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26/02/2022 10:22:00

Marsala, ecco le condanne richieste per la "banda dei bancomat"

La condanna di cinque dei 16 imputati del procedimento scaturito dall’operazione di polizia “Jammer”, che a fine maggio 2021 consentì di sgominare tre bande, collegate tra loro, specializzate nell’assalto ai bancomat di istituti di credito e uffici postali, è stata invocata dal pm della Procura di Marsala Marina Filingeri, che in totale ha chiesto quasi trent’anni di carcere.

I bancomat venivano scardinati con escavatori rubati poco prima dei “colpi” e poi portati via con tutto il denaro che era dentro. Le tre bande operavano a Marsala, Trapani e nel Catanese.

I cinque che hanno scelto il processo abbreviato (davanti al gup del Tribunale di Marsala Annalisa Amato) sono Fabrizio Stabile, di 29 anni, di Marsala, Antonino Viglianesi, di 42, Alessandro Valentino Longo, di 43, Concetto Mannuccia, di 37, di Catania, e Andrea Tropea, di 33, di Acireale. Le pene più severe (sei anni e 11 mesi di carcere ciascuno) sono state invocate per Tropea e Mannuccia, mentre cinque anni e 11 mesi sono stati chiesti per Longo, cinque anni e 3 mesi per Viglianesi e tre anni e 4 mesi per Stabile. La sentenza, dopo le eventuali repliche di accusa e difese, potrebbe essere emessa il 10 marzo.

A fine novembre scorso, davanti al gup Riccardo Alcamo, avevano scelto di patteggiare la pena altri quattro imputati: 4 anni di carcere a testa sono stati inflitti ai trapanesi Antonino Anselmo, di 58 anni, e Massimiliano Gaspare Salafia, di 44, mentre 2 anni e mezzo sono stati decisi per il 55enne marsalese Isidoro Salvatore Rallo, in passato arrestato anche in operazioni di mafia, e un anno e mezzo al trapanese Francesco Mancuso, di 32 anni. Unico imputato assolto dal gup Alcamo è stato Domenico Salvatore Zerilli, 51 anni, di Marsala. A difenderlo è stato l’avvocato Diego Tranchida, con la collaborazione del collega Massimiliano Tranchida. Per altri cinque è stato disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Trapani per competenza territoriale (Giuseppe Di Dio, Rosario Maisano, Gaetano Barbera, Pietro Maisano e Maria Barbera). Oltre a Tranchida, gli altri legali impegnati nella difesa degli imputati sono Giampaolo Agate, Felicita Tranchida, Orazio Rapisarda, Luigi Pipitone, Francesca Frusteri, Alessandro Carollo, Giuseppe De Luca, Rosario Arena, Agatino Scaringi, Giuseppe Testaj, Salvatore Pappalardo e Salvatore Galluffo. L’operazione “Jammer”, condotta dalla Squadra mobile di Trapani, sfociò nell’arresto di 14 persone (sette in carcere, gli altri ai domiciliari) nella denuncia di altre 22, a vario titolo accusate di associazione per delinquere, furto, danneggiamento aggravato, simulazione di reato. Cinque gli assalti, eseguiti tutti con lo stesso modus operandi. La prima incursione risale al 10 luglio del 2019, quando, a Marsala, fu scardinato uno sportello di Banca Intesa. Poi, il 31 agosto, il “colpo” danni del Credito Valtellinese di contrada Xitta, alle porte di Trapani. Sempre a Marsala altri due colpi: alla Banca Toniolo di contrada Terrenove alle Poste di contrada Paolini. Il quinto, datato 19 febbraio 2020, al Credito Siciliano di Trecastagni (Ct). Il bottino complessivo è stato di 225 mila euro, di cui 74 mila recuperati nel corso delle indagini, dalle quali è emerso che il gruppo catanese avrebbe agito con procedure di approccio di tipo militare, mettendo a disposizione delle bande di Marsala e Trapani la propria “expertise” nell’esecuzione materiale dell’assalto agli sportelli bancomat.



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