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02/10/2021 11:33:00

Covid, c'è un nuovo farmaco che dimezza i ricoveri 

 Un farmaco antivirale ha ridotto di circa il 50% le possibilità che i pazienti con nuova diagnosi di Covid-19 vengano ricoverati in ospedale. È quanto hanno annunciato, in un comunicato stampa, Merck & Co – conosciuta come Msd al di fuori degli Stati Uniti e del Canada – e Ridgeback Biotherapeutics sulla base dei risultati dell'interim analysis di fase III del trial MOVe-OUT, condotto su adulti non ospedalizzati con almeno un fattore di rischio e con Covid-19 in forma lieve o moderata.

Un ciclo di cinque giorni di molnupiravir (questo il nome dell’antivirale) per via orale ha ridotto sia l’ospedalizzazione che la morte rispetto al placebo. In particolare, nel gruppo placebo, 53 pazienti, cioè il 14,1%, sono stati ricoverati in ospedale o sono morti. Per coloro che hanno ricevuto il farmaco, 28 pazienti, ovvero il 7,3%, è stato ricoverato in ospedale o è deceduto.

Verso autorizzazione a uso di emergenza
I dati dello studio non sono ancora stati sottoposti a revisione paritaria, però, sulla base della raccomandazione di un Comitato indipendente di monitoraggio dei dati e in consultazione con la Food and Drug Administration (Fda) statunitense, il reclutamento dei pazienti nello studio è stato interrotto anticipatamente in base a questi risultati positivi.

Tali comitati hanno il compito di assicurarsi che gli studi siano nel migliore interesse dei pazienti e raccomandano che vengano interrotti se è evidente che un farmaco è efficace.

Con questi risultati Msd ha intenzione di richiedere quanto prima un'autorizzazione all'uso per emergenza (Eua) alla Fda statunitense e allo stesso tempo, ad altre agenzie regolatorie a livello mondiale.

Come agisce
Molnupiravir, che fa parte di una classe di farmaci chiamati analoghi ribonucleosidici, agisce inserendosi in un filamento di Rna virale di nuova formazione, impedendogli di crescere e di replicarsi. Inoltre, i dati preclinici e clinici hanno dimostrato che il farmaco è attivo nei confronti della maggior parte delle più comuni varianti di Sars-CoV-2.
Molnupiravir è stato scoperto da un'azienda biotecnologica no-profit di proprietà della Emory University, ed è sviluppato da Msd in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics.

Secondo gli esperti, molnupiravir e altri agenti ad azione diretta possono anche essere combinati in cocktail terapeutici, rispecchiando il modo in cui oggi vengono somministrati farmaci per malattie virali come l’Hiv e l’epatite C.

Il concetto è che con farmaci che hanno meccanismi d’azione diversi e complementari è estremamente improbabile che un virus possa trovare un modo per aggirarli contemporaneamente.

Gli analoghi ribonucleosidici possano, ad esempio, essere combinati con gli inibitori della proteasi, che prendono di mira gli enzimi coinvolti nella replicazione virale. Lungo quelle linee, Pfizer ha attualmente un inibitore della proteasi orale per Covid nei primi studi clinici. Conosciuto come PF-07321332, il farmaco potrebbe anch’esso essere usato al primo segno di infezione.

Disporre di un semplice farmaco orale per trattare il Covid-19 è stato un obiettivo fin dall’inizio della pandemia. Anche farmaci come il remdesivir riducono i ricoveri ospedalieri se somministrati all’inizio del decorso della malattia, ma lo svantaggio è che devono essere somministrati per via endovenosa e quindi richiedono un’assistenza ospedaliera.