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24/04/2022 11:00:00

Dove fanno il deserto, lo chiamano pace...

 Faranno un deserto e la chiameranno pace. Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant - dove fanno il deserto, lo chiamano pace - è una locuzione latina di Tacito. La fa pronunciare lo storico al generale calèdone Calgaco, quando cerca di infondere coraggio alle sue truppe prima di una battaglia contro l'esercito romano. La frase è tratta dal discorso in cui delinea un'alternativa di fronte ai capitolini, insaziabili dominatori, o libertà o morte.

La stessa è stata molto utilizzata in occasione delle denunce contro l'imperialismo o, più in generale, contro ogni azione bellica. È ciò che qualora ci sarà un accordo accadrà in Ucraina soprattutto per la desolazione nel Donbass e la martoriata Mariupol. Sono due i mesi di conflitto e per estensione territoriale, se la guerra continuerà l'Ucraina diventerà come il deserto freddo della Patagonia. L'espressione è declinata al futuro perché se arrivasse la pace subito si eviterebbe il vuoto assoluto. Nel PD nazionale dopo le macerie del sisma Renzi il rottamatore, che però ha sbagliato o forse no? il bersaglio, riducendo in ruderi gli eredi del compromesso storico, si scelse Zingaretti il quale dopo appena due anni dovette abbandonare affermando: "mi vergogno che nel mio partito si parli di poltrone mentre esplode la terza ondata di Coronavirus".

Aveva  ragione Lucio Caracciolo - esperto di geopolitica - perché il Pd è un pianeta a se stante, quando disse che il Partito Democratico più che un partito è “un’accozzaglia di correnti”. Ugualmente Rosy Bindi quando spiegò: “Il Pd è venuto su male. Resettare tutto e ripartire”. E anche Gianni Cuperlo quando accusò: “Stare al governo ha rovinato il partito". L'arrivo di E. Letta si valuterà alle politiche del 2023, se non ci saranno sorprese. ll Sahara della politica a Marsala è trasversale, si ravvisa qualche oasi in sedute del consiglio comunale, si perdoni la pedanteria, che è l'organo deputato all'indirizzo politico, anche se in questo in 18 mesi di consiliatura c'è stato via vai importante, la Genna, Orlando, Di Pietra, Pugliese e Ferrantelli, poco meno del 21%. Molti partiti/liste presenti a sala delle Lapidi non hanno una struttura territoriale perché non esiste un luogo fisico e visi con cui confrontarsi di persona, in presenza, si in quanto il linguaggio del corpo in organizzazioni online non è percebile, tanto quanto quello verbale. Necessita partecipazione altrimenti faranno un deserto e lo chiameranno progresso del nuovo millennio.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-12 00:00:00
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