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05/07/2020 06:00:00

Coronavirus, quattro contagi in Sicilia e 235 nel Paese. Lo studio: "ceppi diversi in Lombardia"

Sono quattro i nuovi positivi in Sicilia. Tre cittadini del Bangladesh trovati positivi al Covid-19 dopo che ad uno dei tre era stata riscontrata la malattia durante una visita medica all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. 

Nelle ultime 24 ore nell'Isola sono stati effettuati 2694 tamponi, mente sono 18 le persone ricoverate, di cui 2 in terapia intensiva, e sono 121 le persone in isolamento domiciliare.

I migranti della Ocean Viking saranno trasbordati sulla nave Moby Zaza -  Oggi a bordo della Ocean Viking saranno avviate le operazioni per il prelievo dei tamponi. La situazione è «attentamente monitorata in vista del trasbordo dei migranti, programmato per lunedì 6 luglio, sulla nave Moby Zaza». Così fonti del Viminale.

In relazione alla richiesta di evacuazione medica, per motivi psicologici, di 46 migranti presenti sulla Ocean Viking, dal Viminale informano che è stato disposto il trasferimento sulla nave di un medico psicoterapeuta, accompagnato da un mediatore culturale, mediante le unità della Capitaneria di porto di Pozzallo. Il personale, salito a bordo intorno alle 12.40 di oggi, ha accertato, sottolineano le fonti, «l'insussistenza di particolari criticità sanitarie ed ha altresì riferito che qualche tensione che si era registrata sulla nave è in via di superamento».

In provincia di Trapani l'epidemia da Coronavirus resta ferma ai due casi positivi di Marsala. Si tratta, del nuovo caso, come abbiamo già detto, nei giorni scorsi, di una donna rientrata da Varese, asintomatica e in isolamento domiciliare. E rimane positiva anche la ragazza tornata da Bergamo da diversi mesi. Anche in questo caso la giovane asintomatica si trova in quarantena, isolata nel proprio domicilio.

La situazione in Italia - Ci sono nuovi focolai e un trend di crescita costante dei contagi in Italia, nonostante siano stati effettuati meno tamponi nelle ultime 24 ore. Sotto i riflettori ora non ci sono più solo la Lombardia e Veneto: preoccupano i cluster in Emilia Romagna e Toscana mentre soltanto in cinque regioni non si registrano nuovi malati.

I dati nazionali - Sono 235 i nuovi contagiati di coronavirus, con 'solo' 51.011 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, circa 26mila in meno rispetto al giorno precedente. In Lombardia sono 95 i nuovi casi, il 40% del totale, mentre 51 sono in Emilia Romagna, di cui 40 senza sintomi, legati in particolare a due focolai attivi. Il numero totale dei contagi in Italia sale così a 241.419. Le nuove vittime sono invece 21, raggiungendo il numero complessivo di 34.854 morti dall'inizio dell'epidemia. Dati che si calano nei timori crescenti del Paese, attraversato da diversi focolai.

Ma per il vice ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, erano attesi: "il virus circola, anche se di meno. Lo scopriranno gli scienziati se è meno aggressivo o mutato. L'evidenza è che i focolai sono sparsi ed ognuno è una battaglia. Si vince controllandoli ed evitando che si estendano. Questo è quello che ci aspetta nei prossimi mesi", commenta Sileri confermando la strategia che per contenerli ci potranno essere lockdown su piccole aree: "una Rsa, un paese, dobbiamo abituarci a questo ma l'evidenza clinica è rassicurante".

Due ceppi diversi per il Covid-19 in due tra le aree della Lombardia più colpite dalla pandemia. Ad annunciarlo, in un convegno svoltosi all'Università di Pavia ed organizzato dall'associazione culturale "Nova Ticinum" presieduta dal prof. Mario Viganò, è stato il professor Fausto Baldanti, direttore della Virologia del San Matteo. "Grazie a uno studio che abbiamo condotto con il Niguarda di Milano - ha spiegato Baldanti - abbiamo scoperto che ci sono stati due diversi ceppi del virus in Lombardia. Quello circolato nella zona di Bergamo è diverso dal Coronavirus che si è diffuso nelle province di Cremona e Lodi. Due virus differenti tra di loro, per sequenza genetica e caratteristiche, che hanno provocato due diversi focolai".

"Il Covid-19 - ha aggiunto il virologo pavese - secondo i nostri studi circolava nella zona rossa di Codogno già dalla metà di gennaio: dagli esami effettuati, abbiamo scoperto anticorpi che risalivano a quell'epoca. L'immunità di gregge comunque è ancora lontana dall'essere raggiunta. Sempre dai controlli effettuati è emerso che nella zona rossa di Codogno solo il 23 per cento della popolazione ha incontrato il virus. Da questo dato capiamo quanto sia importante rispettare le regole di prevenzione, dalla mascherina al distanziamento sociale".

Il prof. Raffaele Bruno, primario di Malattie Infettive, ha sottolineato che "il San Matteo ha avuto il merito di reggere l'urto della pandemia, anche nella fase più acuta, grazie allo straordinario impegno di tutto il personale, con una menzione particolare per gli infermieri. Al Policlinico ci siamo resi conto che il protocollo seguito a Wuhan da noi non funzionava: abbiamo seguito altre terapie antivirali, puntando molto sulle terapie antivirali". Il prof. Cesare Perotti, primario del Servizio di Immunoematologia e Trasfusione, ha tracciato un bilancio della plasmaterapia: "Abbiamo raccolto 329 donazioni, con donatori giunti anche dal Trentino. Una manifestazione di grande generosità, che ci consente ora di avere a disposizione un numero di sacche di plasma da utilizzare in caso di un'eventuale seconda ondata in autunno. Il ricorso al plasma iperimmune ha ridotto la mortalità dal 15 al 6 per cento. A riconoscere il nostro lavoro è stata anche la Commissione Europea, che ci ha assegnato l'incarico di scrivere le linee guida per tutta Europa per la terapia con il plasma donato da pazienti convalescenti. Il rammarico è che in Italia solo i colleghi dell'ospedale di Mantova hanno deciso di adottare il nostro protocollo: abbiamo calcolato che se l'identica scelta fosse stata adottata in tutta Italia, probabilmente sarebbe stato possibile salvare oltre 3mila pazienti che purtroppo sono morti".