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04/08/2019 06:00:00

Trapani, la Diocesi taglia la Festa di Sant'Alberto e scoppiano le polemiche

La Festa di Sant’Alberto, compatrono di Trapani, per decisione della Diocesi guidata dal vescovo Pietro Maria Fragnelli, subisce una rivoluzione rispetto alla sua storica tradizione. Una sorta di azzeramento che ha scatenato le proteste e le polemiche da parte di tanti cittadini e devoti che non capiscono, come una tradizione centenaria che di anno in anno si rinnova attorno al santo patrono trapanese, possa essere cambiata così nel più assoluto silenzio delle istituzioni.

La Festa di Sant'Alberto si festeggia il 7 agosto. Da sempre considerato dai cittadini compatrono, assieme alla Madonna di Trapani, sono diverse le manifestazioni che ogni anno sono organizzate in suo onore e come riti di devozione. Il busto del Santo viene trasportato in processione dalla Basilica dell’Annunziata, in cui è custodito, fino alla Cattedrale, in cui resta fino al 9 agosto. Poi una seconda processione, molto suggestiva, si tiene per le vie del centro storico. Sant’Alberto divenne festino nel 1624. In quell’anno, il Senato tenne pubblico Consiglio a S. Agostino e assieme ai Padri Carmelitani così decise. Il Patronato ufficiale esisteva già dal 1579. Patronato: urbis tutor, a difesa e tutela della città. Non un semplice protettorato, ossia il defensor, un semplice protettore come tanti.

La tradizione  - La tradizione vuole che la Statua di Sant'Alberto torni al Santuario il 10 agosto, ma per problemi di concomitanza con la festa di San Lorenzo, da qualche anno, dal 2001 il ritorno avviene il 9 agosto anzichè il 10, con le campane che suonano a festa, tra due ali di folla festante che accoglie il Santo con le celebri e caratteristiche grida: "Ittamuccilla 'na santa uci! Viva Maria e Santu Libbettu! Viva!"

Cosa cambia - Quest’anno, nello stesso giorno della festa sant’Alberto verrà ricondotto al santuario, cioè, al Borgo. In altre parole, il trasporto avverrà contestualmente alla processione del 7 agosto. Per i devoti è dunque lo stravolgere quella che è stata la tradizione fino allo scorso anno. Per chi ha preso questa decisione un modo per abbreviare, per rendere il tutto più snello.

Il silenzio delle istituzioni - L’accusa e le lamentele, come dicevamo, che fanno tanti cittadini trapanesi è che tutto sta avvenendo nel silenzio più totale di chi invece nei palazzi istituzionali poteva intervenire e dire la propria, confrontandosi con i cittadini. Dato che non si tratta di un festeggiamento qualsiasi ma del Santo Patrono della città. I cittadini si sentono di dovere dire la loro su una scelta, una decisione così importante.

La vignetta – Come protesta per il taglio sulla Festa del Santo Patrono Sant'Alberto è stata preparata una vignetta da un cittadino che vuole però rimanere anonimo.  “Questa vuole mettere a paragone le grandi Feste realizzate per i Patroni delle varie località siciliane, con quella di Trapani che, purtroppo, - scrive l'autore - di anno in anno va sempre a peggiorare, con tagli dovuti a spiegazioni insensate. Tagli che vanno sempre più a sminuire le nostre tradizioni popolari e la nostra storia".

La Diocesi di Trapani guidata dal vescovo Pietro Maria Fragnelli con una nota spiega i motivi della decisione di far rientrare il simulacro del Santo lo stesso giorno della Festa. Il motivo?  Negli ultimi anni si sarebbe registrata una scarsissima partecipazione di fedeli. Qui potete scaricare il programma  completo dei festeggiamenti.  Qui la nota completa della diocesi:


Da qualche anno i parroci della città di Trapani hanno avviato un confronto per sempre meglio valorizzare le feste patronali, conservandone l’alto valore simbolico legato tradizionalmente alla città vecchia, ma tenendo conto anche del nuovo assetto urbanistico della città. I parroci hanno constatato, purtroppo, come nonostante gli sforzi messi in atto da alcuni anni (si pensi per esempio alle celebrazioni promosse dalla Diocesi in occasione dell’anno albertino), i festeggiamenti cittadini dedicati a Sant’Alberto degli Abbati, fanno ricordare titoli apparsi alcuni anni fa sui giornali locali che definivano il santo trapanese “Il patrono dimenticato”.
In particolare negli ultimi anni è risultato anonimo e scialbo, con scarsissima o praticamente nulla partecipazione di fedeli, il “trasporto” del simulacro argenteo del Santo al Santuario, che avveniva il 9 di agosto, due giorni dopo la festa. Per questo motivo, dopo un confronto durato due anni, il clero cittadino ha ritenuto di proporre di far rientrare la statua al Santuario della Madonna nello stesso giorno della festa liturgica di Sant’Alberto. Il nuovo percorso processionale, oltre a tenere in considerazione il nuovo sviluppo urbano della città, farà simbolicamente percorrere al Santo patrono della città l’odierno asse viario principale di Trapani, per idealmente immergere la sua presenza benedicente nel concreto vissuto esistenziale di quanti lo invocano evitando il desolato e solitario rientro del giorno 9. Le linee guida dei vescovi siciliani del 1968 e del 1972, tra l’altro, chiedono espressamente ai vescovi di sospendere quelle processioni dove la partecipazione del popolo è esigua.
Non si tratta di una volontà d’impoverimento del patrocinio e dei festeggiamenti in onore del nostro santo patrono. La Diocesi con questo segno desidera lanciare un sasso del mare dell’indifferenza per stimolare una riflessione condivisa sul grande valore delle forme di pietà popolare ereditate dal passato. Quando alcuni gesti non sono leggibili come nel passato e la loro “significatività” – legata al contesto della loro creazione – non risulta più evidente, bisogna interrogarsi per una possibile trasformazione che non sia dissoluzione, ma rinnovamento, con l’assunzione di nuove modalità espressive. Sarebbe sterile infatti, esprimere semplicemente il proprio rammarico per una tradizione perduta senza impegnarsi fattivamente per ridarle vigore, provando nuovi cammini.Siamo tutti grati e consapevoli del dono di vivere in un territorio ricco di tradizioni. Esse rappresentano un patrimonio che ci è stato donato e che dobbiamo tramandare alle nuove generazioni conservandone l’anima – come affermato dal vescovo Pietro Maria Fragnelli nelle Linee guida diocesane pubblicate il 24 gennaio scorso. Un dono che è desiderio di tutti conservare per vivere insieme, come città unita attorno al Santo patrono, i momenti di folklore e i cammini di spiritualità che sempre sanno generare quella serena letizia che proviene da una fede semplice e profonda. Con questi sentimenti invitiamo tutti i fedeli e coloro che amano sinceramente le nostre tradizioni, a dare il proprio contributo, a manifestare la propria sincera devozione al nostro Santo patrono partecipando alle celebrazioni del 6 e del 7 agosto rinvigorendo l’afflato religioso e popolare e l’antico fervore della nostra città a Sant’Alberto.