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18/02/2021 06:00:00

I parchi eolici off-shore di fronte alle coste trapanesi. Il dibattito è acceso

Il dibattito è aperto da mesi sui parchi eolici offshore che sono in progettazione, di fronte alle coste siciliane. Uno della società danese Copenhagen Offshore Partners e il secondo di Renexia Spa.

Il progetto Copenaghen Off Shore - Il primo è un mega impianto eolico con 25 pale galleggianti da 10 megawatt a una distanza di oltre 35 chilometri da Marsala e altrettanti dalle Egadi, in direzione della Tunisia.
Queste le caratteristiche del primo parco eolico galleggiante del Mediterraneo che potrebbe nascere entro il 2023 nel Canale di Sicilia, al largo di Marsala. L'impianto, chiamato 7Seas Med, potrebbe essere realizzato su un fondale di circa 300 metri di profondità con delle turbine galleggianti, sarebbe impossibile piazzarvi delle normali turbine offshore fisse, che non possono superare una profondità di 50-60 metri. Il progetto, che prevede un investimento di 741 milioni di euro, è stato sviluppato dalla danese Copenhagen Offshore Partners con il sostegno del fondo Copenhagen Infrastructure Partners, specializzato in grandi progetti di energia rinnovabile in tutto il mondo, ed è stato presentato al ministero dell'Ambiente e al ministero delle Infrastrutture.

Il mega parco eolico di Renexia - L’altro progetto prevede un mega parco eolico off-shore al largo delle isole Egadi, in pieno Canale di Sicilia. Dovrebbe essere il più grande del mondo, con 190 turbine che verranno collegate attraverso cavi sottomarini lunghi circa 200 chilometri fino al punto di connessione antistante la costa di Termini Imerese, ed è stato presentato per una durata trentennale della concessione dalla Renexia S.p.A., società che ha sede a Chieti e che opera da tempo nel comparto delle energie rinnovabili. Il parco eolico sarà, a 60 chilometri dalle coste siciliane e di fronte alle coste tunisine. Verrà utilizzato il sistema floating: cioè con pale ancorate ma non infisse nel fondale, una tecnologia studiata e perfezionata per salvaguardare al massimo l’ambiente. Si attende la valutazione di impatto ambientale, prevista entro i primi sei mesi del 2023. Le turbine verrebbero installare a ovest delle tre isole: da progetto, il parco eolico off-shore disterà 27 chilometri da Marettimo, 49 chilometri da Favignana e 63 da Marsala. L’avviso è stato pubblicato dal Comune di Trapani, per la concessione demaniale, e dalla Capitaneria di Porto.

Come dicevamo sui parchi eolici off shore il dibattito è aperto e sono diverse le posizioni a favore e contro. C’è quello di Legambiente, che vede con favore la realizzazione del progetto del parco eolico offshore davanti alla costa trapanese (potete leggere qui) e c’è quello critico del neo assessore regionale all’Agricolture e alla Pesca Tony Scilla, che si dice preoccupato e antepone prima gli interessi della pesca e dei pescatori siciliani:

"La tutela del settore pesca, che da sempre ritengo essere di enorme rilevanza per l’economia e la cultura stessa della Sicilia, rimane in cima agli interessi del governo Musumeci, pertanto monitoreremo con grande attenzione l’iter del progetto del parco eolico offshore della società Renexia. Solo a seguito di consultazioni e confronti con il mondo della pesca, trarremo le nostre considerazioni e su quelle ci attiveremo di conseguenza", il commento di Scilla, sul progetto per la realizzazione del parco eolico offshore galleggiante al largo di Marsala, tra le isole Egadi e la Tunisia. "Ad oggi il rischio paventato dagli operatori della pesca siciliana, che operano in quell’area del Mediterraneo particolarmente pescosa, è quello di essere privati di ampi spazi acquei dove esercitare la propria attività. La zona individuata per l’eventuale realizzazione del parco eolico offshore è per di più interessata da un intenso traffico navale che nel cambio di rotta metterebbe ulteriormente a repentaglio le attività di pesca - conclude Scilla -. Per indole sono sempre favorevole alle iniziative imprenditoriali in grado di creare economia per i territori, così come a quei processi innovativi che guardano allo sviluppo sostenibile, ma solo se nel rispetto del benessere socio economico di una comunità"-

E’ decisamente contraria e chiede addirittura, al momento, la sospensione dell’iter del parco eolico al largo delle Egadi, la deputata all’Ars di Attiva Sicilia Valentina Palmeri: “Sospendere l’iter del parco eolico al largo delle Egadi: gli svantaggi sono certi e i vantaggi tutti da valutare per la Sicilia. Non sono contraria alle rinnovabili ma bisogna vederci chiaro”, lo afferma la deputata regionale di Attiva Sicilia, Valentina Palmeri. Per realizzare il parco eolico la richiesta della Renexia spa è di una concessione demaniale marittima trentennale di uno specchio acqueo finalizzata all’installazione ed esercizio di un parco eolico off-shore e delle relative opere elettriche di connessione, della superficie complessiva di 18.505.195,00 mq. Il Parco eolico è stato ipotizzato per la maggior parte come ricadente nelle acque della Piattaforma continentale italiana, entro le 200 miglia dalla costa ed in minima parte nelle acque territoriali italiane del Canale di Sicilia, in una posizione ad ovest delle isole Egadi. La produzione verrebbe convogliata via cavo HVDC fino a largo del Comune di Termini per poi collegarsi alla terraferma all'altezza della Campania. “Il progetto sembrerebbe aver suscitato – dice Palmeri - le prime contestazioni in quanto certamente foriero di impatti; non trascurabile l’impatto che avrebbe nel settore della pesca, considerato che verrebbero sottratte delle aree pescosissime. Altre rilevanti sono quelle che minacciano la stessa sopravvivenza della fauna marina e i flussi migratori dell’avifauna che partono dall’Africa e arrivano in Europa attraverso il Canale di Sicilia. Al contrario non sono chiare le reali ricadute positive per la Sicilia, anzi tale produzione si potrebbe porre in concorrenza con altre produzioni già presenti nella regione”. “La complessità dell'impatto vuole che l’iter del progetto – continua Palmeri - sia solamente alla fase iniziale di definizione sui contenuti che lo studio di impatto ambientale deve compiutamente sviluppare. Ho chiesto alla Capitaneria di Porto di Trapani, ai Ministeri competenti, di sospendere la procedura e conseguentemente il rilascio della concessione demaniale richiesta, palesemente prematura rispetto alle valutazioni cui dovrà essere sottoposto il progetto, non solo di carattere ambientale ma anche per la sicurezza della navigazione e le ricadute economiche sulla pesca".

Per l'europedutato Ignazio Corrao è un progetto folle - L’eurodeputato siciliano Ignazio Corrao sostiene: “Il progetto di eolico off-shore a tra Sicilia e Tunisia è quanto di più pericoloso possa esserci per la nostra pesca in quell’area del Mediterraneo. Un progetto che – nonostante l’obiettivo green di produzione di energia rinnovabile – non ho paura di definire folle. Non solo potrebbe avere un impatto ambientale enorme, ma soprattutto potrebbe decretare la fine della pesca in quel tratto di oltre 18 milioni di metri quadrati di mare".

Il no superficiale del sindaco di Marsala - E lo ritiene un problema da risolvere, esprimendo dubbi e perplessità sue e della sua amministrazione il sindaco di Marsala, Massimo Grillo. Lo fa con post su facebook, dimostrando di conoscere poco e niente i progetti in questione e facendo un’analisi molto superficiale e approssimativa e non basata, invece, su dati e documenti che per la fase preliminare sono stati pubblicati sui siti del Ministero dell’Ambiente e del Mare e con la collaborazione del Ministero delle Infrastutture.

E in risposta al post del sindaco Grillo, c'è un commento, articolato e puntuale, di un cittadino marsalese, Alessandro, che spiega in sei punti, perché è contrario al post del sindaco e quali sono le peculiarità positive, ambientali ed economiche per tutto il territorio, di uno dei progetti offshore che attende di essere realizzato al largo delle coste trapanesi:

Egregio Sig. Sindaco leggo con molto sconforto il suo post  che evidenzia una leggerezza sconcertante e, senza offese, una spaventosa mancanza di conoscenza e competenza sulla questione energetica (sia sulla materia in generale sia, specificatamente, sulle implicazioni all'interno del nostro territorio) e nel merito del progetto che tanto La preoccupa. 1) Il "problema che ha ereditato" porta una amplia e, compatibilmente con la fase preliminare, esaustiva documentazione sul sito del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del MARE ed è frutto della collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture. 2) Tra le aziende principalmente coinvolte c'è la Copenhagen Offshore Partners, azienda danese che esporta una tecnologia assolutamente innovativa e con una spiccata propensione per l'azzeramento dell'impatto ambientale secondo una "sensibilità scandinava" che è ENORMEMENTE più avanti di noi in materia di energie rinnovabili e sviluppo sostenibile. 3) L'opera (l'unica) che tanto deturperebbe l'area del lungomare antistante la Florio (tratto costiero attualmente "splendidamente curato") è un pozzetto interrato da 0,9x0,9x3,8 metri contenente la giunzione tra il cavo sottomarino e quello terrestre (praticamente invisibile). 4) L'apporto in termini energetici che darebbe il parco eolico è di 250 MW che andrebbero sempre più a rimpiazzare fonti ENORMEMENTE PIU' INQUINANTI ED IMPATTANTI SUL TERRITORIO in linea con la transizione energetica che è uno dei cardini delle sfide dei prossimi anni (peraltro, appena poche ore fa, immagino avrà sentito parlare di un "Ministero della Transizione Ecologica" e dell'obiettivo di un'economia "fossil-free" entro i prossimi decenni su cui si gioca anche molto della progettualità che consentirebbe di adoperare al meglio i soldi del Recovery Fund). 5)L'investimento complessivo è stimato in circa 740 milioni di euro che, considerata la significativa quota di lavorazioni e forniture che richiederebbero inevitabilmente l'apporto delle aziende e della manodopera locale, si tradurrebbero anche in posti di lavoro. 6) Se parliamo di inspiegabili "silenzi assordanti" forse sarebbe il caso di volgere lo sguardo a realtà quale quelle delle Egadi e di Favignana dove da decenni ci gioviamo di avere energia elettrica prodotta da centrali a gasolio con tutte le conseguenze che lascio immaginare in termini di impatto ambientale (ma non ricordo nessuna battaglia politica su questo argomento). La tecnologia dei parchi eolici off-shore risponde anche a questo tipo di problemi e, già da tempo, si inserisce in un programma più generale che Terna ha avviato per l'elettrificazione delle isole minori siciliane e spegnere, finalmente, le centrali a combustibile locali (come già fatto con successo in altre località, quali Capri, valorizzandone ancora di più il contesto ambientale).