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07/07/2021 06:00:00

  Il paradosso della movida al tempo del Covid. Balli “abusivi”, ma le discoteche restano chiuse

Si balla ovunque. In piazza, nei locali, davanti ai bar, nei lidi. Ma le discoteche sono ancora chiuse.
E’ il paradosso della movida estiva e delle misure di contenimento del Covid 19. Un paradosso che fa esplodere la protesta dei gestori delle discoteche, costrette ancora a restare chiuse.

Movida e Covid. L’estate della ripresa, quella della vaccinazione di massa, del green pass, registra molti corto circuiti. A cominciare da quello del ballo. Se le discoteche sono chiuse, in questo momento, è perchè secondo il Cts non ci sono le condizioni per la riapertura di uno dei settori più danneggiati dalla pandemia.

I gestori delle discoteche non ce la fanno più. Si sperava in una riapertura già il prossimo fine settimana, ma è un’ipotesi praticamente tramontata.
Neanche il nuovo protocollo che gira attorno al Green Pass di cui - come da indicazione del Cts - tutti dovranno essere forniti prima di entrare non è stato ancora deciso dal Governo. La variante Delta preoccupa e i tecnici sembrano orientati comunque a cambiare le regole del Green Pass italiano, che oggi viene concesso per usi interni anche a chi ha fatto una sola dose di vaccino, non ritenuta però una barriera sufficiente a fermare l'avanzata tra i giovani dei contagi.

Però da Nord a Sud si balla lo stesso, in piazza e nei lidi. I locali organizzano serate con musica dal vivo che inevitabilmente finiscono per essere serate da ballo. E lì succede quello che succede in discoteca.
Queste immagini arrivano, ad esempio, da Marsala e Mazara.

 

 

 

I gestori delle discoteche non ci stanno, protestano contro le non decisioni del governo, evidenziando la disparità e il paradosso delle serate da ballo “abusive” quando luoghi controllati come le discoteche restano chiuse.
Ieri sit-in in tutta Italia, da Nord a Sud dei sindacati del settore intrattenimento.

 

 
Anche a Palermo, come nelle principali città italiane, Silb Fipe  ha protestato davanti la sede Rai. E’ stata l’ennesima forma di civile protesta della categoria contro le decisioni, ritenute “illogiche, incoerenti e inique”, del Governo nazionale che ancora non ha autorizzato la ripresa delle attività dopo circa 17 mesi di stop.
Il presidente del Silb di Palermo, Vincenzo Grasso, ha consegnato al caporedattore della Rai tutto il materiale fotografico e video raccolto nelle ultime settimane che testimonia gli esempi di abusivismo e illegalità verificatisi su tutto il territorio nazionale.


“Con certe decisioni irrazionali - spiega Grasso - viene precluso il nostro diritto costituzionale al lavoro e alla libera impresa e indirettamente si finisce con il favorire l’abusivismo con l’inevitabile dilagare di tanti fenomeni di illegalità. Ma con questo andazzo si stanno anche creando situazioni pericolose sotto l’aspetto sanitario perché mancano le condizioni minime di sicurezza per gli utenti. Le immagini con cui supporteremo la nostra protesta documentano assembramenti e situazioni che non rispettano nemmeno minimamente i protocolli sanitari che invece sarebbero garantiti dalle nostre aziende che stanno subendo un ostracismo incomprensibile. Tutta l’Italia è ripartita già da alcune settimane tranne noi”.


Grasso ricorda come la chiusura dei locali da ballo e delle discoteche stia creando un grave danno economico non soltanto agli imprenditori del settore ma anche a tutti i dipendenti, stabilizzati o con contratto stagionale, che da un anno e mezzo sono in mezzo alla strada.
“Una mazzata per migliaia di persone
- conclude -. Barman, addetti alla security, fotografi, videomaker, coreografi, grafici, social media manager, allestitori, fonici, tecnici, manutentori, costumisti, elettricisti,hostess, addetti alle pulizie, camerieri e tutte le specifiche professionalità artistiche e creative dell'industria dell'entertainment: cosa potranno raccontare ancora alle loro famiglie?”

 

In queste settimane nei centri storici si sono registrati episodi di “malamovida”, con disordini, caos e risse in molte città. Episodi che hanno portato le amministrazioni comunali di tutta Italia a studiare soluzioni per prevenire assembramenti e caos. Dal divieto di vendere alcolici, alle piazze “zona rossa”, a più controlli nelle zone della movida.
Accanto al problema della malamovida si è parlato anche della necessità di riaprire le discoteche e i locali da ballo per dare “sfogo” alla movida che in luoghi come le discoteche sarebbe più controllata.