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11/05/2021 06:00:00

"Papania non si fidi di quei quattro consiglieri di Salemi"

 La nascita nel Consiglio comunale di Salemi del gruppo del Movimento VIA, che fa riferimento a Nino Papania, decisamente non è andata a genio a Giuseppe Francesco Crimi.

Non per le capacità attrattive del Movimento. E diversamente non potrebbe essere. Crimi, in quanto esponente di Fratelli d’Italia, fa parte della stessa area politica di destra in cui si colloca il movimento del senatore alcamese.

Le sue riserve sono invece sui nomi dei quattro i consiglieri. Nessuno escluso.

Per ognuno di essi, come Dante nell’Inferno, ha trovato un “peccato” d’origine.

Quello di Giusy Asaro la perenne ricerca di una collocazione politica, nonostante tanti anni di politica alle spalle. “Dopo essere stata eletta nel gruppo Futuro, dopo solo due mesi dichiarò di aderire a Forza Italia”.

Di Biagio Grimaldi ricorda che, dopo essere stato eletto sindaco di Salemi grazie ad una maggioranza consiliare che faceva riferimento a Pino Giammarinaro, passò nel gruppo del eterno rivale, almeno formalmente, essendo della stessa corrente democristiana, Giuseppe Cascio uno dei sindaci più longevi politicamente.

Giuseppe Loiacono, anch’egli eletto nel gruppo “Futura”, sarebbe il consigliere dei gruppi misti. ”E’ una sua caratteristica - scrive Crimi “una volta eletto, abbandona il gruppo di provenienza, per andare ad occupare un posto nel gruppo misto”.

Per Antinio Brunetta, primo dei non eletti nel gruppo dell'attuale maggioranza, e ripescato in seguito alle dimissioni di un consigliere perché nominato assessore, stesso capo d’accusa. Abbandono anche da parte sua del gruppo di origine e transito nel movimento VIA.

Una condanna senza appello quella di Crimi. Ma che potrebbe ritorcerglisi contro, dal momento che, ad eccezione di Antonio Brunetta, Giusy Asaro, Biagio Grimaldi e Giuseppe Loiacono siedono in Consiglio grazie all’operazione politica che egli stesso aveva posto in essere e portato a conclusione alle ultime elezioni amministrative in contrapposizione a Domenico Venuti, eletto poi per un secondo mandato.

A meno che non dobbiamo considerare la presa di posizione odierna di Crimi come una profonda autocritica.

Si dirà che oggi in politica ciò che è bianco oggi può cambiare colore solo dopo pochi giorni.

Un male solo odierno? Chi conosce la Storia, sa che non è così.

Solo per accennare quella più recente, ricordiamo che il termine “trasformismo” emerse dopo il 1880 nel Regno d'Italia. Le maggioranze variavano da Destra a Sinistra e viceversa in base a convergenze d'intenti su interessi circoscritti, spesso innominabili, anziché su programmi politici a lungo termine.

Si dirà che oggi che il fenomeno sta diventando parossistico. E’ vero.

Non si dimentichi, poi, che alla vigilia di appuntamenti elettorali, le manovre di truppe cammellate si ripetono con maggiore intensità.

Stupisce, semmai, come politici di lungo corso vengano sedotti ancora dall’eterno richiamo delle sirene di turno, dimenticando l’insegnamento di Ulisse.

La notizia invece non stupisce Giuseppe Crimi. I protagonisti dell’operazione politica li considera tout court interpreti di una "commedia all'italiana, dove regna il “trasformismo e la politica dell'opportunismo”.

E ci va giù duro, scrivendo che l’acronimo VIA (che sta per Valori, Impegno, Azione), non si confà alla personalità politica dei quattro che hanno aderito al Movimento di Papania.

Da qui l’invito rivolto al senatore a “non riporre tanta fiducia e aspettative in un progetto politico di lunga durata, che coinvolga  personaggi politici di questo calibro.”

Un messaggio sibillino, in verità.

Franco Ciro Lo Re