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27/07/2022 06:00:00

Finite le primarie, in Sicilia è questione aperta sulla tenuta del centrosinistra

 Quello che è accaduto a Roma si è trasferito sui territori, la crisi politica nazionale è piovuta addosso al Pd e al M5S, la cui alleanza adesso scricchiola.

Finite le primarie, Caterina Chinnici ha vinto per circa 3 mila voti in più rispetto a Barbara Floridia, pentastellata, si è aperta la questione della tenuta della coalizione di centrosinistra. I Cinque Stelle potrebbero decidere di andare in autonomia senza più appoggiare la Chinnici, del resto a Roma il segretario dem del Pd, Enrico Letta, ha già preso le distanza da Giuseppe Conte.
Variabile che inciderà profondamente e potrà mutare tutto il quadro delle elezioni regionali.

Il Pd dal canto suo si dice vincente su tutti i territori, snocciolano numeri ma mai li confrontano con quelli degli altri: a Marsala il candidato Claudio Fava doppia la Chinnici, a Mazara la Floridia è nettamente in vantaggio, a Catania sempre Fava arriva primo, seconda c’è la candidata del M5S e terza la Chinnici.

Il deputato pentastellato Nuccio Di Paola su quello che sta accadendo non ha dubbi: “Dopo tutti gli attacchi che ha ricevuto il M5S in questo periodo il risultato ottenuto in Sicilia è veramente importante, segno vero che nei prossimi giorni e settimane rilanceremo tutta la nostra azione. Analizzeremo il risultato e vedremo come potenziare insieme i territori.
Sia chiara una cosa: se il PD continuerà ad attaccare Giuseppe Conte ed il M5S le strade si divideranno, sia a livello nazionale che regionale. Noi continueremo a costruire con coerenza il campo progressista”.

E lo stesso Conte aveva chiesto chiarezza a primarie terminate: “Grazie Barbara: hai ottenuto un grande risultato nelle primarie in Sicilia, nonostante il Covid che ti ha trattenuto a casa, nonostante tutti gli attacchi che stiamo subendo. Grazie a tutto il MoVimento 5 Stelle Sicilia per queste settimane di dedizione e partecipazione. Uno sforzo che ora merita subito chiarezza, perché in queste settimane sono cambiate molte cose rispetto a quando è partito questo percorso. Prima di percorrere ancora la strada di un’alleanza progressista in Sicilia il Pd dovrà fare chiarezza sui suoi obiettivi e dire se l'agenda sociale e ambientale del M5S è la loro stessa direzione o se ormai i percorsi e i compagni di strada sono altri, in linea con gli insulti e le dichiarazioni di questi giorni. Per noi quello che succede a Roma succede a Palermo”.

 

Prende tempo il presidente della Regione, Nello Musumeci, le sue annunciate, per la milionesima volta, dimissioni sono ancora in agenda, non ne ha parlato nemmeno nell’ultima giunta, deciderà tra qualche giorno quando capirà se c’è spazio per un seggio al senato, altrimenti resterà in Sicilia.

L’ection day non converrebbe a nessun partito, tranne che a Musumeci, se da una parte cavalcare l’onda è facile dall’altra parte le segreterie dovranno scegliere chi schierare per le regionali e chi per le nazionali, con il neo che chi non sarà eletto per le nazionali non potrà provarci alle regionali. Quadro complesso, legato al presidente della Regione che ha, in questi cinque anni, invocato più volte le dimissioni che fatto riform