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02/11/2021 06:00:00

Sul ddl Zan e la coscienza di zero

Non è saltato il ddl Zan, è saltata la possibilità di discuterne. È saltata la possibilità di confrontarsi sui singoli aspetti contenuti nella proposta di legge. Cosa c'è da esultare, mi chiedo, quando viene negato il dibattito in un paese democratico? Non lo capisco. O forse sì: il timore di non avere argomentazioni serie, forti, logiche, laiche, ragionevoli... per confutare la richiesta di una legge più severa nei confronti di quanti discriminano gli individui per il loro orientamento sessuale, ma non solo. Non parlare dei problemi è la condizione che privilegiano, infatti temono più di ogni cosa la possibilità che si possa parlare nelle scuole di identità di genere, convinti che questo possa fare venire strane idee ai loro figli, magari traviarli, contagiarli quasi attraverso il verbo verso tendenze innaturali non contemplate nelle sacre scritture. I bambini non si toccano! Suggerisco di fare delle targhette fosforescenti da attaccare nelle aule in cui si pratica il catechismo. E questa, vi assicuro, non è un'altra storia.

Centocinquantaquattro senatori sono dunque convinti che il problema dell'omolesbobitransfobia e l'abilismo non meriti neppure un approfondimento, ma sappiamo bene che non è così, hanno votato contro perché in questo parlamento i diritti umani si barattano volentieri con una vittoria politica, una vendetta, un dispetto nei confronti degli avversari. A questi rivolgo tutto il mio disprezzo. Poi ci sono i franchi tiratori, o traditori se preferite, quelli che non meriterebbero il nobile principio del voto segreto, voluto dai padri costituenti per proteggere la libertà di coscienza di quanti avrebbero governato il paese dopo il fascismo. Altri tempi, altri uomini, altre coscienze. Mi chiedo se non sia giunto il momento di rivedere questa storia del voto segreto, quanto meno per garantire che ci si metta la faccia in assenza di coscienza.

Da questa vicenda usciamo tutti sconfitti, con una differenza sostanziale: i centocinquantuno senatori che hanno sostenuto il ddl Zan già lo sanno e spero non demordano; tra i centocinquantaquattro che lo hanno affossato ci sarà qualcuno, prima o poi, che sarà costretto a vergognarsi per la sua scelta, forse anche a maledirsi, quando vedrà tornare a casa suo figlio, un nipote, un conoscente o una persona a cui vuole bene gonfio di botte, sofferente per una qualche discriminazione subita. Non ci sarà più motivo per esultare se la pena inflitta al responsabile della violenza non prevede nessuna aggravante, a meno che il delinquente di turno non sia suo figlio.

Consigli per la lettura: Le memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, il più grande imperatore dell'epoca romana racconta il suo amore per il giovane Antinoo, un amore ricambiato e vissuto con passione profonda e commovente. Una lettura che sfida tutte le anime sensibili a rivedere certi pregiudizi quando di parla d'amore. Ai centocinquantaquattro senatori che hanno affossato il ddl Zan consiglio di saltare i paragrafi che insistono sull'aspetto passionale per concentrarsi su tutto il resto, ossia, su come si governa bene un paese.

katia Regina