Quantcast
×
 
 
05/09/2019 07:20:00

«Mi chiamo Maris e vengo dal Mare», oggi al Parco Archeologico di Marsala

 

di Marco Marino

 

Nelle città che abitiamo fin da piccoli ognuno di noi prova sentimenti esclusivi, intimi, per certi luoghi. Oltre che una semplice geografia urbana, sono posti che compongono una personalissima geografia umana, alimentata dal ricordo di persone, passi, suoni. Ed è singolare notare come di generazione in generazione questi luoghi cambino nel sentimento collettivo: alcune piazze cruciali per ragazzi nati negli 50/60 per un cosiddetto "millennial" hanno perduto del tutto la loro dimensione sentimentale e politica. Ecco una parola parola smarrita: le piazze. Quelle che nell’antica Grecia erano le “agorai”, luoghi dove la cittadinanza si radunava per il mercato, per dibattere di politica, per vivere la vita della comunità. Ecco, un’altra parola smarrita: comunità. Due parole, piazze e comunità, mai più distanti come oggi, eppure l’una lo specchio dell’altra: là dove resiste una piazza in cui ancora si sente il desiderio di incontrarsi, sopravvive la necessità del farsi comune, dell’agire e del progettare insieme.

 

Da luglio, a Marsala, queste due parole si incontrano in un’iniziativa dall’eccezionale valore artistico, le «Agorai del mare», promossa dal Parco Archeologico di Lilibeo, sotto la direzione dell’architetto Enrico Caruso, e realizzata grazie alla rete dei Teatri di Pietra, una realtà che da anni porta nei siti archeologici di tutta la Sicilia rivisitazioni di miti, tragedie greche e spettacoli di musica e danza contemporanea. Le «Agorai del mare» permettono finalmente di sconfessare quel terribile adagio marsalese che vuole che in città non ci sia mai niente, niente da vedere, da andare a sentire. Quest’estate nelle “piazze” del Parco, invece, hanno trovato ospitalità spettacoli come «Eratostene» o «Radicetersa». Che sono state opere affascinanti e nello stesso tempo perturbanti: dapprima «Eratostene», il racconto del matematico alessandrino che più di venti secoli fa, senza avere a disposizione alcun tipo di tecnologia, calcolò con esattezza la circonferenza della Terra e ne cominciò a disegnare il profilo nelle prime mappe della storia occidentale, lo stesso profilo che negli ultimi anni l’umanità, dotata di tutti i tipi di tecnologie immaginabili, continua a erodere e consumare fino all’estinzione del pianeta. E poi «Radicetersa», un concerto per sassofono contrabbasso e batteria, capace di spezzare la nostra stereotipata idea di sonorità, con una passionale commistione di generi e storie, una narrazione in note delle fluida identità mediterranea. 

 

Oggi, nel giardino del Parco, ci sarà un altro appuntamento delle «Agorai del mare», alle 18.30 metteranno in scena «mi chiamo Maris e vengo dal Mare», un progetto drammaturgico di Melania Manzoni con l’adattamento, la regia e l’interpretazione di Chiaraluce Fiorito. La protagonista è una donna vittima di violenza, che si ritrova a portare in grembo un figlio che non ha voluto. Dai suoi aguzzini viene messa su un barcone e lasciata al suo destino. Il fato o la fortuna la portano in Sicilia, la terra sperata, il luogo che le permette di salvarsi dalle terribili logiche di sfruttamento e prostituzione cui era stata costretta prima del suo approdo. 

 

A margine di quest’articolo bisogna aggiungere un’ultima cosa. Dopo averle dimenticate, ed esserci lamentati della loro assenza, ritornare a frequentare certe piazze è una scelta individuale che compie ogni cittadini che si reputa tale. Assistere e partecipare a un’iniziativa come le «Agorai del mare» non è soltanto un modo per fare “qualcosa di culturale”, potere dire di essere stati a un evento à la page. Assolutamente no: andare questo pomeriggio al Parco significa ricominciare a rimpossessarsi dei luoghi che ci fanno sentire comunità, delle storie che ci avvicinano perché colpiscono la nostra sensibilità di uomini e donne. È un’istanza di civiltà, che viene richiesta a tutti in questi tempi così opachi.

   



Native | 2024-04-25 09:00:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

Aprile dolce Vinitaly - Cantine Bianchi

La partecipazione a un evento come il Vinitaly porta con sé rischi e opportunità, un doppio binario che Cantine Bianchi ha scelto di abbracciare partecipando alla 56^ edizione del Salone Internazionale dei vini e distillati, vetrina di...