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27/07/2021 06:00:00

Alcamo. Surdi: "Anni difficili, ma abbiamo fatto tanto. Pronto al bis"

 Domenico Surdi, sindaco di Alcamo, ad ottobre si torna al voto e lei è in campo per il secondo mandato.  Va in continuità, cosa non ha fatto in questi cinque anni?


Per la verità oggi mi vien più facile pensare alle tante cose fatte in questi cinque anni alla guida della mia città, anni difficili ma allo stesso tempo intensi e ricchi di soddisfazioni. Quando si inizia ad abbozzare un bilancio di fine mandato bisogna avere ben chiaro da dove si è partiti, quale era lo stato di consistenza dell’attività amministrativa e soprattutto quale era l’aria che si respirava: la comunità si era disaffezionata alla politica a causa di anni di dure contrapposizioni fuori e dentro il consiglio comunale; mancava l’acqua nelle case; strade, rete idrica e fognaria un colabrodo; il personale dopo più di vent’anni viveva in un perenne stato precario. Oggi gran parte di tutto ciò è un ricordo, abbiamo avviato una nuova stagione di investimenti pubblici e approvato decine di progetti con i quali vinto finanziamenti europei. Ci sono cose non fatte? È ovvio che non tutto può essere concluso in pochi anni, ma su ogni aspetto che riguarda la nostra città abbiamo avuto modo di ragionare e avviare percorsi che vanno portati avanti.

Il suo programma per la seconda fase cosa prevede? Alcamo ha perso un pò la sua centralità in provincia, i cittadini lamentano il problema della raccolta dei rifiuti.


Questo mandato è servito a riportare di moda l’ordinaria amministrazione dopo anni di incuria e immobilismo. Adesso l’obiettivo è quello di concentrarsi sulle sfide più ambiziose puntando con determinazione ad alcuni progetti strategici che si legano alle linee del PNRR: penso, per esempio,  alle reti idrica e fognaria di Alcamo Marina o ai progetti di rigenerazione urbana e di riqualificazione di alcune aree della città a cui abbiamo iniziato a lavorare. È tempo che la città guardi con maggiore fiducia alle proprie possibilità e marci compatta verso la stessa direzione: quello che propongo è un vero e proprio patto di comunità che punti a valorizzare il lavoro di cucitura che abbiamo messo in campo soprattutto su temi importanti dal punto di vista economico e culturale. Non c’è alcuna centralità persa o da recuperare, occorre semplicemente porsi nuovi obiettivi e costruire un gruppo dirigente forte ed autorevole. Questo è il mio principale obiettivo politico.

I suoi competitor, nomi ancora non del tutto noti ma le coalizioni sì, parlano di una gestione amministrativa targata Surdi disastrosa. Prevede una campagna elettorale di attacchi?


Ho sempre guardato avanti e così continuerò a fare. La città ha bisogno di una guida affidabile, con le idee chiare ed oggi più che mai tecnicamente attrezzata per affrontare i meandri della burocrazia. Oggi mi sento più pronto di ieri per far questo e confrontarmi sui temi. Gli altri facciano come credono.

 

C’è chi vocifera che lo scontro elettorale è tra lei e Mimmo Turano. Lei che dice? Non parli il politichese.


Nessuno scontro. Io sono pronto a rimettermi al servizio dei miei concittadini, con più esperienza e forte di un lavoro incessante fatto insieme alla mia squadra che peraltro sto arricchendo grazie al contributo di tanti cittadini e gruppi civici che si riconoscono nei valori che ho sempre posto a fondamento della mia attività amministrativa. È sulla base di questo che chiederò la riconferma della fiducia. È forse questo politichese?


Parliamo del M5S, lei rimane un Pentastellato? Nonostante i molti fuoriusciti dal Movimento lei gode dell’appoggio degli ex grillini. Amicizia o il riconoscimento al suo modo di amministrare?


Io sono prima di tutto un sindaco ed il mio primo partito si chiama Alcamo. Pertanto credo che chi mi sostiene debba guardare più che altro ai fatti e al metodo che ho costruito in questi anni.


Sindaco, quanto le è costato in termini di impegno fronteggiare una pandemia e al contempo essere vicino moralmente ai suoi concittadini?


Credo che si diventa veramente sindaci quando i propri concittadini ti considerano un punto di riferimento. Durante le fasi acute della pandemia non c’è stato nemmeno tempo per sentirsi stanchi; tenere vivo il rapporto con la mia comunità è stato per me un forte momento di crescita. Mi sono sentito utile ed è questo che deve fare un sindaco.

Quali impegni si sente di assumere nei confronti della città se dovessero rivotarla ad ottobre?

Alcamo è pronta per volare alto e il mio impegno andrà in questa direzione. Intendo concentrarmi su alcuni temi strategici come la riqualificazione di Alcamo Marina proseguendo quanto già iniziato e puntando ad ottenere i finanziamenti per realizzare le urbanizzazioni necessarie; la riqualificazione dei quartieri; la esaltazione della identità alcamese, partendo dalla tradizione e mettendo a sistema il circuito culturale che abbiamo costruito con il tessuto associativo e puntando ad un grande progetto: Alcamo Capitale della cultura 2025.