Quantcast
×
 
 
08/05/2019 06:00:00

Marsala, ancora morte allo Stagnone. E' emergenza sicurezza per i kiters.Cosa si può fare?

Domenica scorsa lo stagnone di Marsala per l’ennesima volta si è trasformato, purtroppo, in luogo di morte. Una nuova tragedia del kitesurf ha coinvolto un uomo di nazionalità tedesca di 65 anni, che è rimasto ucciso quando una folata di vento ha alzato il suo kite, facendolo schiantare contro un'auto. Il dramma si è consumato davanti ai familiari che hanno assistito impotenti all'incidente.

La vittima non era un esperto kiter, non apparteneva ad alcuna scuola della zona e non aveva le dotazioni di sicurezza previste dalla recente ordinanza della Capitaneria di porto. Questo nuovo incidente ci fa ripiombare alla triste realtà vissuta lo scorso anno. Il 2018, infatti, è stato un anno tragico per il mondo del kitesurf, che ha ormai nella Laguna dello Stagnone di Marsala un luogo di riferimento a livello internazionale.

Sono tre i kiters che hanno perso la vita lo scorso anno nel giro di pochi mesi. A giugno è morto Federico Laudani, 31 anni, di Tivoli. E’ stato colto da un malore fatale, ed è annegato nelle acque basse della laguna.

Il 12 settembre è morto un uomo di origine polacca, un turista venuto con la famiglia in vacanza a Marsala. E' stata proprio la famiglia a dare l’allarme: la moglie dell'uomo e il figlio si aggiravano per la costa nord di Marsala chiedendo informazioni sul loro congiunto che non aveva fatto rientro dopo l'uscita con il kite.

A pochi giorni dalla morte del kiter polacco, il 19 settembre purtroppo ancora una vittima allo Stagnone di Marsala. A perdere la vita è stato un 45enne, di nazionalità francese. L’uomo era con un gruppo di amici, suoi connazionali, e si stava preparando per uscire con il kite, all'altezza del residence Santa Maria. Era già allacciato al kite, nelle operazioni preliminari, quando il gruppo è stato raggiunto da un'improvvisa folata di vento che ha fatto alzare in volo il kite al quale era attaccato l'uomo, trascinandolo per 400 metri lungo la terraferma. L'uomo ha sbattuto ripetutamente per terra, ed è morto subito per i colpi che ha ricevuto.

Dopo queste quattro morti, cambierà qualcosa o no? La stagione estiva sta per arrivare e, anche se il kite allo Stagnone si pratica tutto l'anno, si intensifica in questi mesi, bisogna fare qualcosa e subito. Il problema sicurezza dovrebbe essere affrontato diversamente, con altri e ulteriori controlli e con protocolli specifici. Evidentemente la sola ordinanza non basta. Viene rispettata, ad esempio, la distanza minima di 200 metri dalla riva, dove poi i kiters possono iniziare a veleggiare o iniziano a farlo proprio dalla terraferma? Forse, oltre, ad una regolamentazione dell’area che manca, servirebbe che, a scrivere queste regole fossero gli esperti o le stesse federazioni sportive in modo tale che possano stabilire il via libera o meno alla pratica dello sport a seconda delle condizioni meteo, o, magari, imporre di non far praticare l'attività in solitario a chi non ha conseguito un certo livello di preparazione e competenza, senza dimenticare che c’è sempre il problema della mancanza di postazioni fisse di soccorso. Insomma, tantissime variabili per uno sport che deve tornare ad essere divertimento, libertà e natura e non dramma.