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20/06/2020 07:44:00

Il pizzino di Matteo Messina Denaro nel 2015 per un terreno ... 

E' l'ultima traccia di Messina Denaro. E' un pizzino del 2015, al centro dell'indagine della Squadra Mobile di Trapani, che oggi ha portato all'arresto di due persone.

Il latitante nel 2015 manda un pizzino nel quale dimostra il suo interesse per un terreno di Castelvetrano e la famiglia mafiosa interviene allora per convincere i proprietari eredi a “venderlo” . Il terreno era appartenuto anche a Toto Riina.

Questo il comunicato di lancio dell'operazione:

All’alba di oggi, la Polizia di Stato ha dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP di Palermo a carico di CALCAGNO Giuseppe, 46 anni, di Campobello di Mazara (TP), e MANZO Marco, 55 anni, pregiudicato, di Campobello di Mazara, indagati per associazione di tipo mafioso ed estorsione.
L’operazione è stata condotta dagli uomini della Squadra Mobile di Trapani con l’ausilio degli uomini della Questura, dei Commissariati della provincia e dei Reparti Prevenzione Crimine di Palermo e di Reggio Calabria, con unità cinofile e il Reparto Volo di Palermo.
Sono stati impiegati 90 uomini della Polizia di Stato.

Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo sono stati notificate informazioni di garanzia ed eseguite perquisizioni nei territori di Marsala, Mazara del Vallo e Castelvetrano nei confronti di 15 indagati a vario titolo per associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi, favoreggiamento della latitanza del boss mafioso Matteo MESSINA DENARO, pure indagato nell’ambito del medesimo procedimento penale per tentata estorsione.
Anche l’abitazione di Castelvetrano, dove risulta la residenza anagrafica del latitante, è stata sottoposta a perquisizione.

L’indagine, denominata “ERMES Fase 3”, ha disvelato che i 15 indagati, membri o contigui dei mandamenti mafiosi di Mazara del vallo e di Castelvetrano, si sono adoperati per garantirne gli interessi economici, il controllo del territorio e delle attività produttive da parte dell’associazione e per aver favorito, in passato, la comunicazione riservata con il latitante Matteo MESSINA DENARO.