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17/06/2019 06:00:00

Antonio Parrinello: “Noi giovani agricoltori indifesi e ignorati dalla politica”

Antonio Parrinello, ha fondato con alcuni amici un comitato di giovani agricoltori di Marsala e non solo. Alcuni lo fanno per lavoro, altri per passione, uniti perchè davanti la crisi dell'agricoltura e la difficoltà di avere nuove leve nel settore, nessuno fa nulla, soprattutto la politica.

 

Io mi chiedo perchè nessuno prenda le difese del settore agricolo, in primo luogo la politica.

 

La giunta Di Girolamo a Marsala aveva un assessore alle politiche agricole, Antonino Barraco, che era molto capace e se l'è lasciato sfuggire.

 

Un agricoltore moderno, partito da zero e va avanti. Poi si è dimesso perchè non poteva lavorare. Io non so neanche chi sia adesso l'assessore all'agricoltura a Marsala.

 

Infatti dopo le sue dimissioni non è mai stato sostituito. Ha preso la delega il sindaco che non ha molte competenze in materia.

 

Il sindaco è andato al Vinitaly e ha detto che gli agricoltori stanno bene. Forse non sa com'è la situazione. Non vive l'agricoltura, non sa cosa fa un agricoltore. Noi rischiamo di abbandonare tutto da un giorno all'altro, anche perchè la legge ce lo consente.

 

Come succede con le vendite dei catastini.

 

E' il reimpianto dei vigneti che si può portare da una regione ad un'altra. Io ho un ettaro di terreno e lo voglio vendere, lo compra un imprenditore del nord che può “spostare” il vigneto.

 

Nel senso che compra il terreno e con esso il diritto di produzione, che però non esercita lì ma nella sua regione dove gli conviene. Questo ha consentito che molte persone che non potevano più lavorare hanno venduto il terreno a chiunque ma il terreno è rimasto incoltivato perchè la produzione si è spostata da un'altra parte.

 

La cosa assurda è che nessuno ha preso posizione. Un ettaro in Sicilia lo pagano 20 mila euro, al Nord vale almeno 200 mila euro. La loro produzione è maggiore. Con un ettaro di terreno al Nord possono permettersi una vita di lusso, noi invece facciamo la fame. E' una cosa anomala. Stiamo lottando come comitato di diminuire il disciplinare per ettaro.

 

Cioè?

 

Dimezzare da 500 a 250 quintali per ettaro per l'uva comune.

 

Ridurre la produzione per aumentare il prezzo?

 

Sì, perchè magari c'è una resa maggiore. La cosa più strana è sulla gradazione, noi con le nostre temperature arriviamo a 18-20 gradi, al Nord? Ci devono essere dei controlli, perchè ad esempio con una gradazione alcolica di 14 non si può ammassare, non si può vinificare. Per questo chiediamo controlli.

 

Sul prezzo dell'uva comandano le cantine, come li si convince a pagare di più?

 

Le cantine si sono trovate in un sistema in cui fino al 2012 erano avvantaggiate, poi l'Ue ha tolto il sostegno. Si sono trovate in mano un pugno di mosche. Non andavano in concorrenza con le altre strutture private sull'imbottigliamento. Alcune cantine stanno facendo bene, come la cantina Paolini. Ma altre strutture stanno ancora ferme. Dobbiamo lavorare sull'imbottigliamento. Non è possibile che in Sicilia non si imbottigli quanto al Nord.

 

Arrivano tanti finanziamenti all'agricoltura...

 

Ma non per i giovani agricoltori. Occorre avere delle persone che conoscano le misure sull'agricoltura. Ad esempio c'è la 6.1 per gli under 40. Prevede che se si fa un investimento minimo di 250 mila euro la Regione ti dice che devi fatturare minimo la metà e prima di prendere l'incentivo. Cioè devo fatturare prima 125 mila euro e poi ottenere i contributi. Non funziona così. Il comitato serve a questo, a parlarne, ad informarci, ad avanzare proposte concrete.

 

La sua giornata tipo?

 

Sveglia alle 5. Si va in campagna, si lavora anche con 40 gradi. Per ottenere poco. Il bello dell'agricoltore è che sei autonomo, che devi dare conto a te stesso.