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20/02/2020 06:54:00

Corruzione per il parcheggio del tempio di Segesta. Arrestati vigile urbano e imprenditore

09,00 -  La figlia, la moglie, il genero, il vice comandante dei vigili urbani di Calatafimi Segesta aveva sistemato tutti i suoi parenti nel parcheggio privato del Parco Archeologico di Segesta. In cambio, lui assicurava "protezione". Cioè? Prendeva costantemente multe a tutti quelli che non posteggiavano nel carissimo parcheggio privato di Isca. E' uno degli altri particolari dell'indagine che oggi a Calatafimi Segesta ha portato all'arresto di due persone. Sono indagati anche l'ex Sindaco di Calatafimi, Vito Sciortino, e l'attuale comandante dei vigili urbani, Collura.

Ecco il nuovo comunicato dei Carabinieri:

Alle prime ore della mattinata i Carabinieri della Compagnia di Alcamo hanno tratto in arresto, al termine di una prolungata attività di indagine iniziata nell’agosto 2018, ISCA Francesco e CRAPAROTTA Salvatore. Il primo noto imprenditore edile titolare dell’area di parcheggio servente il parco archeologico di Calatafimi Segesta (soggetto molto vicino al re dell’eolico alcamese Vito NICASTRI), ed il secondo Ispettore e vice Comandante della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta fino al dicembre 2019.
Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di dimostrare l’esistenza di un patto corruttivo tra ISCA e CRAPAROTTA.Quest’ultimo infatti, sfruttando il proprio ruolo di Vice Comandante della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta, utilizzava indebitamente gli strumenti in suo possesso per agevolare l’attività economica e incentivare gli introiti del parcheggio gestito dalla società “Nuovi Sistemi Edili srl” riconducibile al citato ISCA, multando con assiduità– sia su chiamata di ISCA che di iniziativa - gli automobilisti che parcheggiavano le loro auto fuori dal parcheggio a pagamento lungo la strada che conduce al tempio.
Il totale asservimento del CRAPAROTTA al volere di ISCA è risultato essere il prezzo da pagare per l’assunzione, da parte di quest’ultimo, dei parenti più stretti dell’Ispettore all’interno delle società riconducibili ad ISCA operanti all’interno del parcheggio: infatti la figlia è socia al 50% della “Segesta Green Tour srl” (incaricata della gestione dell’area di parcheggio di ISCA) mentre la moglie e il genero sono dipendenti. Un altro figlio di CAPRAROTTA Salvatore,è assunto presso la “Nuovi Sistemi Edili srl”, società proprietaria del parcheggio e amministrata direttamente da ISCA.
L’attività di indagine, protrattasi meticolosamente per più di un anno, è stata condotta sia con metodi classici (servizi di osservazione, pedinamenti e raccolta di informazioni) sia con attività tecniche (intercettazioni telefoniche ed ambientali) oltre che con acquisizioni documentali presso gli uffici del Comune di Calatafimi Segesta.
Sono stata inoltre notificata informazione di garanzia ad altri cinque indagati: CRAPAROTTA Maria (moglie di CRAPAROTTA Salvatore), dall’ex sindaco di Calatafimi Segesta Vito SCIORTINO e dal Comandante e due appartenenti alla Polizia Municipale di Calatafimi Segesta per i reati di favoreggiamento, abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica.
La moglie del CRAPAROTTA infatti, convocata dai militari della Compagnia per essere interrogata nell’aprile 2019, concordava preliminarmente con il marito la versione da fornire ai militari e, successivamente, contattava la moglie di ISCA per informarla, aiutandolo così ad eludere le investigazioni.
L’ex Sindaco SCIORTINO dovrà invece rispondere di abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica, perché senza averne titolo (in quanto l’area archeologica, prima di diventare Ente Autonomo, dipendeva direttamente dal Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Sicilia), imponeva alla direzione del parco archeologico di Segesta, mediante l’adozione di un atto a sua firma - informale e privo di protocollo –di non far parcheggiare veicoli al suo interno, in tal modo favorendo l’attività di parcheggio di ISCA.

Gli altri tre componenti della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta coinvolti nella vicenda e che hanno ricevuto avvisi di garanzia sono il Comandante della Polizia Municipale COLLURA Giorgio, l’Ispettore ACCARDO Leonardo e l’Agente ACCARDO Vito. Gli stessi saranno chiamati a rispondere, a vario titolo, di abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici, condotte finalizzate ad agevolare l’attività dell’azienda di ISCA ed a penalizzare quelle concorrenti.

L’attività di indagine si è conclusa dopo una lunga serie di accertamenti posti in essere dalla Compagnia dei Carabinieri di Alcamo che hanno consentito di dimostrarele condotte delittuose sopra meglio delineate.

ISCA Francesco, è un imprenditore edile originario di Vita e coinvolto marginalmente nella recente inchiesta giudiziaria palermitana sul caso NICASTRI/ARATA.Lo stesso sino al 2004 conviveva con CRIMI Paola Anna Maria, figlia del mafioso CRIMI Leonardo e sorella del pluripregiudicato CRIMI Salvatore nonché cognata del mafioso MUSSO Calogero.

Il GIP del Tribunale di Trapani, concordando con le risultanze investigative acquisitedalla Compagnia Carabinieri di Alcamo sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trapani, ha disposto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei due principali indagati, ISCA Francesco e CRAPAROTTA Salvatore, mentre per gli altri (SCIORTINO Vito, CRAPAROTTA Maria, COLLURA Giorgio, ACCARDO Leonardo e ACCARDO Vito) sono stati emessi cinque informazioni di garanzia.
 

07,00 - Un imprenditore e un vigile urbano sono stati arrestati dai Carabinieri a Calatafimi Segesta. In pratica, il vigile urbano faceva multe a raffica a tutti coloro che non utilizzavano il parcheggio privato dell'imprenditore per l'ingresso al parco archeologico di Segesta. In cambio quattro suoi familiari erano stati assunti a lavorare nel parcheggio: moglie, figlie e genero ...

I due arrestati sono Francesco Isca, imprenditore edile, e Salvatore Caprarotta, ispettore della polizia municipale, in servizio fino al dicembre scorso. Con loro ci sono altri cinque indagati.

Delle strane vicende che ruotano intorno al parcheggio di Segesta ci siamo occupati in diverse inchieste su Tp24.

Isca tra l'altro non è un nome qualunque. E' il proprietario dell’area, e nei mesi scorsi è stato anche indagato per associazione mafiosa dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, nell’inchiesta su Vito Nicastri, il “re” dell’eolico.

L’oggetto dello scambio corruttivo tra vigile e imprenditore sarebbe stata l’assunzione di quattro familiari dell’ispettore della Municipale, erano loro ad occuparsi del parcheggio. E se restavano troppi posti vuoti bastava chiamare i vigili per incrementare gli affari. In definitiva, solo in quel parcheggio si poteva andare. Avevano anche stampato un volantino, con logo (falso) dell'Ente Parco. Un volantino in cui si diceva che l’unico parcheggio autorizzato era quello del signor Isca.

Qui la nota stampa dei Carabinieri:

Nelle prime ore della giornata di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Alcamo, al termine di una prolungata attività di indagine iniziata nell’agosto 2018, hanno eseguito due misure cautelari,emesse dalla Procura della Repubblica di Trapani, sottoponendo agli arresti domiciliari per il reato di corruzioneISCA Francesco, un imprenditore edile e CRAPAROTTA Salvatore, Ispettore della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta in servizio fino al dicembre 2019; contestualmente sono stati notificati cinque informazioni di garanzia ad altrettanti indagati: gli altrii reati contestati, a vario titolo, sono favoreggiamento, abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici.
Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di dimostrare l’esistenza di un patto corruttivo tra l’imprenditore e l’Ispettore della Polizia Municipale, il quale, sfruttando il proprio ruolo, utilizzava indebitamente gli strumenti in suo possesso per agevolare l’attività economica e incentivare gli introiti dalla societàche gestisce l’area adibita a parcheggio servente il Parco Archeologico,riconducibile all’imprenditore, multando con assiduità gli automobilisti che parcheggiavano le loro auto fuori dal parcheggio a pagamento lungo la strada che conduce al tempio.