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16/12/2020 06:00:00

Marsala, nella “trincea” silenziosa del Covid Hospital. Reportage e interviste

L’ospedale Paolo Borsellino di Marsala è stato parzialmente convertito in Covid Hospital, garantendo ai cittadini positivi al virus di essere curati, mediante ricovero per via ordinaria o nei casi più gravi in Terapia Intensiva.


Non è stato un anno semplice.
Tuttavia la Pandemia si divide in due fasi, quella legata alla fase di marzo, la prima ondata, e la seconda ondata attuale con una maggiore presenza di contagiati e di ricoverati.

Il personale medico e paramedico dell’ospedale ha avuto la capacità di resistere alle accuse che degli “hater” sui social lanciate contro di loro, non solo dai negazionisti ma anche da taluni cittadini, sprovveduti, che hanno veicolato notizie false sulla non presenza di ricoverati presso il presidio.

Le ore al Paolo Borsellino scorrono tra una Terapia Intensiva, la Radiologia, il reparto di Medicina Interna e non in ultimo la Nefrologia.
C’è silenzio tra i corridoi, i percorsi sono ben chiari e visibili.

 

 


Il dottore Gaspare Oddo, responsabile della Nefrologia, ha tenuto a specificare che non solo hanno trattato in dialisi i pazienti ordinari ma anche i soggetti positivi asintomatici che non potevano abbandonare la seduta dialitica.


Un reparto che ha garantito le cure e l’assistenza, con due percorsi, uno Covid e uno no Covid, e che non ha visto nessun contagio o focolaio nonostante il trattamento di soggetti positivi, grazie alle procedure anti Coronavirus e ad una puntuale sanificazione.

 

 


L’obiettivo generale, infatti, è quello di garantire la terapia dialitica ai pazienti con insufficienza renale cronica anche se affetti da Coronavirus.
I medici lanciano un appello, lo ha fatto il direttore sanitario, Francesco Giurlanda, unitamente al responsabile del reparto di Medicina interna, dottor Cristiano Raimondo: i cittadini devono essere cauti, non bisogna abbassare la guardia, si tratta di un virus invisibile ma subdolo, colpisce qualunque fascia di età e le regole da rispettare sono elementari. Non mettere a rischio la propria salute e quella degli altri è un punto fermo.

 


Il Paolo Borsellino ha risposto bene a questa seconda ondata
, ci sono stati tanti ricoverati sia in Terapia Intensiva che in Medicina. Oggi i numeri sono in calo ma certamente non può venire meno l’impegno di chi ogni giorno è in trincea.
Nel parcheggio ci sono solamente le auto di ci lavora, in ospedale c’è un silenzio surreale, solo gli addetti ai lavori.

C’è garbo e compostezza, qualcuno si lascia scappare: noi non guardiamo gli orari. Siamo qui e questa guerra va combattuta.


Nessun contagio nemmeno in Radiologia,
reparto diretto dal neo primario Rino Urso. E’ lì che ci si avvale delle procedure di diagnostica per immagini, tra cui la radiografia del torace e la tomografia computerizzata per la valutazione della gravità e della progressione della malattia in pazienti con sospetto o accertato Covid-19: “Ho un equipe molto valida che collabora con me, abbiamo messo impegno e responsabilità. L’ospedale è stato parzialmente convertito ma sono garantite le urgenze, questo significa che qualora arrivasse un paziente in ospedale viene in inquadrato clinicamente mediante esami diagnostici, stabilizzato e poi trasferito in altro nosocomio. Il Covid c’è, esiste, ha prodotto vittime in tutta Italia e anche nella nostra città, nel nostro ospedale. C’è bisogno di maggiore attenzione e informazione tra i cittadini. Il virus si veicola facilmente, bisogna stare attenti, indossare la mascherina e lavarsi spesso le mani”.

 

 

 

In Radiologia vengono messe in atto tutta una serie di misure per la riduzione del rischio di contagio da Covid per gli operatori e i pazienti che si sottopongono agli esami diagnostici.