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30/03/2022 06:00:00

Concorsopoli ad Alcamo. La scuola, i funzionari e le tangenti per assicurarsi il posto fisso

Era stato indagato già alcuni anni fa dalla Procura di Trapani per le mazzette nei concorsi truccati, Vincenzo Pipitone, il vice dirigente del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, arrestato ieri dai carabinieri nell’operazione “Concorsopoli” ad Alcamo, che vede indagate altre 13 persone.

Attorno alla figura di Pipitone, finito in carcere, ruota la rete che consentiva agli aspiranti vigili del fuoco e poliziotti di arrivare al tanto agognato posto fisso sfruttando la conoscenza dello stesso Pipitone e di altri funzionari dello Stato che avrebbero contribuito a falsare i concorsi. Per tutti ci sono gravi indizi di colpevolezza, a vario titolo, per i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, traffico di influenze illecite e abuso d’ufficio.

Chi è Giuseppe Pipitone – Ingegnere alcamese di 54 anni, dirigente dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Pipitone, è stato incaricato per svolgere il ruolo di vice direttore negli Staff Didattici dell'89^ corso Allievi Vigili del Fuoco per la Regione Sicilia e questo nonostante si trovava sotto indagine proprio per aver truccato il concorso per i vigili del fuoco (qui la (notizia di Tp24 di due anni fa).

La denuncia del CUB ( Confederazione Unitaria di Base) – A denunciare l’anomalia della nomina di Pipitone era stato il sindacato che allora scrisse al sottosegretario dell’Interno Sibilia e al Comandante Nazionale dei Vigili del Fuoco Fabio Dattilo per chiederne la rimozione dall’incarico. Non si trattava, infatti di un caso di omonimia, ma dello stesso Pipitone che era sotto indagine della Procura di Trapani per le mazzette nei concorsi per posti di Vigile del Fuoco ad Alcamo, con particolare riguardo alla graduatoria tuttora vigente ossia quella per 250 posti. Il sindacato CUB – Confederazione Unitaria di Base – aveva chiesto anche la sospensione delle assunzioni dalle graduatorie sotto inchiesta finché non saranno accertati i fatti dalla giustizia.

Chi sono gli altri indagati - L’ordinanza applicativa delle misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Trapani su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di 14 persone di cui 1 in carcere, 3 ai domiciliari e 10 sottoposti all’obbligo di dimora). In carcere finisce, come detto, Giuseppe Pipitone, 54 anni, di Alcamo. Agli arresti domiciliari l’alcamese Vincenzo Faraci, 47 anni; Filippo Alessandro Lupo, originario di Marettimo, 59 anni, e Francesco Renda, pure lui nato ad Alcamo, 26 anni. Obbligo di dimora per Vittorio Costantino (Palermo), 53 anni, Roberto Di Gaetano (Alcamo), 21 anni, Mauro Parrino (Alcamo) 29 anni, Antonino Pirrone (Alcamo) 24 anni, Davide Castrogiovanni (Alcamo), 26 anni, Silvia Pisciotta (Erice), 31 anni, Giacomo Rizzotto (Salemi), 29 anni, Mattia Turin (Dolo) 26 anni, Andrea Doretto (San Donà di Piave), 31 anni, Alessio La Colla, (Alcamo), 28 anni.

Le indagini e la rete - I Carabinieri iniziano le indagini nel giugno 2020 dopo una serie di esposti dei sindacati di base dei vigili del fuoco. A portarle avanti è la Sezione Forestale presso la Procura di Trapani su presunti episodi corruttivi per il superamento delle prove d’esame (svolte tra il 2017 e il 2018) di alcuni concorsi pubblici. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Giuseppe Pipitone sfruttando sia le proprie conoscenze all’interno delle amministrazioni pubbliche che il fatto di essere stato nominato in una delle sottocommissioni d’esame per le prove psico-motorie, si sarebbe impegnato a “sponsorizzare” alcuni candidati nelle diverse prove concorsuali, nonché a preparare fisicamente gli stessi, a fronte della promessa e successiva dazione di denaro, dai 3500 fino ai 5000 mila euro.

La scuola di preparazione e l’exploit di vincitori di concorso ad Alcamo nel 2016 - Secondo l’accusa, Pipitone avrebbe messo su, dietro un’apparente scuola di preparazione per concorsi, un vero e proprio meccanismo illecito di collocamento nella pubblica amministrazione avvalendosi dei propri contatti con soggetti che rivestivano ruoli essenziali nelle procedure concorsuali in vari corpi dello Stato, in primis quello di appartenenza. Tra i soggetti che, a vario titolo, avrebbero contribuito a falsare i concorsi, risultano complessivamente 10 dipendenti di diversi Corpi dello Stato, tra cui un Ispettore dei Vigili del Fuoco (poi sospeso dal servizio per altro procedimento analogo iscritto presso la Procura di Benevento), due poliziotti (quest’ultimi rispettivamente sottoposti alle misure cautelari degli arresti domiciliari e dell’obbligo di dimora dai colleghi della Squadra Mobile della Questura di Trapani) e gli stessi presunti corruttori, risultati vincitori di concorso grazie alle ipotizzate “sponsorizzazioni”. Nel 2016, al concorso per Vigili del Fuoco, ci fu un vero e proprio exploit di vincitori ad Alcamo. Gli investigatori hanno accertato la presenza nella graduatoria finale di approvazione dei risultati del concorso per vigili del fuoco di tutti i nominativi in possesso di Pipitone. Insomma, bastava pagare per essere sicuri di vincere. Dopo la prova preselettiva si accedeva alle prove motorie-attitudinali, poi al colloquio con le valutazioni dei titoli e infine alle visite mediche.

Libro-mastro con nomi e cifre - A casa di Giuseppe Pipitone i militari dell’Arma avrebbero rinvenuto e sequestrato un libro-mastro, con nomi e cifre. I candidati che figuravano in quell'elenco sono risultati tutti idonei al concorso nazionale per vigile del fuoco. Grazie alla sponsorizzazione di Pipitone che per la raccomandazione – necessaria per ottenere l'agognato posto fisso - chiedeva all'aspirante pompiere di turno una somma di denaro.