Non aveva il titolo di studio richiesto, ma l’offerta di lavoro, letta su Linkedln, era talmente allettante che Massimo Di Perna forzò la mano pur di trasferirsi a Trapani.
E per diventare direttore generale dell’Airgest la società che gestisce l’aeroporto di Birgi, sorvolò sul fatto che non era in possesso della laurea in Ingegneria, in Economia e commercio e in Giurisprudenza.
In realtà lui era laureato in Lingue, come rivelò un articolo di Tp24. E così ben presto i nodi vennero al pettine: e due mesi dopo essere stato assunto con contratto a tempo determinato, per la durata di tre anni, venne “cacciato”.
Qui il suo curriculum vitae.
Il manager, però, non ci sta e dopo il licenziamento chiede alla società il pagamento degli stipendi che avrebbe incassato nei tre anni di lavoro. A porre fine alla vertenza, è stato il tribunale di Trapani: Massimo Di Perna non ha diritto a quanto richiesto.
Ergo: risarcimento respinto. Il tribunale, infatti, ha stabilito che intanto il manager era sottoposto a un periodo di prova di sei mesi al termine dei quali il datore di lavoro avrebbe avuto il diritto di recedere dal contratto, ma soprattutto Di Perna sapeva bene che condizione per essere assunto era il possesso della laurea in Ingegneria, in Economia e Commercio, in Giurisprudenza, tuttavia secondo il giudice candidarsi all'assunzione con la sola laurea in Lingue "non è una condotta illegittima". Ma "rappresenta comunque una violazione del dovere di correttezza e buona fede durante le trattative".
Se il manager, come da lui asserito, ha subìto un danno con il licenziamento, è anche vero che questo danno è effetto della sua condotta "colposa". Se il manager non avesse "scientemente" partecipato alla selezione "senza averne i requisiti", il danno, infatti, non si sarebbe prodotto.
Qui potete leggere una replica di Di Perna.