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28/01/2020 17:16:00

Nel giorno della Memoria si va a teatro...

 di Katia Regina

Nel giorno della Memoria si va a teatro, si cerca, attraverso lo schermo della finzione, di comprendere cosa è stato negli anni in cui Dio è morto. Ci si emoziona fino a piangere nel vedere e sentire di atrocità compiute dagli uomini. Un teatro pieno di gente che trattiene il respiro al solo pensiero che quanto visto e sentito è accaduto, davvero. È giusto ricordare, è necessario non dimenticare, ma la vera notizia è un’altra: mentre noi guardiamo questa rappresentazione, dove sono quelli che hanno disegnato svastiche in giro per la città? Cosa fanno ora, con chi parlano, che film guardano, che cosa mangiano?

Il teatro Sollima di Marsala è pieno di spettatori, gente che già è sensibile alla tematica, gente che prova orrore per questo genere di crimini e forse per qualunque genere di crimine. Uomini, donne e ragazzi che hanno già scelto da che parte stare… sì, ma quelli che ancora oggi pensano che il fascismo sia la soluzione, questi, ché tanti ce ne sono, questi non sono lì, non si sognerebbero mai di assistere ad uno spettacolo simile. Allora cosa stiamo facendo? Ce la cantiamo e ce la suoniamo? No, non è questa la soluzione, ma io non so quale potrebbe essere la soluzione. Allora è questa la cosa sulla quale ci dobbiamo concentrare, tutti. La storia siamo noi, nessuno si senta escluso…. dice il buon De Gregori, ma fino a quando ci sarà chi la storia non la conosce, non la studia, non la comprende, allora tutto questo orrore continuerà a ripetersi, così come si ripete ora, mentre io scrivo, a pochi chilometri da me, qualcuno è tenuto prigioniero dentro un lager, subisce violenze inaudite nell’indifferenza di quanti si indignano, nel Giorno della Memoria, per quanto è accaduto dentro i campi di sterminio. Siamo tutti complici e non ci laveremo la coscienza partecipando ad uno spettacolo teatrale. Avrei dovuto scrivere una recensione sullo spettacolo di Massimo Graffeo, ma le mie mani hanno seguito altre urgenze.

Un tributo va fatto, in ogni caso, agli attori in scena che si sono impegnati con grande serietà, settimane di prove serali, perché di giorno impegnati nei loro lavori. Un riconoscimento sento di farlo, nonostante l’amarezza, al bravo Massimo Graffeo che si spende da sempre in questo territorio che non sa riconoscere il talento e l’impegno dei suoi figli. Da diversi anni Massimo Graffeo si confronta con questa tematica, e lui per primo ammette quanto sia difficile raccontare questa pagina nera della storia umana, ma ogni anno ci regala qualche nuova suggestione, piccole intuizioni che rinnovano l’entusiasmo del pubblico e degli attori in scena. Rimaneggia testi, ne aggiunge di nuovi perché alla fine anche l’orrore rischia di diventare ordinario, già visto. Scusate, ma io proprio non me la sono sentita di parlare solo di finzione scenica mentre l’orrore lambisce le nostre anime ogni giorno.

In scena
Cinzia Bochicchio, Marilena Li Mandri, Federica Piazza, Tommaso Rallo, Andrea Badalucco e la piccola Azzurra Giardiello.
Musiche curate da Roberto Pellegrino.



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