Sembrano stanchi, stanchissimi, i rituali della politica, a Marsala, in questo dibattito che precede le elezioni amministrative di Maggio. Decine di riunioni, centinaia di incontri, telefonate, chat, caffè.
Ma tutto si muove, e tutto resta fermo. Come una vite spanata che non si riesce ad avvitare.
Cinque anni sono passati dal 2015, e sono un secolo. Allora, Alberto Di Girolamo, poi eletto Sindaco, poteva contare, al momento della sua candidatura, su un partito, il Pd, su delle primarie, su alleati credibili e coerenti. Insomma, poteva costruire il suo percorso su una base solida. E' già tempo di congedi, e quindi permetteteci di concedere l'onore delle armi all'assessore Annamaria Angileri. Marsala è il solo Comune in Italia, amministrato dal centrosinistra, dove chi ha perso le primarie - Angileri, appunto - ha accettato di collaborare con il vincitore, di far parte della sua squadra, senza mai criticare, per cinque anni, senza mai cedere alla tentazione del "te l'avevo detto".
Oggi, invece, nessuno si fida più di nessuno. E non è un caso se alle riunioni dei vari tavoli, partecipano quasi sempre gli stessi. Cambia il nome del tavolo, non i partecipanti. Ma nessuno sembra fare il passo decisivo. C'è troppa paura. Non ci sono più partiti, sezioni, forse neanche clientele. Il nuovo consiglio, che conterà solo su 24 membri, è un'incognita. Ci vogliono soldi per la campagna elettorale. E fare il Sindaco è visto davvero come un grande sacrificio, più che un prestigio.
Non c'è politica. E non c'è antipolitica. Cinque anni fa uno stimolo veniva pure dall'arrembanza dei Cinque Stelle, che a Marsala già covavano l'exploit e che erano presenti, freschi e ingenui quanto basta, anche gagliardi. Erano uno stimolo per tutti a fare meglio. Abbiamo assistito, in questi anni, ad un tradimento. Il movimento che doveva portare trasparenza, innovazione e onestà si è trasformato nel più ottocentesco dei partiti, ed anche a Marsala, come altrove, i migliori si sono allontanati, o, peggio, sono stati allontanati.
Per il resto, siccome in molti mi chiedete cosa penso di tutte le riunioni e le notizie di questi giorni, questa è una rapida sintesi dei miei pensieri.
Primo. Nicola Fici si è ritirato. E peggio del suo ritiro ci potrebbe essere solo scoprire che era tutta tattica ed è un finto ritiro. Anche basta, grazie. Bisogna essere decisi, soprattutto quando si cavalca la bandiera del "giovanilismo".
Secondo. Tutti coloro che si ritrovano vicini alla Giunta e al Sindaco Di Girolamo hanno il dovere di fare almeno una lista ed esprimere una candidatura. Parlo di dovere non perchè penso che debbano essere giudicati dagli elettori (gli elettori votano secondo tanto criteri, quasi mai con giudizio ...) ma perché sarebbe finalmente un'occasione per spiegare cosa hanno fatto in questi cinque anni, in cui hanno lavorato tanto, e comunicato poco. E poi, se tanto mi da tanto, siccome si vota alle urne non il migliore, ma il meno peggio, la continuazione di questa ammistrazione potrebbe essere più credibile rispetto a salti nel vuoto o pericolosi accrocchi.
Tre. Giulia Adamo ha fatto scalpore con la sua "ridiscesa" in campo. E' un nome che scalda sempre i suoi fan. Noto però che in città non c'è stata la presa che magari molti vicino a lei speravano. Ho la sensazione che ormai molti nostri concittadini siano stanchi, di certi eccessi, certi toni sopra le righe. Aspetta la sentenza di Marzo.
Renzo Carini, che rimane a mio modesto parere (e non ne faccio mistero) uno dei migliori candidati che la città possa mettere in campo, nell'unica uscita pubblica, qualche tempo fa, aveva parlato di una coalizione con una squadra di eccellenze per Marsala. A tre mesi dal voto penso che questa possa essere l'unica via, stretta, strettissima, per creare qualcosa di nuovo e di positivo. Se no, è tutta improvvisazione.
Ma serve che qualcuno si prenda questa responsabilità. E la responsabilità nasce da una domanda: "Ma che città sarà Marsala, tra dieci anni?". Dobbiamo fare questo sforzo di immaginazione. Pensare non quanti assessori tocca a quella certa lista, o a chi sarà il presidente del consiglio comunale, ma immaginare la Marsala del futuro, del 2030. I dati, diciamolo subito, non sono buoni. Ci stiamo spopolando, perdiamo ricchezza, non abbiamo infrastrutture. Ma ciò rende ancora più urgente la domanda, per cambiare radicalmente le carte in tavola.
Noi, dal canto nostro, in questi mesi abbiamo lavorato sulle idee per "Marsala in Comune". Vi ricordate? E' la nostra piattaforma per condividere idee per la città che vogliamo. Sono arrivate quasi un centinaio di idee e di proposte. Alcune belle, altre bellissime. Tutte utili, grazie. Il nostro compito sarà ora quello di farne sintesi e di presentarle alla città. Sperando che nel frattempo ci sia qualche Sindaco all'altezza, credibile, e, soprattutto, senza paura.
Giacomo Di Girolamo