La bellezza contro la mafia. Da Selinunte, raccolta fondi per “Pensiero Contemporaneo”
Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. E’ la frase di Peppino impastato che più ha girato sul web, in occasione della commemorazione della sua uccisione da parte della mafia il 9 maggio 1978.
Ed è proprio di bellezza (e di arte) che si occupa l’associazione Selinunte Cunta e Canta, che in questi giorni ha lanciato una raccolta fondi dal titolo “Pensiero Contemporaneo – di questa Terra facciamone un giardino”.
Una campagna a cui hanno aderito artisti, musicisti scienziati e scrittori, da Stefano Mancuso a Eugenio Bennato, passando per Antonio Presti, Gaetano Savatteri, Giosuè Calaciura, Attilio Bolzoni, Fabrizio Ferracane, Salvo Piparo, Enrico Stassi ed il presidente della Rete Museale e Naturale Belicina Giuseppe Maiorana.
Cliccando qui si potrà visionare a quali attività andranno destinati i fondi e lasciare una donazione. A seconda dell’importo donato, si potranno avere delle ricompense come le t-shirt con i versi del cantastorie Pino Veneziano, i cd, i poster, oppure, per chi nell’estate visiterà Selinunte, alcune delle degustazioni tipiche da consumare nei locali della borgata.
Umberto Leone, artista e presidente dell’associazione, nel ringraziare i testimonial che hanno aderito alla raccolta, ha spiegato come l’area verde destinata a giardino artistico vicino all’ingresso del parco archeologico di Selinunte, già sede di alcune installazioni e sculture, sia diventata negli anni un piccolo polo culturale. Luogo dove verranno piantumati nuovi alberi e dove prenderanno vita nuove opere d’arte.
“L’altra parte dei fondi – ha sottolineato Leone - servirà per finanziare le attività culturali che hanno il loro apice ad agosto con il Premio Pino Veneziano, il cantastorie di Selinunte che commosse Borges e che De Andrè volle come spalla in un suo concerto in Sicilia”. Si tratta dell’evento letterario-musicale giunto alla su diciottesima edizione, che ha come direttore artistico lo scrittore Gaetano Savatteri.
“Non possiamo sprecare tutto questo lavoro – ha concluso - abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi.”
Tra le iniziative c’è anche il restauro de “I Pini di Castelvetrano”. E’ un’opera di scultura, scrittura e racconto, realizzata dallo stesso Leone e dalla moglie, l’architetto Ute Pyka, in collaborazione con lo scrittore Gaetano Savatteri e l’attore Vincenzo Pirrotta. Fa parte di una serie di lavori attraverso i quali gli artisti hanno voluto raccontare la biografia di alcuni alberi.
E la biografia di questi due grandi pini è legata ad un attentato nei confronti di un ex consigliere comunale di Castelvetrano che si opponeva alla realizzazione di una discarica di rifiuti speciali e ad un cambiamento di destinazione d’uso di alcuni terreni nella borgata di Marinella di Selinunte.
I Pini, che erano stati piantati, in occasione della nascita dei figli del consigliere, furono tagliati durante la notte dalla prepotenza mafiosa. Uno dei due alberi (l’altro era irrecuperabile), è diventato un’opera d’arte. E’ collocata nel giardino artistico dell’associazione e avrebbe bisogno di un restauro.
A lanciare l’appello per questo restauro è lo scienziato Stefano Mancuso, dell’Università di Firenze, neurobiologo vegetale e direttore del LINV il laboratorio internazionale di ricerca sull’intelligenza delle piante.
“E’ particolare il fatto che si decida di tagliare un albero per colpire una persona negli affetti – dice Mancuso nel video appello - Per far capire loro che ogni volta che si colpisce un affetto questo ritornerà ancora più forte di prima, questo pino verrà trasformato in un’opera d’arte di contemporanea che racconterà quello che è accaduto. Per fare questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi”.
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