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01/02/2020 00:00:00

Mafia, Spatuzza si autoaccusa dell'omicidio di un parente di Totuccio Contorno

“Colpevole” di essere parente di Totuccio Contorno, un pentito di Cosa nostra. Così Giuseppe Mandalà divenne bersaglio dei vertici della cupola che decisero di farlo fuori. Ad ucciderlo fu Gaspare Spatuzza che si è autoaccusato del delitto. Era il 1991 quando Spatuzza, che uccise don Pino Puglisi, fece fuori Mandalà. 

Al processo per quell'omicidio, il pubblico ministero Dario Scaletta ha chiesto per Spatuzza una condanna a cinque anni e due mesi in continuazione con le attenuanti previste per i collaboratori.

I mafiosi erano accecati dall'odio verso Contorno che in gran segreto, quando era già sotto programma di protezione, tornò a Palermo per vendicarsi dello sterminio corleonese.

"Nel 91 avvenne l'omicidio di Mandalà Giuseppe - ha messo a verbale Spatuzza - per il quale utilizzammo come base logistica la casa di mia zia dove macinammo l'esplosivo nell'aprile del 1992. Fissammo l'appuntamento nell'abitazione, dove Giuseppe Graviano - ha aggiunto Spatuzza - anche se non sono certo accompagnato da Tranchina (Fabio Tranchina, altro pentito di Brancaccio ndr). Quando il Graviano giunse non credo che ancora erano arrivati gli altri che parteciparono cioè Tagliavia, Barranca, Tinnirello, Benigno Salvatore, Lo Bianco Pietro. Il Mandalà era parente di Contorno ed all'epoca dell'omicidio era pensionato”.