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26/01/2021 06:00:00

Alcamo. Il ritorno di Scala: "Io candidato? Vedremo. Ma stiamo costruendo un'alleanza forte"

 Giacomo Scala, ad Alcamo si voterà in primavera,  ci sono alleanze che pare si stiano organizzando. In molti indicano il suo di nome come candidato sindaco. Sarebbe un ritorno. Ci riproverebbe?

E’ innegabile che molta gente fra gli addetti ai lavori e non solo mi abbia chiesto di mettere a disposizione della città la mia passata esperienza amministrativa. Fa piacere che io venga ricordato come un buon sindaco e che riceva da un arco istituzionale ampio e variegato, ma soprattutto dai cittadini, tante attestazioni di stima. In questo momento però non è il caso di porre questioni personali. Ritengo che più dell’io si debba parlare del noi. Ed a questo sto lavorando da anni ormai con gli amici di CentrAli per Alcamo e con chi, strada facendo, abbiamo trovato come alleati. Stiamo costruendo un progetto ambizioso e di prestigio che prescinde dai singoli, a questo progetto e a un’alleanza forte e autorevole, che stiamo costruendo, metto a disposizione l’esperienza del buon governo.


Gira da giorni un documento di prove di alleanze che vedrebbero insieme tutte le forze politiche di centrodestra, che sostengono l’attuale governo regionale, insieme anche a CentrAli per la Sicilia. Lei è stato il coordinatore regionale di questo movimento, conferma di trovarsi insieme alle altre sigle?

Nel corso di questi mesi come movimento civico abbiamo parlato e ci siamo confrontati con diverse forze politiche per ragionare sul futuro della nostra città. E’ naturale che sia così perché il confronto è il sale della democrazia e bisogna capire in una alleanza civica e politica insieme cosa si vuole fare e come si vuole farlo. Le dinamiche regionali o nazionali non per forza devono ribaltarsi a livello locale. E come ovvio che sia, il movimento CentrAli sta cercando di dare un contributo alla realizzazione dell’alternativa al M5S. E questo vorremmo farlo a prescindere da sigle o documenti. Aggiungo ancora che i confronti e gli incontri di natura politica, che da ora in poi saranno sempre più frequenti in città, non presuppongono coalizioni definite a priori. Al momento come è giusto che sia si deve fare il meglio per la città, su questo stiamo lavorando. Infine per quel che mi riguarda nè conosco nè ci è stato sottoposto alcun documento, nè abbiamo definito alleanze.

L’asse con Mimmo Turano si sta rafforzando anche alla luce della Carta del Grande Centro, sono prove per le regionali oppure c’è una intesa politica di convergenza dei centristi in Italia Viva? Diciamolo, senza Cesa l’UDC non esiste.

Se l’UDC senza Cesa esiste o meno non deve chiederlo a me. La carta dei valori del Grande Centro così come la chiama lei è una sfida culturale prima che politica che ho condiviso e promosso. Ritengo infatti che ciò che si afferma in quel documento, sostenuto da diverse sensibilità politiche ,ma di uguale matrice come l’Assessore Turano, sia, dal mio punto di veduta, necessario ed è il punto di partenza della costituzione di un’area moderata decisiva e determinate che manca in Sicilia ma anche in Italia. Ci si muove in questa direzione. Nella mia città, ovviamente questo progetto sta rafforzando i ragionamenti con l’UDC e con Mimmo Turano in particolare e ci piace pensare, perché ne abbiamo sentore e contezza, che la simpatia e l’avvicinamento programmatico e politico sia reciproco, ora però bisogna fare il bene della città e se questo asse diventa portante per ridare respiro alla città di Alcamo bene venga.


Alcamo è una sfida elettorale di primo piano, è tra le città più grilline d’Italia. Cosa lascia il Movimento Cinque Stelle e da dove ricominciare per rilanciare la città?

Ad Alcamo è mancato con il Movimento 5 Stelle una visione d’insieme e prospettica del futuro della città. Si è navigato a vista e si è navigato male. La città è tornata indietro dal punto di vista culturale, economico, turistico, ambientale, di servizio rifiuti, e anche di importanza nel golfo di Castellamare. Alcamo è tornata ad essere un paesotto di provincia, sporco, senza slancio e senza visione. Una tragedia. Avevano ereditato un gioiello di città ed hanno vinto le elezioni parlando di macerie. Mentivano politicamente. Ma hanno fatto peggio. Hanno raso al suolo una comunità e l’hanno indebitata.

Scala, se non lei quale profilo potrà candidarsi a sindaco? Con quali caratteristiche?

Deve essere una persona che sappia interpretare bene il bisogno della nostra comunità, deve saper far volare alto il nostro territorio. Un sindaco vicino alla gente e non arroccato alle posizioni di potere come hanno fatto Surdi ed i suoi assessori che hanno azzerato i rapporti con la città e con i cittadini.  Oggi la città chiede esperienza e al contempo innovazione, su questo target ci stiamo muovendo, nella consapevolezza che tanti possono metter a disposizione la propria esperienza a servizio della città e del sindaco che verrà. Occorre un sindaco rassicurante e capace che sappia ridare centralità alla comunità alcamese e abbia la visione del futuro nella consapevolezza che bisogna far uscire Alcamo dall’isolamento retrogrado in cui ci hanno cacciato i cinque stelle, la sfida del futuro si vince con la collaborazione tra i territori. Con i comuni viciniori si deve fare squadra e lobby.

Lei è un attento osservatore della politica regionale, un giudizio sul governo Musumeci?

Musumeci è un politico esperto che ha vinto le elezioni sapendo offrire ai siciliani un programma vincente e una squadra che ha convinto più degli altri in campo. In questi anni si è mosso tra le mille difficoltà ereditate dai decenni passati. Io credo che aldilà dei posizionamenti politici Musumeci ha l’aplomb che serve a un Presidente della regione, con Crocetta eravamo una barzelletta quotidiana che suscitava ilarità. Ho apprezzato molto la delibera di programmazione del Recovery Fund che come é noto il Governo nazionale manco l’ha considerata, ma credo che su quella delibera si dovrebbe aprire una discussione seria tra politica e società reale, da quelle somme passa anche il futuro della Sicilia.