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04/02/2020 06:00:00

Giuseppe Carbone: “Sanità malata in Sicilia e a Trapani. Ecco le proposte della Fials”

Giuseppe Carbone, segretario nazionale di Fials, Federazione italiana autonomie locali e sanità, quali sono le vostre attività a Trapani?


 

La Fials c'è da anni a Trapani. Per fortuna rientrano in Sicilia molti medici e infermieri che lavoravano fuori. Questo reingresso dei giovani è da valorizzare. Vogliamo dimostrare in Sicilia che siamo un sindacato diverso, che siamo vicino ai lavoratori, che vogliamo anche collaborare con la politica a condizione che la politica riconosca il giusto ai dipendenti.


 

Qual è lo stato di salute della sanità in Sicilia?


 

La sanità in Italia è molto malata, e in maniera più decisa in Sicilia. Noi viviamo due mondi, abbiamo un mondo che è l'Italia del Nord, dove si dice che ci sia una buona sanità, e al Sud, dove si dice che ci sia una cattiva sanità. Deve però esserci una buona volontà da parte dei politici per capire come risolvere i nostri problemi. Il guaio è che la politica è lontana e distratta, non ascolta le esigenze della gente. Predilige avere rapporti con la classe medica che sì fa gli interessi del cittadino ma non li cura come dovrebbe. I politici e i medici devono essere vicini ai cittadini. Il politico non deve pensare che il medico sia il portatore di interessi e di voti. Dobbiamo preoccuparci degli interessi dei cittadini. Se poi si parla di problemi di natura economica, noi riteniamo che in sanità c'è una barca di soldi sufficienti ad equiparare gli stipendi italiani a quelli europei.


 

Ma come si fa? E' facile dire “ci sono i soldi”.


 

Abbiamo la ricetta. Bisogna individuare i mali, e il male maggiore in questo momento è la medicina di base. Svolge il suo lavoro per come dovrebbe farlo? Sta vicina al cittadino? Va a casa a seguire l'ammalato? Non lo segue più, il medico oggi è un amministrativo. Vado nel suo studio, fa la ricetta, se ha tempo mi visita. Perchè non realizziamo un servizio ispettivo per verificare la reale malattia della gente? Se andiamo a fare ispezioni nelle case sono sicuro che troveremo farmaci in abbondanza.


 

C'è un business enorme sulla salute.


 

Sì. E in modo particolare nella medicina di base. Io non ce l'ho col medico di base, ma vorrei che se ritiene che oggi guadagna poco io gli darei di più ma voglio il medico che va a casa a visitare l'ammalato, il pediatra che va a visitare il bambino. Il genitore che prende il bimbo con la febbre per andare dal pediatra è un'assurdità.


 

Un altro problema della sanità sono i percorsi riabilitativi.


 

Non ci sono controlli sulla riabilitazione. Se mi capita un incidente quando esco da un centro di riabilitazione devo uscirne guarito, invece così non è. La struttura privata continua a guadagnare e il povero paziente non è guarito. Gli ospedali sono in crisi, il pubblico è in crisi, il privato invece cresce, guadagna. Come se lo spiegano i politici? Perchè le macchine del privato non si guastano mai e quelle del pubblico si guastano sempre? Noi siamo un sindacato autonomo, diciamo alla gente che si deve svegliare, che comincia a ragionare e non guardare solo il politico amico. Bisogna instaurare un tavolo di discussione paritario tra sindacati e politica e sono sicuro che i problemi li risolviamo nell'interesse di tutti.


 

Al Sud si parla spesso di malasanità. Bisogna dire che si sono tanti medici bravi, ma sono pochi, soprattutto negli ospedali.


 

Non sono solo pochi. Al Sud c'è una burocrazia che ci opprime. Bisogna trattare meglio la classe medica ed evitare che vada via dal Sud. Ma servono degli incentivi. Vorrei dire una cosa al presidente della Regione Siciliana: in Sicilia non esiste una sanità privata e una pubblica. Non c'è differenza, perchè la sanità privata attinge risorse dallo Stato. Bisogna cominciare a discutere perchè il privato cresce e il pubblico muore.


 

Altra criticità sono i tempi d'attesa lunghissimi soprattutto per fare un esame diagnostico. Così il paziente va dal privato...


 

Perchè mentre nel privato il medico sa che più lavora più guadagna, nel pubblico c'è una limitazione dove molte volte quel medico pubblico lavora anche nel privato e ha interesse a dirottare lì i pazienti. Ci vogliono per questo maggiori controlli. Bisogna avere la capacità fare una politica seria e non di interessi elettorali. Finchè non si cambia registro i problemi della sanità resteranno immutati e il povero cittadino continuerà a lamentarsi e a pagarne le spese.