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03/04/2020 06:00:00

Trapani, Gregory Bongiorno: "Le imprese hanno bisogno di somme e interventi da dopoguerra"

Gregory Bongiorno, presidente di Assindustria Trapani. Questa emergenza da Coronavirus rischia di essere letale per un territorio molto fragile come quello della provincia di Trapani. Da imprenditore cosa pensa del pacchetto annunciato e in parte attuato dal Governo?

Penso che non basti. Qui ci vogliono come dicono autorevoli studiosi - come lo stesso Mario Draghi - importi, somme e interventi da dopoguerra. Assistiamo oggi a dei pannicelli caldi, per quanto riguarda la cassa integrazione e la sospensione dei pagamenti solo esclusivamente per aziende che non fatturano più di due milioni di euro, mi verrebbe da chiedere: chi fattura due milioni e un euro, è talmente ricco da poter pagare tutte le imposte? Ci sono tutta una serie di contraddizioni, sia da un punto di vista formale ma soprattutto nella sostanza che stanno creando molto scoramento tra le imprese associate a confindustria ma più in generale a chiunque. Oggi abbiamo attività formalmente chiuse e mi riferisco ai commercianti, ai lavoratori autonomi che non possono più lavorare e di contro uno Stato che dice: “non ti preoccupare ti darò seicento euro al mese”, credo che ci sia poco da aggiungere.

Bongiorno, come di ricomincia. Renzi diceva dobbiamo riaprire, poi ha corretto il tiro dicendo dobbiamo riaprire le imprese. Secondo lei quando riapriamo e soprattutto come riapre questo territorio?

In questo momento la priorità assoluta è evitare l’aumento del contagio, tutte le precauzioni che sono state adottate ad onor del vero sono state corrette, forse dovevano essere anticipate. Quello che ci preoccupa è che mentre al Nord Italia le imprese sono strutturalmente forti e organizzate, qui da noi invece oltre alla crisi e al momento congiunturale abbiamo un problema strutturale. Abbiamo aziende che già erano in difficoltà e questa sarà probabilmente la mazzata finale. Ci sono lavoratori che erano in bilico per finire in cassa integrazione da qualche mese o comunque non ricevevano gli stipendi da tempo e oggi ci vanno in cassa integrazione per necessità. Dopo cosa succederà? Questo è quello che preoccupa. Non c’è liquidità dentro le aziende e per questo ci è sembrato un pannicello caldo quel provvedimento.

La sensazione è che la politica sia su un binario parallelo rispetto alle esigenze delle imprese. Queste hanno bisogno di soldi, maledetti e subito, e hanno bisogno delle banche. Seppellirle di burocrazia e di richieste, di crediti d’imposta non ha senso. Bisogna dare i soldi alle banche, che per una volta facciano le "Banche" e non speculazione e dire: dovete dare i soldi agli imprenditori perché se ripartono loro riparte tutto il sistema.

Assolutamente sì. Il famoso accordo Banche con ABI per quanto riguarda la sospensione di tutta una serie di rate, obiettivamente è operativo ma poi dobbiamo vedere nel pratico se serviranno mille carte bollate per ottenere la deroga o la sospensione del debito o se tutto avverà dopo una eventuale valutazione del rating. Noi in questo momento siamo ad un primo giro di boa. Non appena inizieremo a presentare istanze di casa integrazione, istanze alle banche, istanze per lavoratori autonomi e quant’altro, vedremo quale sarà la reazione da parte degli uffici dello Stato. Ci auguriano che tutto vada per il verso giusto e di non morire, come sempre, in mezzo ad una burocrazia asfissiante.