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23/04/2022 06:00:00

Dalla giacca alla banana: l’arte contemporanea e gli inconvenienti della "distrazione"

Poco tempo fa è accaduto un fatto singolare, su cui vale la pena di riflettere e che ha lasciato tutti a bocca aperta. Al "Museo Picasso" di Parigi è stata sottratta un’opera d’arte, una di quelle che si possono "manipolare" da parte del pubblico, cioè prendere e indossare, motivo per il quale non è scattato immediatamente l’allarme .


Una pensionata di 72 anni, appassionata di arte, si è infatti portata a casa una "giacca" blu che si trovava all’interno del museo appesa a un gancio e con le tasche piene di cartoline.
Quella giacca di colore blu, però, non è un semplice indumento da lavoro di qualche addetto alle pulizie della galleria, ma un’opera d’arte contemporanea dal titolo : "Old Masters", di Oriol Vilanova, artista, architetto e filosofo catalano di 42 anni, residente a Bruxelles. La signora non ha pensato nemmeno un attimo di chiedere di chi fosse e con molta calma ha preso la giacca dopo averla ripiegata con cura, e l’ha infilata dentro la borsa, poi si è diretta verso casa. Ma non è finita qui. Dopo averla provata si è resa conto che era troppo lunga per lei, cosi decide di farci un bell’ orlo, insomma di accorciarla.


Gli addetti della Galleria hanno fatto subito scorrere le telecamere di sorveglianza, dando avvio alla ricerca. L’ opera non era finita in alcun circuito di ricettazione, né c’era indizio che fosse stata trafugata. Si trovava invece su una gruccia dentro l’armadio di una distinta pensionata
È la stessa donna che dopo qualche giorno confessa il "furto", ignara di aver portato via un’opera d’arte. Tornata sul luogo per ammirare un’altra delle esposizioni contemporanee, viene fermata dagli agenti. E, con ingenuità, spiega loro che non si sarebbe mai permessa di rubare un’opera d’arte, perché lei stessa è una appassionata di arte e trascorre molto tempo in visita a musei e mostre.
C’è pure un lieto fine in tutta la singolare storia. La signora, infatti, non ha avuto problemi con la giustizia e se l’è cavata con un semplice "richiamo" perché la nuova direttrice del museo, Sabine Longin, ha preferito chiudere la questione.

"Old Masters ha avuto molto successo anche perché il pubblico è invitato a interagire con l’opera"- spiega poi la stessa direttrice.

Il Museo Nazionale di Monaco, che aveva già esposto la giacca, si era espresso così sul valore dell’opera: “È il rapporto con il pubblico che la rende in realtà un capolavoro”.
Capolavoro che ci porta a riflettere sull’arte contemporanea aperta all’interazione e spesso portata a creare equivoci in alcuni soggetti "distratti", che si lasciano sedurre trascurando di leggere bene le targhette affisse.
La signora che ha "rubato" la giacca, infatti, non è stata l’unica ad essersi "distratta" e a cadere in una trappola. L’esposizione della mostra di Goldschmied & Chiari nel 2015 al Museion di Bolzano è un altro esempio di equivoco. L’opera contemporanea, dal titolo “Dove andiamo a ballare stasera?”, è stata spazzata via dalle donne addette alle pulizie con scope e palette e raccolta all’interno dei sacchi neri dell’immondizia.
In scena c’erano i resti di una festa finita, metafora degli anni Ottanta, epoca del consumismo, della discomania e della televisione di massa.


“Avevamo avvisato il personale di pulire solo il foyer e lasciare il resto”, aveva dichiarato allora all’Alto Adige la direttrice del museo di Bolzano, Letizia Ragaglia. Ma poi aveva aggiunto, sportivamente: “Il danno è stato fatto, ma per fortuna riusciremo a rimediare perché l’installazione è stata cestinata fortunatamente nei sacchi della differenziata”.

E che dire della banana di Murizio Cattelan da 120 mila dollari, sigillata con nastro adesivo che il performer David Datuna ha volutamente staccato dalla parete e sbucciato per farci merenda? Qui però non si è trattato di una vera e propria "distrazione", e forse aveva già previsto che non sarebbe stato poi così difficile ripristinare l’opera .

Del resto nel campo dell’arte, soprattutto quella contemporanea, da molto tempo si va alla ricerca di un coinvolgimento e di uno sguardo più ravvicinato da parte del fruitore, cercando di smaterializzare i confini estetici dell’arte stessa. Di conseguenza, ritornando alla signora del museo di Parigi, perché dobbiamo meravigliarci se ha avuto un atteggiamento istintivo di fronte a quella che per lei era una semplice giacca che nessuno reclamava? Se l’intento era quello di una interazione è riuscita perfettamente, a tal punto da desiderare di indossare e perfino di possedere l’opera d’arte da cui era stata sedotta .
Bisognerebbe invece interrogare l’autore dell’opera e capire se l’accorciatura rientrava nelle sue previsioni.


 Dorotea Rizzo