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29/05/2019 08:17:00

Marsala, imprenditori e falsi operai a processo. Truffavano l'Inps sulla disoccupazione

Truffa aggravata ai danni dell’Inps (per un ammontare complessivo di circa 268 mila euro) e falso ideologico sono i reati per i quali il gup di Marsala Annalisa Amato ha rinviato a giudizio 45 persone.

Si tratta di imprenditori e dipendenti (almeno sulla carta), che in concorso avrebbero chiesto e ottenuto “indennità di disoccupazione, per l’accusa non dovute, tra 600 e 12 mila euro ciascuno. Il processo, davanti il Tribunale di Marsala, inizierà il prossimo 18 settembre.

Gli imprenditori rinviati a giudizio sono Giovanni Di Dia, di 49 anni, di Marsala, Salvatore Leggio, di 40, di Partinico, e Giuseppe Romualdo Bonafede, di 60, marsalese, ma residente a Trappeto. Per loro, c’è anche l’accusa di associazione per delinquere. Al centro della vicenda c’è l’impresa edile “AGEMA srl” di Marsala, di cui Di Dia, ritenuto “promotore, costitutore ed organizzatore”, è stato amministratore unico dal 30 gennaio 2014 al 30 luglio 2015, mentre Leggio, ritenuto “partecipe”, ha ricoperto analoga carica dal 31 luglio 2015 in poi. Bonafede, invece, dell’Agema sarebbe stato responsabile pro-tempore. Secondo l’accusa, i tre si sarebbero associati allo scopo di truffare l’Inps, stipulando con i “falsi operai” contratti per “false assunzioni”, per poi interrompere i rapporti con “falsi licenziamenti”. Ciò al fine di fare incassare a 43 marsalesi non dovute “indennità di disoccupazione”. I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2014 e il 2016. I “falsi operai” coinvolti nell’indagine (qualcuno ha già patteggiato) sono Antonio Natale Bonventre, di 62 anni, Andrea Brugnone, di 57, Maurizio Barraco, di 48, Domenico Francesco Accardi, di 49, Antonino Massimo Accardi, di 45, Claudio Acunzo, di 40, Luca Vito Crimi, di 53, Antonino Massimo Crimi, di 48, Carlo Casano, di 51, Vito Di Dia, di 51, Pietro Giuseppe Demma, di 36, Roberto Denaro, di 58, Luigi Firenze, di 57, Francesco Giacalone, di 46, Francesco Gerardi, di 47, Antonino Laudicina, di 62, Antonino Lombardo, di 58, Pasquale Umile, di 58, Alex Mancini, di 24, Giuseppe Angi, di 30, Giovanni Angileri, di 30, Salvatore Pellegrino, di 43, Antonino Palmeri, di 38, Tanio Pinto, di 33, Alexandra Elena Predea, di 28, romena residente a Marsala, Vincenzo Parisi, di 29, Paolo Rallo, di 60, Vincenzo Antonino Rallo, di 64, Mario Andrea Susino, di 64, Bernardo Sata, di 62, Santo Settimo Tumbarello, di 65, Fausto Omar Teri, di 42, Alessandro Antonino Trombino, di 42, Alessandro Testa, di 33, Giuseppe Titone, di 47, mazarese, Gaetano Zizzo, di 44, Francesco Chirco, di 45, Vincenzo Catalano, di 54, Pietro Bellissimo, di 42, Angelo Giacalone, di 42, Alberto Giacalone, di 54, Girolamo Scalia, di 48, e Nicolò Titone, di 48.

Tra gli avvocati difensori, Gianpaolo Agate, Salvatore Petronio, Francesco Moceri, Vito Cimiotta, Duilio Piccione, Alessandro Casano, Francesco Truglio, Giacomo Frazzitta, Stefano Pellegrino, Giovanni Galfano, Massimiliano Tranchida, Edoardo Alagna, Silvia Di Girolamo, Salvatore Fratelli, Leo Genna, Gaetano Di Bartolo, Walter Renda, Giacomo Pipitone, Graziella Rallo, Francesca Lombardo, Gabriele Pellegrino e Francesca Frusteri e Paolo Baiata.

Nelle carte dell’accusa si parla di “più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso con artifici e raggiri”, consistenti anche “nell’omettere le comunicazioni e le denunce di inizio cantiere agli istituti Inail (obbligatoria) e alla Cassa edile trapanese (Cetima) al fine di eludere le investigazioni dell’autorità ed i controlli in materia di lavoro”. Nonché, naturalmente, ad indurre “in errore” i funzionari dell’Inps per ottenere l’erogazione delle indennità di disoccupazione.