
Disastro rifiuti in Sicilia, così per Musumeci la strada per il bis è sempre più in salita
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Doveva risolvere tutti i problemi della Sicilia, o almeno provarci, e invece sui rifiuti Nello Musumeci torna al punto di partenza, tanto magari da farci una campagna elettorale.
Pensa al Musumeci bis, dice che il suo gradimento è salito tra i siciliani e, dunque, perché non lanciarsi per altri cinque anni?
Chissà se poi questo gradimento uscirà anche dalle urne, non sarà così facile trovare consensi come si trova la spazzatura per strada, con l’annoso problema di ogni estate di dove conferire l’RSU e anche l’organico, perché nessuno dimentichi che qualche anno fa ci fu l’emergenza organico.
Musumeci adesso pensa a mandarli fuori regione, non esclude una manovra impopolare, perchè inutile negare che poi le mani verranno sempre messe in tasca ai siciliani, esportare rifiuti e, quindi, farli viaggiare significa due cose: avere fallito miseramente nella gestione degli stessi e anche aumentare i costi che comprendano questi spostamenti.
Niente impianti, niente termovalorizzatori( saranno il nuovo cartello per la campagna elettorale) e via con i viaggi della spazzatura.
Chi pagherà? I cittadini quasi sicuramente, i Comuni sono allo stremo delle loro risorse economiche e la Regione non può disporre di tanta liquidità.
E mentre si affronta l’ennesima emergenza c’è già chi è in campagna elettorale per le presidenziali del 23 luglio: il centrosinistra.
Claudio Fava per i Cento Passi, Caterina Chinnici per il PD, Barbara Floridia per il M5S, tre candidati per una medesima area e si spera che a risultato conseguito i due esclusi sfoderino abbastanza lealtà da sostenere il vincitore, crisi romana permettendo.
Sarà già un risultato portare le persone ai gazebo, l’indicazione della Chinnici non appassiona nemmeno i dem figuriamoci i cittadini, Anthony Barbagallo è in giro per la Sicilia per fare meglio conoscere una deputata che è conosciuta solo agli addetti ai lavori. Sia Chinnici che Floridia non hanno detto alcuna parola sui cinque anni di governo Musumeci, non da dove partirebbero per una discontinuità, niente sui fallimenti. Il vero problema è che il territorio non lo vivono essendo impegnata una a Bruxelles e l’altra a Roma.
Si va in ordine sparso, si parla per regole elementari e tanti luoghi comuni, così da non inciampare su nessuna brutta figura. E quindi via con il lavoro, i giovani e la fuga di cervelli, il reddito di cittadinanza, l’ambiente, il gap Nord- Sud, le infrastrutture.
Sembra un circo ma qui mancano pure gli spettatori. I siciliani, stanchi, non ne vogliono sapere e molti anticipano già che non andranno a votare ad ottobre.
E’ questa la vera sconfitta della politica: hanno sdegnato ancora di più gli elettori.

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