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27/10/2020 06:00:00

Coronavirus, 911 i positivi nel trapanese. Si allarga la protesta contro le restrizioni

17,45 - Sono 55 i pazienti ricoverati oggi per Coronavirus a fronte dei complessivi 860 soggetti positivi rilevati così come riportato dal bollettino quotidiano del Ministero della Salute. Il dato dei ricoveri comprende anche le terapie intensive che, nello specifico, oggi vede un incremento di 5 pazienti.

Il dato dei guariti è pari a 61 persone. Dieci i decessi.

I tamponi processati sono stati 7324.

 16,30 -  Aumentano ancora in maniera vertiginosa i contagi in provincia di Trapani.

Sono 911 gli attuali positivi al Coronavirus nel territorio (ieri erano 785). Alcamo e Trapani sono le città con più contagiati, seguono Marsala e Castelvetrano. Aumentano anche i ricoverati, e i decessi (due in più rispetto a ieri).


Ecco la distribuzione dei casi per città.

Alcamo 200, Buseto Palizzolo 9, Calatafimi 11, Campobello 11, Castellammare del Golfo 41, Castelvetrano 99, Custonaci 16, Erice 57, Favignana 8, Gibellina 1, Marsala 105, Mazara 55, Paceco 12, Pantelleria 19, Partanna 5, Poggioreale 0, Salaparuta 1, Salemi 23, Santa Ninfa 3, Trapani 192, Valderice 30, Vita 3, San Vito lo Capo 9, Petrosino 1, totali 911 casi. Deceduti 27. In terapia intensiva sono ricoverate 7 persone. I cittadini della provincia di Trapani ricoverati non in terapia intensiva sono 45. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 321 tamponi. Il totale dei tamponi per la ricerca antigene è 1075.

 

 14,30 -  Dodici sindaci del Trapanese scrivono al premier Conte per contestare le misure anti-covid.

Ecco la lettera, a firma congiunta.

“Il nostro Paese, dallo scorso mese di febbraio sta vivendo un periodo unico della sua storia. Nessuno di noi avrebbe mai pensato di sospendere alcune diritti fondamentali al fine di tutelare il primario diritto alla salute dei cittadini. Le Città che ci onoriamo di rappresentare, durante i mesi di lockdown - nonostante tra queste l’Amministrazione di Trapani avesse financo segnalato l’incongruenza di alcune norme rispetto alla reale situazione epidemiologica della Sicilia, impugnando il DPCM 26 aprile 2020 innanzi al TAR del Lazio - hanno rispettato le misure adottate dal Governo che nel mese di maggio hanno condotto ad una drastica riduzione dei contagi ed alla conseguente lenta ripresa delle attività sociali ed economiche, pur sempre in ossequio alle norme sul distanziamento individuale. Purtroppo, il subdolo virus, a partire dal mese di settembre, ha ripreso a circolare, portando la curva del contagio ai livelli allarmanti di questi giorni. Dinnanzi a ciò, non è certamente possibile rimanere inermi e ognuno dovrà fare la propria parte, onde tutelare la salute dei cittadini ed evitare il tracollo economico, oltre a garantire la stabilità sociale. Nonostante la consapevolezza che l’urgenza e la situazione di gravissima emergenza sanitaria impongono scelte difficili e talvolta impopolari, poiché incidono pesantemente sulla vita reale degli italiani, ci preme rassegnarLe come il DPCM del 24 ottobre 2020, nella pretesa universalità, contenga misure in materia di apertura dei locali pubblici e di svolgimento di alcune attività ludiche e sportive che rischiano di compromettere definitivamente la tenuta del sistema economico del mezzogiorno e della comunità che rappresentiamo e che non rispondono in alcun modo a quelle che sono le reali abitudini del territorio. Chiudere un ristorante o un bar alle ore 18:00 a Milano significa riconoscere loro la possibilità di lavorare, grazie alle decine di migliaia di lavoratori che si spostano giornalmente, mentre gli stessi orari in Sicilia ed in provincia di Trapani non rappresentano – dal punto di vista economico – la fascia oraria di maggiore afflusso di avventori, essendo – nel nostro territorio – in voga la consumazione pomeridiana e serale (ristoranti, pizzerie etc…). Peraltro, e non a caso, abbiamo assegnato spazi pubblici per ampliare gli spazi di sicurezza e posti a sedere per gli utenti. Questo ovviamente, coinvolge tutto il sistema dell’indotto legato alla ristorazione ed ai servizi connessi. Ma v’è di più. Nel nostro territorio tutte le strutture comprese quelle sportive e le palestre – come immaginiamo nel resto del Paese – hanno investito decine di migliaia di euro per l’adeguamento delle stesse alle misure di prevenzione. Lo stesso dicasi per i teatri ed i cinema. Ad oggi, non sembra emergere un dato che collega la ripresa dei contagi a tali ultime attività che anzi, rispettando i protocolli, appaiano certamente più sicuri di altri che non subiranno restrizioni. A fronte di ciò, nel chiederLe di modificare il provvedimento adottato, tutelando le attività che hanno fatto cospicui investimenti per salvaguardare la salute pubblica, precisiamo che – laddove ciò non avvenisse – sarà necessario modulare un immediato sistema di aiuti che non conceda indistinte sovvenzioni a pioggia, ma che si basi sulle reali esigenze territoriali, tenendo in debita considerazione quanto sopra accennato, in merito ai costumi e agli usi delle Regioni del Sud, che altrimenti – nonostante i fondi che chiediamo vengano tempestivamente erogati a ristoro – saranno costretti a cessare l’attività, provocando un depauperamento del tessuto produttivo del territorio, con gravissime ricadute sulla stabilità sociale ed economica del Mezzogiorno e della Sicilia. Rammentiamo che l’articolo 3 della Costituzione, nel sancire il principio di uguaglianza sostanziale, impone di adottare in casi uguali il medesimo trattamento ed in casi diversi soluzioni adatte a fattispecie diverse. Sulla scorta di questo principio costituzionale invitiamo, al pari il Presidente della Regione Siciliana- così come dallo stesso preannunziato- ad adottare ogni iniziativa e provvedimento utili a tutelare e salvaguardare i diritti dei Siciliani e a scongiurare la definitiva chiusura delle attività economiche ovvero il pericolo che le stesse cadano in mano alla criminalità organizzata”.

In calce le firme di Giacomo Tranchida sindaco di Trapani; Roberto Maiorana sindaco di Buseto Palizzolo; Antonino Accardo sindaco di Calatafimi-Segesta; Nicolò Rizzo sindaco di Castellammare del Golfo; Daniela Toscano sindaco di Erice; Salvatore Sutera sindaco di Gibellina; Massimo Grillo sindaco di Marsala; Giuseppe Scarcella sindaco di Paceco; Nicolò Catania sindaco di Partanna; Vincenzo Drago sindaco di Salaparuta; Giuseppe Peraino sindaco di San Vito Lo Capo; Francesco Stabile sindaco di Valderice.

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12,20 - Anche Trapani non resta a guardare. La città, infatti, si mobilita contro le nuove e sempre più stringenti misure anti-Covid. Domenica, primo novembre, scenderanno in piazza maitre, camerieri, commis, chef, pizzaioli, lavapiatti, direttori, receptionist, inservienti, pasticceri, rosticcieri, gelatai, barman, ma anche cantanti, musicisti, attori, istruttori di fitness.

In pratica protesteranno le categorie più penalizzate dal Decreto varato dal Governo nazionale. E lo faranno con un corteo che raggiungerà il Palazzo del Governo dove si terrà un sit-in. Per questa sera, alle 18, invece, è previsto un flash mob.

07,00 -   Sono 785 i positivi nel trapanese, il dato è al netto di decessi e guariti. Venerdì scorso, giorno dell'ultimo aggiornamento, era di 677 positivi. Tra le città con più contagi c'è Alcamo con 170 positivi, poi Trapani con 158 e Marsala con 94.

I contagiati totali della provincia di Trapani sono così distribuiti nei 24 Comuni: Alcamo 170 (venerdì erano 148) , Buseto Palizzolo 6, Calatafimi Segesta 9, Campobello di Mazara 9, Castellammare del Golfo 31, Castelvetrano 97, Custonaci 12, Erice 51, Favignana 8, Gibellina 1, Marsala 94 (venerdì erano 84), Mazara del Vallo 56, Paceco 11, Pantelleria 12, Partanna 3, Poggioreale 0, Salaparuta 1, Salemi 23, Santa Ninfa 3, Trapani 158 (venerdì erano 127), Valderice 22, Vita 3, San Vito Lo Capo 4, Petrosino 1. Per quel che riguarda i deceduti, sono 25 le persone morte dall'inizio della pandemia, i ricoverati in terapia intensiva sono 5, i ricoverati nei reparti Covid sono 37. I tamponi effettuati nella giornata di oggi, il dato è parziale, sono 551, mentre i tamponi per ricerca antigene sono 1240.

La situazione in Sicilia - Sono 568 i nuovi positivi da coronavirus in Sicilia, circa 100 meno di ieri ma anche con meno tamponi. Undici le vittime (439 in tutto), come ieri. Trentacinque i ricoveri in regime ordinaria (677 in tutto) e tre in terapia intensiva in più (98). Sono 4950 i tamponi, meno di ieri (5100) ma non in maniera marcata come le altre volte succedeva durante il fine settimana. In isolamento domiciliare ci sono 10170 persone, 6081 i guariti (+167), per un totale di 17425 casi dall'inizio dell'epidemia. Sul fronte della distribuzione territoriale a Palermo 220 positivi in più, Catania121, Messina 89, Trapani 3, Ragusa 2, Siracusa 65, Agrigento 35, Enna 24, Caltanissetta 9.

Giacomo Tranchida sulle chiusure: "Provvedimemto ingiusto"  - Da Nord a Sud, passando per il Centro è un coro unanime di dissenso. E le proteste sono già sfociate in violente manifestazioni di piazza come a Napoli e a Roma. Anche il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida non condivide alcune norme. In particolare quelle che penalizzano pesantemente il settore della ristorazione ma anche i teatri e altre attività che hanno già chiuso i battenti. E il primo cittadino manifesta la volontà di impugnare sia il decreto di Conte sia l'ordinanza del presidente della Regione Musumeci. Già in passato Tranchida si era mosso in questa direzione, senza tuttavia ottenere nulla.

Didattica digitale integrata negli istituti superiori. ANCI Sicilia, Orlando: “Necessarie indicazioni precise per il DPCM” -  “Il Governo fornisca indicazioni precise e dettagliate che garantiscano a studenti, famiglie, insegnanti e personale degli istituti superiori il corretto svolgimento della “didattica digitale integrata”, come stabilito dal DPCM del 25 ottobre 2020”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia. “Si forniscano, nel più breve tempo possibile, tutti gli strumenti necessari a una corretta applicazione della norma, approvata ieri, che prevede un incremento del ricorso alla didattica a distanza, per una quota pari almeno al 75 per cento delle attività, e una nuova gestione degli orar d’ingresso e di uscita degli alunni e si eviti di caricare di ulteriori responsabilità i dirigenti scolastici, già ampiamente vessati dalla necessità di garantire lo svolgimento delle lezioni, in momento di emergenza sanitaria”. Continua il presidente Orlando. “A scuola si costruisce il futuro e si educano i cittadini di domani – conclude Orlando - supportiamo studenti, educatori e famiglie rendendola ancora più affidabile ed efficiente anche in un momento di estrema difficoltà quale è quello che stiamo vivendo”.

Screening di massa a Palermo - Asp e Comune Di Palermo, ieri mattina insieme al commissario Covid Renato Costa hanno effettuato un sopralluogo per poter partire, già da questo giovedì, con tamponi rapidi per tutti e test sierologici sui positivi. Dovrebbero essere predisposti due percorsi separati ma paralleli, con ingresso dall'area bassa (lato piazza Cascino, via Montepellegrino) e uscita in alto (lato via Sadat). Ma non saranno utilizzati i padiglioni e tutti i test verranno organizzati con il sistema drive-in, già utilizzato da tempo in alcuni Paesi con focoloai di particolare gravità per il richiamo dei positivi che sono stati in quarantena.

Nello Musumeci, prepariamoci al peggio - «Mai si è avvertita la necessità di essere solidali e uniti come in questo momento. A cominciare da chi, a qualsiasi livello, rappresenta le Istituzioni pubbliche e, perciò, ha il dovere di non cedere a impulsi emotivi e di scegliere quel che è giusto e non quel che appare utile. Anche in Sicilia dobbiamo prepararci al peggio. Servono sempre più posti letto per i positivi bisognosi di cure e sempre più posti di terapia intensiva per chi è in grave difficoltà». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. «Ma, assieme ai posti letto – prosegue il governatore - servono i sanitari specialisti: dobbiamo far bastare quelli di cui già disponiamo (che ringrazio di cuore, assieme agli operatori), perché ovunque, in Italia, c’è paurosa carenza di queste figure professionali. Ogni ospedale deve, dunque, cedere qualcosa per dare precedenza assoluta ai malati di Covid. Egoismi e guerre di campanile non sarebbero accettabili, specie in tempi di “guerra” come quelli che viviamo. E l’ospedale di Acireale è fra questi: perché ha la capienza, ha la terapia intensiva, ha il personale sanitario necessario ed è a sette minuti dal più vicino ospedale di Catania». «Ritengo però necessario che, assieme alla sua temporanea conversione – aggiunge Musumeci - l’ospedale acese mantenga attivo il suo Pronto soccorso: l'emergenza deve essere assicurata giorno e notte, in assoluta sicurezza anti Covid. Lo stesso vale per tutti i servizi ambulatoriali, che dovranno continuare a essere forniti ai cittadini di Acireale, seppure in un altro sito della città. E’ una misura sofferta ma necessaria, condivisa con l’assessore regionale per la Salute. E sono certo che la generosa Comunità acese saprà, anche stavolta, esprimere solidarietà concreta verso i più sfortunati che verranno colpiti dal Covid. Solo se restiamo uniti e prudenti riusciremo a vincere questa dura battaglia, a conclusione della quale l’ospedale di Acireale potrà riprendere la sua normale attività, peraltro più dotato e attrezzato di prima».

La situazione in Italia - Scendono a 17.012 i nuovi casi di coronavirus in Italia. Lo rende noto il bollettino del ministero della Salute, specificando che nelle ultime 24 ore si registrano 141 vittime. In calo anche il numero di tamponi: 124.686, circa 40 mila in meno rispetto al giorno prima, quando erano stati 161.880. I pazienti in terapia intensiva a causa del Covid sono aumentati di 76, raggiungendo quota 1.284. Le persone ricoverate in ospedale sono 12.997, 991 in più rispetto a domenica. Sono 222.403 le persone positivi in isolamento domiciliare. I guariti e dimessi sono 268.626, 2.423 in più rispetti a ieri. La percentuale dei positivi sui tamponi effettuati si aggira intorno al 13,6%. I tamponi effettuati in 24 ore (124.686) sono circa 40 mila in meno rispetto a ieri, quando erano stati 161.880. In questo momento dell'epidemia non ha senso fare tamponi 'a tappeto', meglio concentrarsi sul tracciamento dei contatti e farli solo 'mirati', ma senza arrivare a farli solo a chi è sintomatico. E' il commento dell'epidemiologo Donato Greco sull'ipotesi avanzata da alcune regioni di testare solo i sintomatici e i familiari. "Obiettivamente non ha senso una massa straordinaria di tamponi sugli asintomatici, meglio concentrarsi sui sintomatici e poi insistere e potenziare sul tracciamento, che invece è in difficoltà, per poi tamponare i contatti stretti - ha detto Greco -. Ora invece succede che si fanno tamponi immotivati, magari perché c'è stato un caso nel proprio condominio, o perché qualche medico lo prescrive con una certa leggerezza, con il risultato di intasare il sistema".

Guerriglie a Milano e Torino - Monta la protesta in tutta Italia dopo l'ultima stretta legata al Dpcm che prevede, tra l'altro la chiusura dei locali dopo le 18 e lo stop a palestre e attività sportive. I tassisti a Torino hanno occupato piazza Castello, a Cremona i ristoratori hanno battuto le pentole davanti alla prefettura e poi le hanno lasciate a terra come in un cimitero di stoviglie, a Catania hanno tirato bombe carta davanti alla prefettura, a Treviso in mille hanno sfilato in corteo, a Viareggio giovani hanno bloccato il traffico e lanciato fumogeni e petardi: in tutta Italia si sono svolte manifestazioni di protesta contro il Dpcm che impone le nuove chiusure per limitare il contagio da Covid. Altre se ne annunciano per le prossime ore. In piazza anche a Genova tra ristoratori, lavoratori dello spettacolo e no mask. Tensioni in serata nelle piazze, da Napoli a Milano a Torino, anche a Trieste. Sparati fumogeni e molotov contro le forze dell'ordine. Fermato un manifestante a Napoli, un ferito nel capoluogo piemontese. 

 

 



Native | 2024-04-25 09:00:00
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