantenendo, attraverso il continuo scambio di comunicazioni, un costante collegamento con gli associati, anche di differenti articolazioni territoriali, assicurando il controllo del territorio e il procacciamento di voti in occasione di competizioni elettorali”. Nell’ordinanza del gip Morosini, si fa anche la cronistoria dei vertici della “famiglia” marsalese, che, si legge, “è stata retta sino al 2003 da Bonafede Natale, poi sostituito da Rallo Antonino inteso Vito (divenuto nel frattempo latitante per sfuggire alla condanna all’ergastolo emessa nei suoi confronti) che la ricopriva sino alla data del suo arresto avvenuto nel 2007. Poi nel 2007 Rallo Vito Vincenzo succedeva al fratello Antonino ed assumeva incarico di vertice che manteneva solo sino al 03.07.2009, essendo intervenuto a suo carico un provvedimento restrittivo della libertà personale”.

Gli altri marsalesi arrestati nell’operazione “Scrigno” sono l’imprenditore edile Vincenzo Ferrara, Pietro Maltese e Giuseppe Piccione. Quest’ultimo figlio del boss Michele Piccione.