Mafia, il pentito Gaspare Spatuzza chiede di tornare in libertà
Gaspare Spatuzza chiede di tornare in libertà. Oggi presso la Corte di cassazione è fissata l’udienza sul ricorso contro l’ultimo diniego dei giudici e si dovrà decidere se confermarlo o annullarlo. Gaspare Spatuzza con 25 anni di reclusione è il pentito che ha riscritto la storia delle stragi e fatto luce sul depistaggio di Via d'Amelio. Spatuzza diversamente dai suoi "colleghi", come Giovanni Brusca ed altri, autori di stragi e crimini efferati, non ha chiuso i conti con la giustuizia. Spatuzza inizio a collaborare dopo 11 anni dal suo arresto avvenuto nel 1997, ma per i giudici del Tribunale di sorveglianza di Roma non ha ancora terminato il «percorso di rieducazione», che anzi deve «consolidarsi», nonostante le Procure e le corti che l’hanno ascoltato in decine di indagini e processi abbiano garantito sulla sua attendibilità e sull’importanza del suo contributo.
Spatuzza, a differenza di Brusca e di molti altri pentiti famosi - scrive il Corriere della Sera - ha cominciato a collaborare dopo che le prime condanne all’ergastolo erano già definitive. Quando ha confessato le stragi di Capaci e di via D’Amelio del 1992, senza che prima ne fosse accusato, era stato dichiarato colpevole per le bombe esplose in continente nel 1993 e per l’omicidio di padre Puglisi. Gli sconti di pena per l’uccisione di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti di scorta sono arrivate quando sulla sua testa pendeva il «fine pena mai». L’unica strada per uscire dalla detenzione domiciliare che sta scontando in una località segreta, è la liberazione condizionale, che gli ergastolani possono avere dopo ventisei anni di reclusione. E Spatuzza, calcolando la liberazione anticipata che si applica a tutti i detenuti, è già a trenta.
Per i giudici Spatuzza è sulla buona strada ma deve «completare e consolidare il positivo percorso intrapreso». La legge richiede «un comportamento tale da far ritenere sicuro il ravvedimento», e i giudici di sorveglianza hanno stabilito che per un assassino macchiatosi di così gravi delitti ci voglia «un esame particolarmente approfondito e attento», che certifichi «un effettivo e irreversibile cambiamento». Da dimostrarsi attraverso la «condanna totale del proprio passato criminoso» e «comportamenti coerenti» per «lenire le conseguenze materiali e morali delle condotte delittuose».
Le dichiarazioni di Spatuzza - Con le sue dichiarazioni l’ex boss di Brancaccio ha scagionato i sette ergastolani innocenti per la strage di via D’Amelio, scarcerati dopo lunghissime detenzioni, e fatto riaprire le indagini sui legami tra mafia e politica e gli accordi dei suoi capi, i fratelli Graviano, alla fine del 1993. Spatuzza ha chiamato in causa il partito di Berlusconi, con dichiarazioni considerate a volte non sufficientemente riscontrate; le indagini sulle stragi del ’93 sono ancora in corso anche sulla base della sua collaborazione. E a Caltanissetta sono sotto processo i poliziotti accusati di aver estorto le bugie ai falsi pentiti sconfessati da Spatuzza.
Procura di Caltanissetta e DIA favorevoli alla libertà condizionale - Proprio per il contributo offerto dal pentito Spatuzza, la Procura di Caltanissetta e la Direzione nazionale antimafia si sono dette favorevoli alla concessione della liberazione condizionale.
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