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18/04/2021 08:20:00

La zona rossa a Marsala tra guelfi e ghibellini

 Guelfi e ghibellini. A Marsala si è in zona rossa, per chi si attiene alle regole e non tutti lo si fa, il tempo libero è cospicuo come nel lockdown di marzo e aprile del 2020.

Per come si sta articolando la diatriba tra coloro che vogliono aprire e quelli che si oppongo, i primi sono gli autonomi e innanzitutto le partite IVA e i secondi dipendenti soprattutto del comparto pubblico che sono tutelati, perché hanno un reddito a prescindere, la memoria e il tempo mi riporta alla lettura di un periodo e l'odierna storia che scriviamo gli somiglia ,e sembra la guerra che si combattè nel medioevo tra le due fazioni toscane.

Il binomio continua a essere d’uso comune anche a distanza di molti secoli da quando fece la sua prima comparsa. Una contrapposizione ideologica che non si limitò allo scontro dialettico, ma prese le forme di un vero e proprio conflitto, scandito da alcuni dei fatti di sangue piú cruenti della storia medievale.

Un esito, quest’ultimo, che non deve sorprendere, poiché quella che, all’inizio, poteva sembrare una rivalità fra le famiglie piú in vista di alcune fra le maggiori città italiane – Firenze su tutte – assunse ben presto i contorni di una vera e propria guerra fra i poteri forti del tempo: l’impero e la Chiesa.Non a caso, quindi, la lotta tra la fazione guelfa e quella ghibellina ha visto coinvolti tutti i personaggi di maggior spicco dell’epoca, compreso, fra gli altri, Dante Alighieri, che in piú d’una delle sue terzine evocò i fatti dei quali era stato testimone, nonché vittima. Un racconto avvincente, insomma, che degli eventi salienti offre chiavi di lettura inedite. L'accezione contemporanea della contrapposizione,si ripete è, tra i cosiddetti tutelati e coloro che non lo sono. I ghibellini - sostenitori dell'impero - moderni sono i dipendenti. I guelfi - del papato - le partite Iva . Comunque molti dipendenti hanno garantito servizi essenziali su tutti i sanitari e parasanitari, forze dell'ordine.

Anche a Marsala non è diverso. Il primo cittadino che ha chiesto -correttamente- la zona rossa ha raccolto il grido d'aiuto dei commercianti.

Il sindaco da sempre favorevole al papato e la sua religione, per la chiusura ha trovato il diavolo, anzi al plurale i diavoli, l'istituto Sirtori e l'Asp.

È stato un errore chiedere alla scuola di fornire informazione sulla situazione dei contagi da Sars-Cov-2 e poi renderla pubblica, perché non è nelle sue competenze, e lo conferma la nota di risposta della stessa che cita i dispositivi di quarantena dell'Asp e le dichiarazioni spontanee dei genitori, una sorta di exit poll, dal 12 marzo al 14 aprile. Quando fu ravvisata un situazione anomala i plessi interessati furono chiusi 9 giorni. L'organo preposto, l'Asp, ha comunicato che dal 12 marzo al 3 aprile - prima di Pasqua - su 343 tamponi effettuati ,14 positivi. Il corto circuito è evidente , l'elemento fallace anche. La missiva indirizzata a Draghi e Musumeci individua le scuole,le mura domestiche e i supermercati i luoghi a più alto contagio, non si comprende perché altrove anche all'aperto gli stessi soggetti dovrebbero comportarsi diversamente, estate 2020 docet. La soluzione passa dal vaccino, nel frattempo da una campagna educativa per noi cittadini del rispetto delle regole e la richiesta all'autorità superiore di uomini per esercitare piú controlli. Caro sindaco il momento storico non può permettersi un conflitto tra Guelfi e Ghibellini.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-13 00:00:00
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