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11/05/2020 08:00:00

Sicilia: l'imprenditore ludopatico e i ticket concessi dal presidente del Marsala Calcio

"Giocavo fino 4000 euro al giorno. I soldi erano i miei, frutto dal mio lavoro all'epoca più cospicui di quelli attuali. Ma poi ho finito le risorse e Cottone per continuare a farmi giocare ha iniziato farmi credito. Andavo alla cassa, mi venivano consegnati dei ticket di gioco che poi io inserivo nel videolottery. Venivano stampati al momento direttamente dai dipendenti".

 Così racconta agli investigatori che mettono a verbale quello che dice, l'imprenditore palermitano che si è rovinato per il gioco alle slot machine e nel giro di pochi anni ha accumulato debiti di gioco per 400mila euro nei confronti della sala giochi "President Gaming Hall" di via Cavour a Palermo, i cui titolari Domenico Cottone e la moglie Chiara Gullotta sono stati arrestati con l'accusa di peculato, attività finanziaria abusiva e per il reato di riciclaggio. A Cottone che è il presidente del Marsala Calcio è stato sequestrato un milione di euro e la grande sala giochi che si trova proprio di fronte alla Banca d'Italia. Le indagini sono state condotte dalla procura pm Giovanni Antoci, Vincenzo Amico e del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai finanzieri del 2° nucleo operativo metropolitano del gruppo di Palermo.

L'accusa di peculato per Cottone e la moglie - I finanzieri del 2° nucleo operativo metropolitano di Palermo hanno accertato che i titolari dell’attività si sono appropriati degli importi su tutte le giocate effettuate e quelli previsti dal canone di concessione, senza versare i fondi, dovuti per legge, alla società concessionaria dello Stato. In quattro anni Cottone ha accumulato un debito con l'erario di un milione, lo stesso importo che è stato sequestrato per equivalente. La società concessionaria dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, la «HBG Connex spa» con sede a Roma, nel tempo avrebbe sollecitato più volte i pagamenti senza però ottenere risultati. Dopo l'esposto da parte della HBG sono iniziate le indagini che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, videoriprese e controlli patrimoniali. «Il mancato versamento delle somme alla concessionaria “HBG Connex” - scrive il gip -, costituisce indubbiamente una condotta di peculato, consistendo nell'appropriazione da parte di un incaricato di pubblico servizio di denaro altrui, di cui ne ha la semplice disponibilità».

L'attività finanziaria abusiva e riciclaggio - Gli investigatori hanno sentito diversi giocatori abituali della sala giochi di Cottone. Molti di loro si sono indebitati per continuare a giocare grazie al sistema dei ticket che Cottone ha messo su. Quando perdevano tutti i soldi, Cottone emetteva di tagliandi che permettevano ai giocatori di poter continuare le loro giocate e continuare a perdere. Soldi che poi dovevano essere restituiti. L'imprenditore ludopatico che dal 2014 al 2015 ha dilapidato tutto il suo patrimonio, ha firmato 110 cambiali per pagare i ticket emessi dalla sala giochi. E come lui ci sarebbero altri giocatori in queste condizioni. I finanzieri stanno continuando ad indagare per l'ipotesi di riciclaggio. Con i ticket ceduti come credito ai giocatori, Cottone avrebbe giustificato l'erogazione di denaro nei confronti di altri soggetti che non hanno mai giocato, né vinto.