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17/03/2021 11:33:00

Sicilia, tante le critiche sui ritardi e i buchi della legge Finanziaria

Sono tante in queste ore le reazioni della politica regionale sulla finanziaria in discussione all'Ars. In particolare c'è chi critica la scelta del governo Musumeci di rimanere in silenzio sull'impugnativa ministeriale sulle variazioni di bilancio, sui lavori a rilento per l'approvazione della manovra - sono stati approvati solamente quattro articoli -  e ci sono soprattutto delle spese che non hanno copertura. 

“Il governo si ostina a voler perdere un’occasione di sostegno agli operatori economici rimandando al solito libro dei sogni, tanto caro al presidente Musumeci, il varo di misure di aiuto per i concessionari demaniali piegati dalla crisi economica conseguenza dell’epidemia di Coronavirus” Lo dice Nello Dipasquale parlamentare regionale del Pd, a margine del dibattito d’aula per l’esame della legge finanziaria regionale.

“Oggi abbiamo cercato di far capire al governo - continua il parlamentare PD - la necessità di prevedere l’esonero per l’anno in corso dal pagamento dei canoni già ridotti del 100 per cento per il 2020 e del 50 per cento per il 2021, grazie ad un emendamento alla scorsa finanziaria voluto dal Partito Democratico, e la riduzione al 50 per cento del pagamento per l’anno prossimo. Il governo - continua - ha ribadito la volontà d rimandare la misura ad una successiva verifica sull’evolversi dell’emergenza sanitaria. Una decisione folle - conclude Dipasquale - che rischia di pesare pesantemente sul settore delle concessioni demaniali e sugli imprenditori”.

"Finanziaria sempre più nel caos, lavori a rilento, con appena quattro articoli approvati e intanto spuntano nuovi enormi buchi da coprire. Questo governo dimostra di avere smarrito completamente la bussola, mentre continua a ignorare le grida di dolore di chi, come i ristoratori che oggi hanno protestato sotto al palazzo, sta scontando sulla propria pelle i contraccolpi della pandemia”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro.

“Gravissimo – dice Di Caro - il silenzio del governo sull'impugnativa ministeriale sulle variazioni di bilancio, con il parlamento tenuto all'oscuro su questa fondamentale vicenda per quasi 15 giorni. E ora si scopre che se la norma dovesse essere dichiarata illegittima, ci sarebbero altri 33 milioni da reperire, senza contare che siamo ancora in attesa della parifica della Corte dei Conti che potrebbe fare crescere ancora il disavanzo”.
“La legge – conclude - alla luce del nuovo buco, doveva tornare in commissione Bilancio, ma Miccichè ha fatto orecchie da mercante”.

Ed è durissimo l'attacco all'assessore Armao da parte di Danilo Lo Giudice in Assemblea Regionale Siciliana. Il parlamentare di Sicilia Vera ha etichettato quella dell'Assessore regionale al Bilancio come "Finanza Creativa" ed ha accusato il rappresentate del Governo di essere reticente sul reale stato dei conti regionali.

"L’azione portata avanti dal Governo - ha detto Lo Giudice intervenendo in Aula - non mi sembra che si inspiri a quel principio basilare della finanza e della contabilità pubblica che è quello della prudenza. Questo vale per gli enti locali e non può non valere anche per la Regione. Mi sembra che l’azione portata avanti dal Governo non sia in linea con questo principio, quanto piuttosto a quella che definiamo “finanza creativa”, di fronte a spese e a valori negativi che non vengono contabilizzati come dovrebbero."

Lo Giudice ha ricordato che "l’impugnativa del bilancio dice in modo chiaro e testuale che non c’è copertura finanziaria per oltre 70 milioni nella manovra di bilancio del 2020. Quel principio di prudenza ci impone di dare subito copertura a questa spesa, tralasciando qui ogni commento sul fatto di quanto e come è stato fatto. Immaginate se io da sindaco decidessi di spendere nel mio comune un milione, per poi ricordarmi a distanza di mesi che quella è una spesa ancora da coprire. Siamo, come ho detto, nel mondo della finanza creativa. Non c’è altra definizione. Ed è grave che di fronte a questa situazione di evidente finanza creativa l’Assessore Armao continui a parlare di “pura formalità”, continui ad essere reticente sull’utilizzo dei fondi POC, continui a mostrarsi irrispettoso del ruolo dei parlamentari e del parlamento, rinviando qualsiasi confronto e qualsia risposta trasparente."

Da qui l'attacco diretto all'Assessore Armao e la richiesta di dati e informazioni trasparenti sul reale stato dei conti e della finanza regionale. "Non c’è un bilancio - ha detto Lo Giudice - non c’è un consuntivo, non c’è un giudizio di parificazione, c’è un esercizio provvisorio accompagnato da una impugnativa del bilancio 2020 che però l’Assessore bolla come mera formalità. Insomma siamo allo sfascio più totale e nessuno lo vuole ammettere. Si agisce con una gravissima superficialità, aggravata dal comportamento dello stesso Assessore che non fornisce a noi deputati alcuna informazione. Non si può lavorare con questa superficialità: ci apprestiamo a discutere una finanziaria dove si continua a discutere di milioni e milioni da assegnare, senza però chiarire quale sia la copertura finanziaria. Mi chiedo e chiedo al Governo se sia possibile avere un quadro attendibile delle risorse di bilancio, della situazione economica e finanziaria, dei fondi extra regionali. Qui non siamo al mercato, siamo al Parlamento e i parlamentari meritano rispetto a partire dall’Assessore."

E il deputato di Attiva Sicilia Sergio Tancredi punta invece il dito contro il governo nazionale al quale "chiede maggiore trasparenza verso la Sicilia". Il deputato regionale, interviene duramente sul ritardo da parte del governo nazionale nell'approvazione del ripiano del disavanzo e che adesso avrà come E conseguenza la necessità della copertura finanziaria del disavanzo per il 2020.

"Nel Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2021 - afferma Tancredi - è stato creato un testo diverso da quello atteso dalla Regione. Il punto relativo alla ripartizione del disavanzo era l'ultimo punto del Consiglio dei ministri del 23 dicembre 2020 e non si capisce perché sia stato l'unico rinviato. In quella sede ci si è giocato l'ennesimo cappio per questa Regione. Io personalmente credo che tutto questo enorme ammontare del disavanzo la Sicilia neanche dovrebbe restituirlo. Questo è l'ultimo atto della mancanza di trasparenza nei rapporti tra Stato e Regione Siciliana. Io ho chiesto i verbali della Commissione paritetica del 14 novembre scorso ma il presidente Ilacqua me li ha rifiutati perché evidentemente questo Parlamento non è tenuto a sapere cosa succede in Commissione paritetica. Se si fosse capito cosa era successo in Commissione paritetica forse si sarebbe potuto porre rimedio in tempo. Eppure nessuno ha preso le difese di questa Regione. Adesso spero che questa regione pretenda più trasparenza dello Stato, perché ci sono 5 milioni di siciliani in enorme sofferenza e questo gioco delle tre carte che si è fatto con i rimandi è stato fatto volontariamente. Ed è un giochino sulla pelle dei siciliani da parte di qualcuno che a volte si dimentica di essere siciliano".