41 anni fa il delitto del giudice Terranova. Era stato procuratore a Marsala
Una data tragica quella del 25 Settembre. Nel 1979 Cosa nostra trucidò il giudice Cesare Terranova e Lenin Mancuso, il poliziotto che gli faceva da scorta. Nove anni dopo Cosa nostra colpì un altro giudice, Antonino Saetta, ucciso insieme a suo figlio Stefano.
La mattina del 25 settembre 1979, a Palermo, Cesare Terranova, magistrato e per due mandati, dal 72 al 79, parlamentare indipendente del Pci, è stato ucciso subito dopo essere uscito dalla sua abitazione di via Rutelli a due passi da via Libertà, ed essersi messo alla guida della sua auto. Un gruppo armato colpisce a morte anche Lenin Mancuso, da sempre suo fidato collaboratore. Aveva 58 anni.
Terranova è stato anche procuratore a Marsala. Il caso più famoso del quale si è occupato, risolvendo un giallo che aveva allarmato l'Italia intera, è quello che è rimasto alla storia come il caso del "mostro di Marsala" e delle tre bambine assassinate. La vicenda è ricostruita dal libro di Antonio Pagliaro "Storia terribile delle bambine di Marsala".
Il 25 settembre 1988, la mafia uccideva invece lungo il viadotto Grottarossa della strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta il giudice Antonino Saetta, presidente della I sezione della Corte d'Assise d'Appello di Palermo, e il figlio Stefano. L'agguato scattò poco prima della mezzanotte. L'omicidio, come è stato accertato dagli inquirenti, sarebbe stato deciso dalla cupola mafiosa presieduta da Riina per punire il magistrato che aveva pesantemente condannato killer e mandanti di efferati omicidi e che era candidato a presiedere la corte d'appello del primo maxiprocesso alle cosche mafiose del palermitano. Nel luogo dell'agguato furono contati oltre un centinaio di bossoli, anche di una mitraglietta da guerra. Per l'omicidio Saetta sono stati condannati all'ergastolo con sentenza definitiva il boss Francesco Madonia, palermitano, e Pietro Ribisi, di Palma di Montechiaro.
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