Come nel parlamento nazionale, anche in Sicilia c'è qualche deputato regionale indietro con rendiconti e restituzioni.
Anche qui, sull'Isola, alcuni grillini hanno “dimenticato” di rendicontare e dichiarare indennità e spese, e di restituire quella parte in più prevista nel regolamento 5 Stelle.
C'è chi per tutto il 2019 non ha rendicontato nulla, e di conseguenza neanche restituito.
Come Sergio Tancredi, deputato regionale di Mazara del Vallo, al suo secondo mandato all'Ars. Da quando è all'Assemblea regionale siciliana, Tancredi ha restituito circa 183 mila euro. Ma i suoi rendiconti si fermano al dicembre del 2018. Un anno pieno di morosità. Come documentato sul sito tirendiconto.it, Tancredi ha ricevuto a dicembre 2018, ultimo mese rendicontato, 8356,59 euro in totale, di cui ha restituito 2821,94 euro, l'indennità è stata di 3250 euro, il totale delle spese documentate è stato di 2284,65 euro. La maggior parte di queste spese, per 1653,75 euro è per rimborsi chilometrici.
Più in regola con la rendicontazione è la deputata alcamese Valentina Palmeri. I suoi dati sono aggiornati al novembre 2019. In quel mese ha ricevuto in totale 8508 euro, di cui sempre 3250 per indennità. Ne ha poi speso 3.322,02 euro, e le eccedenze da restituire sono pari a 1935,98. Da quando è all’Ars ha restituito circa 334 mila euro.
In basso le spese nel dettaglio.
Sono un po’ tutti i deputati regionali siciliani ad essere in ritardo con la rendicontazione, ma nessuno è moroso come Sergio Tancredi.
Elena Pagano è un'altra morosa di vecchia data, il suo ultimo rendiconto è del febbraio 2019
Stefania Campo, Francesco Cappello, Angela Foti, Josè Marano, Luigi Sunseri non rendicontano dal luglio 2019.
Giorgio Pasqua, Salvatore Siragusa, Valentina Zafarana e Gianpiero Trizzino sono fermi all'agosto 2019.
Giannina Ciancio, Giovanni Di Caro, Nunzio Di Paola, Roberta Schillaci dal settembre 2019. Si ferma ad ottobre 2019 la rendicontazione di Stefano Zito.
Antonino De Luca, Matteo Mangiacavallo dal novembre 2019.
E’ un lavoraccio, ma lo devono fare, i grillini, a documentare e presentare tutte le pezze d’appoggio per le spese sostenute nell’esercizio del mandato. Come fanno i loro colleghi nelle altre regioni, in Senato e alla Camera. Va bene, benissimo, ai deputati europei che non hanno l’obbligo di rendicontazione. Come Ignazio Corrao, che sì, liberamente decide di pubblicare sul suo sito le spese e quanto dovrebbe ricevere e a quanto rinuncia. Ma anche lì, Corrao, europarlamentare siciliano, è un po’ in ritardo. I dati sul suo sito sono fermi al 2016. Una trasparenza un po’ lenta.