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06/11/2020 06:00:00

Il ricatto del supermercato. A Trapani l’estorsione ai dipendenti. E i sindacalisti complici

Le buste paga corrispondevano a quanto previsto dal contratto. Ma ai 15 lavoratori del supermercato veniva dato meno, molto meno, dai titolari. Il tutto con la complicità di due sindacalisti, che anzichè difendere i lavoratori, facevano l'interesse del supermercato (dietro compenso ovviamente...).

Se ai lavoratori non stava bene così, allora potevano tornarsene a casa: licenziati. E’ l’estorsione scoperta a Trapani dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine, coordinata dalla procura trapanese, e che riguarda sei persone raggiunte dal divieto temporaneo di esercitare attività di impresa o la professione. Gli indagati sono 2 amministratori e 2 dirigenti di una nota società palermitana, l’Arcipelago Spa, proprietaria del supermercato a marchio Conad e 2 sindacalisti.


Si tratta di Gianluca Amato 47 anni  di Carini, Salvatore Vitale 41 anni palermitano, Massimo Leonardi 46 anni catanese, Romina Fiore 37 anni palermitana, Nunzia Bivona 49 anni palermitana e Antonino Bignardelli 52 anni di San Vito Lo Capo. Oltre alle misure interdittive è scattato anche il sequestro di beni per circa mezzo milione di euro, quale profitto illecito dei reati di estorsione e autoriciclaggio.

L’attività di indagine delle Fiamme Gialle ha avuto origine da un controllo in materia contributiva e previdenziale nei confronti di un supermercato con marchio Conad, di Trapani di proprietà della società, nel corso del quale venivano raccolti “elementi indiziari in ordine alla sussistenza di condotte penalmente rilevanti, connesse all’imposizione di prestazioni lavorative, non retribuite, notevolmente difformi da quanto previsto dal contratto di lavoro”.


Una vicenda che ripropone delle modalità purtroppo frequenti nel nostro territorio.
Gli imprenditori approfittano del momento di crisi del mercato del lavoro sfruttando i lavoratori con prestazioni non retribuite. Di questo si tratta, in sostanza, quando si parla di estorsione ai lavoratori. “Firma la busta paga, ma ti do di meno. Se non ti piace te ne vai. Ne trovo altri che sono d’accordo”, è il pensiero che fanno alcuni titolari di attività nel territorio.
In questo caso i titolari del supermercato, rilevano le Fiamme Gialle, “costringevano numerosi lavoratori, con la minaccia implicita del licenziamento e della mancata riassunzione, ad accettare la corresponsione di trattamenti retributivi deteriori e non adeguati alle prestazioni effettuate, con la sottoscrizione di buste paga attestanti il pagamento di somme inferiori rispetto a quelle che avrebbero dovuto ricevere per l’attività effettivamente svolta, nonché a presentare dimissioni indotte”. Il tutto grazie “alla compiacenza di due assistenti sindacali che, omettendo ogni tipo di assistenza in favore dei lavoratori, si limitavano a far firmare agli stessi le transazioni pervenute dal rappresentante legale della società palermitana (nell’esclusivo interesse della stessa) nonché a far sottoscrivere loro verbali di conciliazione in cui i dipendenti rinunciavano a tutte le legittime spettanze ed ai diritti acquisiti (ferie, straordinario, permessi)”.


Con questo gioco gli imprenditori sono riusciti ad ottenere profitti illeciti per circa mezzo milione di euro. 


“Rammarico per le azioni contestate alla società Arcipelago Spa – da due anni fuori dal sistema Conad – e fiducia nel lavoro della magistratura e degli inquirenti”. È questo, in sintesi, il commento dei vertici di PAC 2000 A, la cooperativa che gestisce il marchio Conad in Sicilia, in seguito ai provvedimenti emessi dal Gip del Tribunale di Trapani contro amministratori e dirigenti della società Arcipelago accusati, assieme a due sindacalisti, di avere costretto i dipendenti di un supermercato a incassare stipendi più bassi rispetto a quelli dichiarati in busta paga. “Qualora fossero confermate le ipotesi della Procura di Trapani – aggiungono i vertici di PAC 2000 A – i dirigenti di Arcipelago SpA avrebbero anche disatteso tutti i principi adottati con l’adesione al ‘Codice Etico Conad’, che ogni socio imprenditore è tenuto a rispettare, pena l’esclusione dalle cooperative e la revoca dell’insegna. Oltre al danno alla reputazione dell’insegna nel suo complesso, questa infedeltà colpisce anche la reputazione della nuova Socia che ha rilevato il punto vendita di Trapani precedentemente gestito dalla Arcipelago SpA e che opera nel pieno rispetto dei contratti di lavoro e dei diritti dei lavoratori”.


I dirigenti delle cooperative non hanno modo di intervenire sui rapporti di lavoro tra i dipendenti e le singole società dei soci imprenditori ma, proprio per questo, i soci imprenditori sono tenuti – per entrare nell’organizzazione e poter operare con l’insegna Conad – ad aderire e a rispettare il “Codice Etico Conad”. Tutti i soci imprenditori delle cinque cooperative che compongono il sistema Conad sono scrupolosi nell’applicazione di contratti di lavoro che tutelino gli interessi e la dignità dei lavoratori. “Nessuna eccezione a questo principio – dicono ancora da PAC 2000 A – è mai stata tollerata e ci sono stati casi di espulsione dal sistema per mancanze verso il codice etico di rilevanza molto inferiore a quella dei fatti contestati alla società Arcipelago SpA. Il fatto che questa società abbia deciso due anni fa di lasciare l’insegna per passare ad altra insegna concorrente non diminuisce il rammarico né la preoccupazione che i reati contestati possano essere ripetuti”.
“PAC 2000 A – conclude la nota – esprime gratitudine alla magistratura e agli inquirenti, forti del fatto che il rispetto dei diritti dei lavoratori è uno dei temi portanti delle azioni di comunicazione e di responsabilità sociale dell’insegna”.
Intanto per i due sindacalisti arrivano i provvedimenti della sigla.


La segreteria regionale della Uiltucs Sicilia infatti ha avviato le procedure per la sospensione della dirigente sindacale Nunzia Bivona indagata nell’ambito dell’inchiesta “A shot of money” di Trapani. Il sindacato confida nel lavoro della magistratura. La segreteria regionale della Uiltucs nel frattempo avvierà anche una indagine interna per verificare la correttezza nella gestione dell’ufficio vertenze.



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