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21/07/2022 22:00:00

Mafia e massoneria, dieci condanne in appello al processo "Halycon-Assedio"

Sono dieci le condanne che i giudici della terza sezione della Corte di appello di Palermo hanno emesso nel processo scaturito dalla doppia inchiesta "Halycon-Assedio" che ha delineato un intreccio tra mafia, politica e massoneria deviata. Tra i personaggi principali c'è anche il funzionario della Regione Lucio Lutri, maestro della loggia palermitana.

Lutri condannato per concorso esterno in associazione mafiosam, ha avuto una riduzione di pena: 8 anni, invece dei 10 anni e 8 mesi avuti in primo grado.

In particolare, il Maestro venerabile della loggia massonica 'Pensiero ed Azione' di Palermo" ha acquisito e veicolato agli appartenenti alla famiglia mafiosa informazioni riservate circa l’esistenza di attività di indagine a loro carico e sarebbe intervenuto per favori di altra natura.

Dieci le condanne totali emesse dai giudici al processo scaturito dalla doppia inchiesta gemella “Halycon” e “Assedio”, eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento, e dal Ros, che hanno disarticolato la nuova famiglia mafiosa di Licata.

La pena più alta 20 anni e 4 mesi di reclusione è stata inflitta ad Angelo Occhipinti, 66 anni, già condannato per mafia ed estorsione, ritenuto il capo della famiglia di Licata; 9 anni a Raimondo Semprevivo, 48 anni, imprenditore edile di Licata; 8 anni e 10 mesi a Giovanni Mugnos, bracciante agricolo, 54 anni, di Licata; 8 anni ciascuno a Giuseppe Puleri, 41 anni, imprenditore, ritenuto componente della famiglia mafiosa di Campobello di Licata, per il farmacista Angelo Lauria, 46 anni di Licata, nipote di Giovanni, per Lucio Lutri, 61 anni, di Palermo, funzionario della Regione Sicilia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, per Giacomo Casa, 65 anni, pastore di Licata, e per Vito Lauria, 50 anni tecnico informatico di Licata, figlio del boss Giovanni (alias “u prufissuri”). Confermati anche in appello i 2 anni e 4 mesi di reclusione per l’elettrauto Marco Massaro, 36 anni, accusato di favoreggiamento aggravato; 2 anni e 6 mesi per Angelo Graci, 33 anni, di Licata, accusato di favoreggiamento. I giudici hanno escluso per tutti gli imputati l’aggravante dell’avere riciclato somme di denaro nell’organizzazione mafiosa.