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09/04/2019 06:00:00

Rifugiati e integrazione. La bella storia dei ragazzi che fanno Servizio civile a Trapani

Sono arrivati in Sicilia come tante altre migliaia di persone partite dalle coste libiche. Hanno attraversato il Mediterraneo, rischiando la vita. Sono stati ospitati nei centri di accoglienza. Adesso aiutano i ragazzi come loro, i ragazzi arrivati dall’Africa per scappare da guerre e miseria.
Sono Mohamed, Mamadou, e Alaghie, che vivono a Valderice e da rifiugiati adesso operano come mediatori culturali con un progetto di servizio civile con la cooperativa Badia Grande.

Dallo status di richiedenti asilo durante l’ospitalità presso il centro di accoglienza di Alcamo gestito dalla cooperativa sociale Badia Grande, hanno deciso di fare un passo avanti sposando l’opportunità di compiere il servizio civile per un anno.

Sono quasi ventenni, e da un paio d’anni vivono in provincia di Trapani. Moahmed Ali Adam, proveniente dalla Somalia, Mamadou Jallow e Kawsu Alaghie Cessay gambiani, hanno da poco terminato gli studi e hanno conseguito la licenza media con ottimi voti. Finiti gli studi hanno deciso di fare qualcosa in più. Hanno partecipato ai bandi di servizio civile per diventare volontari nel sociale. E ci stanno riuscendo. “E’ un percorso importante per noi, per fare esperienza, anche per conoscere altre culture ed aiutare i ragazzi che hanno vissuto ciò che abbiamo vissuto pure noi. Abbiamo organizzato tanti progetti, stiamo facendo un buon lavoro”, dicono.


Non hanno intenzione di andar via dalla Sicilia, di prendere la strada del Nord Italia, o dell’estero. Mohamed, Mamadou e Alaghie stanno bene in Sicilia, e vedono in questo progetto un’opportunità per integrarsi e per sviluppare delle competenze. Ma soprattutto è l'occasione per restituire il sostegno e l'accoglienza avuta in questi anni. Ognuno di loro parla almeno tre lingue, e ha mille storie da raccontare, mille storie viste, occhi pieni di vita che vogliono adesso mettere al servizio degli altri. “Voglio fare questa esperienza anche per aiutare persone come noi”. Tutti i ragazzi hanno superato le selezioni per il progetto "Sani e Salvi", rivolto ai migranti. Mohamed, che ha fatto in Somalia il giornalista sportivo in radio, e Alaghie, prestano servizio presso il centro Sprar di Bonagia, Mamadou invece presta servizio al CAS di Valderice.


Questi ragazzi da ospiti del centro di accoglienza adesso fanno i mediatori con i loro connazionali, in un percorso integrato con il servizio civile.
Sono percorsi virtuosi, questi, che puntano ad una migliore integrazione dei rifugiati nel nostro Paese.
Il percorso dei tre ragazzi di Badia Grande non è l’unico, in questo periodo, che va nella direzione dell’inclusione e dell’integrazione.


Il Consorzio Solidalia, infatti, insieme a “Mestieri Sicilia”, ha promosso il bando “PUOI” - Protezione Unita a Obiettivo Integrazione – un progetto basato sull'attivazione di doti individuali di inserimento socio-lavorativo destinate a immigrati titolari di protezione internazionale ed umanitaria regolarmente soggiornanti in Italia. Obiettivo dell’Avviso – promosso e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - è di incoraggiare la realizzazione di percorsi integrati di inserimento socio-lavorativo con il coinvolgimento degli operatori pubblici e privati del mercato del lavoro.
Grazie ad un importante lavoro di intermediazione, il Consorzio Solidalia si affida all'Agenzia per il lavoro “Mestieri Sicilia” che potrà attivare sul territorio fino ad un massimo di 75 percorsi integrati di inserimento socio-lavorativo nell’ambito del Progetto.


I destinatari (titolari di protezione internazionale e umanitaria, titolari di permesso di soggiorno, cittadini stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale) svolgeranno tirocini retribuiti (500 euro al mese) della durata di sei mesi. Le imprese ospitanti il tirocinio otterranno un contributo pari a 600 euro per lo svolgimento dell’attività di tutoraggio e affiancamento durante l’esperienza di tirocinio.