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20/05/2019 06:00:00

Cosa sappiamo sull'ultima inchiesta su rifiuti e inquinamento in provincia di Trapani

 “Benedè, un bordello d’acqua c’era, Benedè”. Era stupito anche lui, anche uno dei dipendenti di Energetikambiente si era meravigliato di quanta acqua, per l’esattezza percolato, avesse sversato dai cassoni del camion della spazzatura. Condivideva la sua meraviglia con Benedetto Cottone, capo cantiere della società che gestisce la raccolta rifiuti ad Alcamo e in molti comuni della provincia di Trapani.


Sapevano tutto i due referenti locali dell’azienda finiti in manette nell’ennesima inchiesta su inquinamento ambientale e rifiuti in provincia di Trapani. Questo viene fuori dalle indagini che hanno portato all’arresto di Giovanni Maria Picone e Benedetto Cottone, rispettivamente responsabile operativo per l’Italia meridionale e procuratore di 2° livello con funzioni di capo cantiere della società Energetikambiente srl, società appaltatrice del servizio di gestione integrata dei rifiuti per il Comune di Alcamo e di altre città in provincia di Trapani.


Le indagini, iniziate dal settembre 2018 e sviluppate anche mediante il ricorso a intercettazioni telefoniche videoriprese, sono state condotte dai militari del nucleo investigativo polizia ambientale agroalimentare e forestale coordinate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dei sostituti procuratori Dario Scaletta e Laura Siani. Con Picone e Cottone sono indagati anche altri sei dipendenti della stessa società. Si tratta di Adriano Stellino, Francesco D’Angelo, Federico Cutino, Gaetano La Rocca, Alessandro Adamo e Salvatore De Martino.


I carabinieri hanno contestato il sistematico sversamento dei rifiuti liquidi prodotti dalla frazione organica dei rifiuti urbani, e la dispersione dei rifiuti prodotti dallo spazzamento delle strade che consentivano un abbattimento dei costi del servizio, e dall’altro un costante danno ambientale.
I rifiuti venivano abbandonati a Partinico (Palermo)
nell’area originariamente destinata ad autoparco aziendale della società Energetikambiente srl e destinata come centro di stoccaggio e smaltimento rifiuti speciali ed urbani pericolosi e non pericolosi. “Le risultanze delle attività di videoripresa – si legge nelle cinquantadue pagine di ordinanza di custodia cautelare – dimostrano che all’interno dell’autoparco gestito da Energetikambiente lo smaltimento illecito di rifiuti avveniva sistematicamente. Nello stesso modo – scrivono ancora i magistrati – è avvenuto lo smaltimento dei liquidi derivanti dal lavaggio delle cisterne dei mezzi”.


L’inquinamento ambientale avveniva attraverso lo sversamento dei rifiuti liquidi prodotti dalla frazione organica dei rifiuti urbani, il percolato, ma veniva sversato anche ciò che veniva prelevato dal servizio di spazzamento delle strade.


Perchè questo illecito sversamento? Semplice, alla società permetteva un notevole risparmio sui costi per il corretto smaltimento.
Sono stati anche sequestrati 10 autocarri adibiti al servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, l’area di Partinico in cui venivano sversati i rifiuti.
L’indagine è andata avanti grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche e alle immagini catturate dalle telecamere nascoste sul posto in cui venivano sversati i rifiuti. Ma l’inchiesta non è chiusa. Nei giorni scorsi infatti ci sono state perquisizioni negli uffici aziendali di Energetikambiente e in altre strutture ad essa collegata.

“Vabbè mettilo li. Lo spegni e lo lasci scolare … perché la spazzatura sarà piena d’acqua”. Così parlava Benedetto Cottone, capo cantiere della società Energetikambiente per il comune di Alcamo al dipendente che gli chiedeva che fare di tutta quella “acqua”, che poi era un rifiuto. Poi lo stesso dipendente si sorprendeva di quanta acqua scorresse dal camion sui terreni di Partinico.
A Partinico  c’erano anche tanti rifiuti elettronici, Raee, che dovevano essere smaltiti in qualche modo. Cottone decide di portarli a Marsala, al CCR di Cutusio. I rifiuti però non viaggiano con alcun formulario, con nessun documento identificativo, per gli inquirenti si tratta di uno smaltimento abusivo di rifiuti bello e buono.


Un giorno, invece, al Centro di raccolta di Alcamo arrivano i Carabinieri per un’ispezione.
E’ il panico. Viene contattato Cottone, che a sua volta cerca di mettersi in contatto con Picone. Il CCR non è in buono stato, per gli inquirenti si svolgeva una attività abusiva di stoccaggio rifiuti. Quando c’è l’ispezione Cottone riceve le indicazioni da Picone: “Vedi un po’ cosa vogliono, gli spieghi un po’ la dinamica del servizio. Se ci dovesse essere qualcosa che non va...eehh… gli spieghi è qui perchè è in transito, non so!”. Questa mossa rende certo agli inquirenti che Picone fosse a conoscenza di tutto.


Il sistema di gestione dei rifiuti in provincia di Trapani finisce ancora una volta sotto inchiesta.
Un’inchiesta per inquinamento ambientale che coinvolge direttamente Energetikambiente e che colpisce non solo gli operai ma soprattutto due referenti dell’azienda sul territorio.
E’ di qualche mese fa, un’inchiesta simile, che ha coinvolto la Sicilfert di Marsala, finita sotto sequestro per inquinamento ambientale e traffico illecito di rifiuti. Anche in quel caso era stato scoperto un illecito sversamento di percolato.