Il sindaco di Castelvetrano, “Non stiamo svendendo i beni del comune…”
Adesso i beni immobili improduttivi del comune potranno essere messi a reddito.
Qualche giorno fa è stata approvata la delibera che rende attive le procedure necessarie per “massimizzare la redditività del patrimonio immobiliare”.
Insomma, in soldoni, verranno affittati.
Come spesso accade, l’opposizione ha votato compatta per il no ed i 5 Stelle compatti per il sì.
Non c’è stato il 12 contro 12 (e quindi la bocciatura della delibera) soltanto perché tra i banchi dell’opposizione c’erano due assenti e tra i 5 Stelle soltanto uno.
I beni oggetto della delibera, che trovate nella pagina facebook dei consiglieri del Movimento, vanno dall’ex Saica di Viale dei Templi all’ex sede dei vigili urbani di piazza Matteotti, da alcuni locali del sistema delle piazze all’ex mercato ittico di via San Martino, compresi quelli del Centro Servizi Integrato di viale Autonomia Siciliana e quelli della sede della banda musicale di via Vittorio Veneto.
Abbiamo sentito il sindaco Enzo Alfano e gli abbiamo chiesto il perché di questa scelta.
Mi sembra assolutamente dettata dal buon senso. Non farlo avrebbe comportato, oltre alle mancate entrate per l’ente, anche il rischio di deperimento degli immobili che, col passare del tempo, avrebbero rischiato anche di essere vandalizzati. Avere delle proprietà e tenerle vuote sarebbe stato meglio che affittarle?
Però le opposizioni non sono sembrate convinte dei vantaggi di questa misura?
Il comune ha avuto bisogno della delibera perché questi immobili non erano stati inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche.
Non capisco perché le opposizioni non l’abbiano votata, tra l’altro senza dare nessuna motivazione.
Ad ogni modo, l’auspicio è che grazie a questa scelta possano nascere delle attività nel sistema delle piazze, oppure che degli imprenditori possano fornire il loro contributo nella valorizzazione dei locali del Centro Servizi Integrato o dell’ex Saica.
Ma dai social qualcuno ha parlato di svendita dei beni del comune. Cosa risponde?
Sono posizioni pretestuose. In questo caso, l’alienazione dei beni non corrisponde affatto alla loro vendita. Stiamo semplicemente facendo ciò che è doveroso fare, in relazione alla condizione economica del nostro comune, che purtroppo non ammette tante alternative.
Egidio Morici
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